Ci mancava pure Roberta, adesso.
Il rumeno – così poi si qualificò – aveva messo il secchio a terra:
- Io so aggiustare computer, io ingegnere informatico a Bucarest. -
Ugo rimase a dir poco a bocca aperta. Mai avrebbe fatto toccare il computer da un estraneo, così, su due piedi, ma era troppo disperato.
L’incredibile personaggio che gli era piombato in casa, miracolosamente, in dieci minuti gli fece funzionare il computer: per ringraziamento e per saperne di più Ugo lo invitò a cena.
Intanto era arrivata Roberta, l’imbianchino ingegnere era riapparso ripulito, in jeans e maglietta.
Raccontò di essere stato ingaggiato da una certa signora Dina tramite un parroco, che si preoccupava di trovare lavoro agli immigrati.
Doveva tinteggiarle l’appartamento, dopo avrebbe cercato un altro lavoro e possibilmente una casa, anche per ospitare la sorella, che doveva venire a fare la baby- sitter presso questa Dina, che aspettava un bambino.
Dina, lui l’aveva vista solo due volte, dal parroco: era molto bella, aveva i capelli lunghi, spartiti in treccine come le nere, però lei era bionda…
- Te ne sei già innamorato? - scherzò Ugo e Roberta gli offrì addirittura di tenere un corso di informatica presso la sua azienda, con malcelato stupore del suo partner: gli doveva stare proprio simpatico, il nuovo amico, a Roberta!
Nicola avrebbe prima finito il suo lavoro nell’appartamento, ormai si era impegnato, però aveva un problema: nella nurserie aveva disegnato dei fiori sulle pareti, ma le farfalle, che la signora gli aveva detto di aggiungere, non gli riuscivano.
Ugo si offrì di aiutarlo – le farfalle – disse – erano la sua specialità.
Ormai Nicola era un amico, e una sera che si trovarono da soli, gli raccontò
di sé e di Amanda…
Dopo due mesi circa, al ritorno di un weekend al mare, Ugo e Roberta sentirono un pianto di neonato e voci di donne, l’appartamento accanto era stato finalmente occupato…
Qualche giorno dopo, sul tardi, mentre chiacchieravano con Nicola, diventato un ospite quasi fisso da quando lavorava con Roberta, si sentì bussare al citofono.
Andò a rispondere Nicola:
- E’ una signora, non ho capito bene, sta salendo..-
Ugo si trovò improvvisamente di fronte a sua madre, che viveva ad Arezzo:
- Mamma, arrivi così, senza telefonare prima?- impacciato, quasi balbettava, sua madre non sapeva ancora nulla di lui e Roberta, era così affezionata ad Amanda, figuriamoci…
La vecchia signora sbalordì: - Ma se mi avete invitato a far da madrina ad Elisabetta, che si battezza domani…-
- E chi è Elisabetta? Chi ti ha invitato? - Ugo sentì che si avvicinava qualcosa di terribile.
La signora Elisabetta – così si chiamava – era sempre più stranita:- Elisabetta è tua figlia e mi ha scritto Amanda – disse tutto d’un fiato, anche lei percepì una tempesta in arrivo
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
domenica 3 febbraio 2008
FARFALLE SULLA PARETE 2a parte
Pubblicato da R.L. alle 14:28
Etichette: farfalle sulla parete, racconto
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