Da allora lei divenne assidua frequentatrice di casa sua, si impadronì letteralmente di sua madre, le insegnò l’italiano, imparò la lingua e la cucina rumene, si fece mettere incinta (e con Ugo aveva sempre sostenuto di non volere figli!).
Dopo qualche mese Nicola si ritrovò in municipio a sposarsi con lei, come uno che è scivolato su di un piano inclinato.
Un giorno d’estate, tre anni dopo, Ugo si avviò prima della moglie alla tavola della prima colazione, nell’agriturismo umbro che avevano scelto perché adatto ai bambini piccoli.
Spingeva la carrozzina del secondogenito, che intanto si scolava la sua razione di latte.
Poco dopo sopraggiunsero i nonni con Elisabetta e la nuova baby sitter (la rumena li aveva lasciati dopo il matrimonio di Ugo con Amanda).
A tavola c’era già seduto un signore, nel quale Ugo riconobbe l’ingegnere rumeno, che dal giorno della famosa cena non aveva più incontrato.
Arrivò Amanda, si scambiarono i saluti, superato l’imbarazzo iniziale.
- Adesso arriva mia moglie, abbiamo due gemelli -
Ed ecco arrivare Roberta, che spingeva il carrozzino a due posti. Sempre elegante, ma pochissimo truccata.
Fu proprio un’estate simpatica, e i più felici furono i bambini.
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
sabato 9 febbraio 2008
FARFALLE SULLA PARETE fine
Pubblicato da R.L. alle 11:17
Etichette: farfalle sulla parete, racconto
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