Una finestra sul Mondo

Arte - L'immagine del giorno

Astronomia - Un'immagine al giorno



Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


giovedì 29 ottobre 2009

FIACCOLATA NOTAV

Da Ambientevalsusa lunedì 26 ottobre 2009 22.57.57

TAV= SPRECO VIENI ANCHE TU A MANIFESTARE CON NOI‏

Allegata locandina

MANCANO I SOLDI PER LA CASSA INTEGRAZIONE MA VOGLIONO SPENDERE 120/150

MILIONI DI EURO PER OGNI CHILOMETRO DI TAV IN VAL SUSA ED AL BRENNERO!

NON E'UNA VERGOGNA?



APPUNTAMENTI NO TAV



Sabato 31 ottobre 2009: fiaccolata di HallowinNoTav contro i sondaggi

Scarica il volantino. http://www.ambientevalsusa.it/hallowin.pdf

STAMPA E DISTIBUISCI OPPURE INVIA QUESTO LINK AGLI AMICI!!!

FERMARE LO SPRECO TAV SI PUO'. FALLO PER TE E PER I TUOI FIGLI!!!


Venerdì 30 ottobre: Serata informativa sul TAV a Villar Dora.

Scarica volantino. http://www.ambientevalsusa.it/Villar%20dora%20serata.pdf



Venerdì 30 ottobre: Presentazione del libro "Il succo di un'amicizia civile" a Villar Focchiardo.

Scarica volantino. http://www.ambientevalsusa.it/2009_10_30_Villarfocchiardo-No-Tav.pdf



ULTIMI AGGIORNAMENTI



27 ottobre 2009: Audizione di Andrea Barducci presso l'Osservatorio a proposito della "vicenda Mugello"

Cosa dirà a Virano il presidente della provincia di Firenze? -

L'Osservatorio ha già perso ogni credibilità ed ogni possibilità di vendersi come "imparziale", perchè

vuole peggiorare ancora la sua immagine agli occhi dei valsusini?

leggi tutto: http://www.ambientevalsusa.it/ultimocomunicato%20Barducci.pdf



26 ottobre 2009: L'associazione Idra di Firenze scrive a Virano, alla CIG, al Prefetto di Torino

a proposito dell'audizione in Osservatorio di Barducci e chiede provocatoriamente un'audizione

in Osservatorio per raccontare la verità sui danni in Mugello provocati dal TAV.

Leggi la lettera: http://associazioni.comune.firenze.it/idra/26-10-'09.htm



I costi aumentano e paga ancora Pantalone. E' sempre la stessa storia, anche al Brennero!

Studio del Professor Ivan Cicconi- TAV al Brennero: chi ci guadagna e chi ci perde?

Studio del Dottor Mirco Federici - Analisi termodinamica integrata dei sistemi di trasporto

in diversi livelli territoriali.

Per capire gli sprechi del TAV.

Questi e tanti altri nuovi documenti li trovate su

www.ambientevalsusa.it (home - ultimi aggiornamenti)

GRAZIE PER L'ATTENZIONE

I migliori saluti, Scrivi a:

Ambientevalsusa info@ambientevalsusa.it

lunedì 26 ottobre 2009

quarta parte (ultima)





La giornata innovativa ad Heildelberg si è conclusa con cena di galà e premiazione idee migliori della giornata nella sontuosa dimora Palais Prinz Carl.
Il posto e l'atmosfera sono meravigliosi, ma per quanto riguarda il menu di una cena Italia batte Germania 3-0.
Antipasto = zuppa, buona per carità, ma volete mettere con le gustose e buonissime specialità italiane (scegliete qualsiasi regione..)
Primo = non pervenuto, all'estero c'è un unico piatto, definito main dish che dovrebbe essere la portata principale e centrale della cena.
Mi hanno portato un piatto decorato, con ciuffi di broccoli, carote e funghi (champignon), con al centro un pezzo di carne spessa e quindi semi-cruda.
Ho chiesto che carne era.
Non sapendomi dire il termine in italiano, mi hanno detto che era......Bambi, come il personaggio di Walt Disney.
Sono passato direttamente al dolce, senza caffè, ovviamente !
Casa dolce casa arrivo.
Nonostante tutto, preferisco ancora la nostra terra e le nostre abitudini.
Alla prossima !

giovedì 22 ottobre 2009

Terza parte



Villa Bosh è dedicata a Carl Bosch che è stato insignito del premio Nobel per la chimica, nel 1931, per gli studi sullo sviluppo di processi chimici ad alta pressione.
Si trova sulla parte più alta di Heidelberg, e da li si gode di una vista stupenda sulla "collina" della città, ricca di cultura e vegetazione.
Gli interni sono molto hi-tech (le porte sono scorrevoli e si aprono automaticamente quando ci si avvicina, anche quelle del bagno !) e tutte le pareti sono tappezzate dalle foto di premi nobel nei settori della chimica e della medicina, tra cui la nostra Rita Levi Montalcini.

La Villa è utilizzata spesso per convegni e manifestazioni scientifico-culturali e quest'anno ha ospitato la nona edizione dell'Heidelberg Innovation Forum, dedicata alla creatività e al visual computing (che non saprei come tradurre).
In pratica per tutto il giorno vari esponenti delle principali università tedesche, e di alcuni centri di ricerca stranieri (Dublino, San Diego, Toronto per citarne alcune) hanno presentato alcune idee che potrebbero rivoluzionare o stanno rivoluzionando le nostre abitudini: dalla televisione 3D ai sistemi multi-touch il futuro è sempre più immersivo, non vedremo più la televisione, nè navigheremo in Internet, ma saremo IMMERSI in un flusso audio-video, così come Tom Cruise nel film Minority Report.
Veramente "impressive" e "stravolgente" !

mercoledì 21 ottobre 2009

Tutti ad Heidelberg - seconda parte



No suspence: sono arrivato in tempo.
Qui i biglietti del treno sono più cari che in Italia (credo un 20% in più), ma quando si va alla biglietteria ti forniscono:
- i biglietti;
- le indicazioni stampate sull'accoppiamento binario - treno;
- la coincidenza più vicina
e - udite udite - ti prenotano carrozza e posto a sedere alla stessa altezza del treno su cui occorre salire al volo, che ovviamente, si ferma al binario di fronte.
Morale della favola, oltre ad avere spaccato il minuto di partenza ed arrivo, quando sono sceso dal primo treno non ho dovuto che fare tre passi e salire sulla carrozza in fronte a me !

E così alle 11 e 10 sono sbarcato ad Heidlberg.
Che bella.
Ma che freddo.

Devo andare a Villa Bosh: o cammino per 30 minuti (in salita, sta in collina, dominando la città) o prendo un taxi.
Non ho scelta prendo il taxi.
Sorpresa sorpresa.
20 minuti di taxi - 11 euro e spiccioli.

Ho fatto bene.
E soprattutto sono arrivato in anticipo di 5 minuti.
Inganno il tempo con il caffè, tanto è così lungo qui che potrei metterci mezz'ora solo per berlo tutto :-)

martedì 20 ottobre 2009

Tutti ad Heidelberg - 1 parte



Stamattina sveglia all'alba: obiettivo raggiungere la splendida cittadina denominata Heidelberg, nella regione del Baden-Württemberg sulle rive del fiume Neckar, entro le 11 e 30 del mattino.
Mission impossible con i mezzi di trasporto made in italy (ahimè, almeno a Torino, non c'è traccia di Alitalia, salvo qualche sporadico volo verso Roma e Bari), ma per fortuna i tedeschi (Lufthansa) si sono ben organizzati e hanno messo diversi voli mattutini che da Torino portano a Francoforte e Monaco.
Per cui viva Lufthansa, alle 6 e 30 sono a Caselle, faccio una trafile di 30 minuti per i consueti controlli di sicurezza, cappuccino-brioches e spremuta dopo il check-in e via, ore 7 e 30 con una puntualità svizzera - pardon - tedesca si parte !

Durante l'oretta di volo mi chiedo come raggiungere Heidelberg, chiedo un pò ma mi rassicurano: è sufficiente andare alla stazione dei treni dell'aeroporto di Francoforte, e li mi prenderanno in consegna 10 linee ferroviarie differenti (mi chiedo se ho capito male...10 linee ? boh...vedremo).
Arrivato a Francoforte vengo accolto da un cielo terso e un sole pallido, ma non ho tempo, sono già le 9 e non so ancora come raggiungere la meta.
Faccio un pò di sano walk nell'aeroporto e via, arrivo al centro informazioni della stazione ferroviaria all'interno dell'aeroporto (qui in germania trasporti sono integrati, sanno che se metti un aeroporto fuori città, hai bisogno di un treno che arrivi fino all'aeroporto e che, possibilmente, da lì ti possa portare in ogni dove...a Torino il messaggio non è ancora passato, per non parlare di Malpensa...).

Scopro che per arrivare ad Heidelberg devo prendere due treni, e la per saltare da uno all'altro ho solo 5 minuti di tempo.
Sono spacciato, figuriamoci se riescono a mantenere sincroni due differenti treni, con destinazioni diverse, su linee diverse, di proprietà diverse...
Non arriverò mai in tempo.
O no ?

diario di D

sabato 17 ottobre 2009

LA CASA IN VIA DEL CAMPO.....

..erano un pò di giorni che questa canzone mi girava per la testa, mi sorprendevo a cantarla con un pizzico di rimpianto. Mi son detta in fondo è solo una vecchia canzone, risale al 1978 la canta ancora su youtube Franco Simone, che un pò mi somiglia:-) la mia copia al maschile...una maschera tenera, mentre lo sento cantare, un viso pulito, quasi trasparente.
Io abitavo proprio lì, in una casa di campagna, dove ho trascorso dei momenti felici e momenti di sconforto terribile, ma i ricordi restano indelebili, delle risate, le partite a carte interminabili, i brindisi per niente e per tutto. In quella casa, la mia prima casa, ho lasciato un pò del mio cuore ed ogni tanto vado a riguardarla ed è come rivedere un sogno al rallentatore, un sogno che vorresti non finisse mai, poi ti svegli e vai incontro alla realtà..alla vita, che a volte indurisce i cuori, che sembravano puri e pieni di ideali, a volte ti sembra che manchi quel pizzico di sana follia, dove tutto era possibile, sembrava a portata di mano e lo prendevi, così..sorridendo senza nulla togliere a nessuno. La mia casa in via del campo era piena di bambini, il mio era piccolino e figlio unico, allora tutti i giorni transitavano decine di bambini in cerca del mio piccolo grande amore, avevo un cestino di caramelle, cioccolattini, biscotti, loro sapevano dove andare, poi c'erano le feste, le inventavano con la magia dei loro bellissimi anni, anni di incanto verso il mondo, di meraviglia continua...Il tempo passa e passano le favole per tutti, arriva il giorno in cui ti accorgi che la vita va vissuta con i piedi per terra..un'espressione di una cara amica, che non ho mai condiviso, neanche ora..penso che bisogna essere sempre un pò tra le nuvole per poter dare spazio ai sogni e per cercare il sole.....però ci provo ancora adesso a non stare sempre col naso in su in cerca di aerei nuvole aquiloni..

mercoledì 14 ottobre 2009

4 Ed ultima parte

Non c'è nessuna azienda italiana che produce set top box / decodet per il DTT.
Alcune ri-etichettano decoder costruiti altrove, ma nessuno ne produce in
Italia.
2 decoder a famiglia per 22 milioni di famiglie = 44 mln di decoder.
Al prezzo più basso, cioè 30 euro, fa un giro di affari di 1.320 mln di euro una
tantum, senza contare i tassi di sostituzione e l'evoluzioni.
Senza contare la possibilità di fare decoder da esportare in tutte le nazioni,
nel mondo, che utilizzeranno il DVB-T come standard.
L'Italia ha introdotto quasi per prima in Europa il DTT, ma nessuna azione è
stata fatta per spingere qualche produttore/industriale a cimentarsi in questo
business.
Si sono fatte solo le regole per la pay per view, che ha permesso a Mediaset di
portare da tre a circa 70 i canali trasmissibili in Italia.
Non si poteva fare qualcosa in più per rilanciare l'economia italiana ?

D'altronde, in Italia abbiamo il tasso di penetrazione tra i più elevati al
mondo, ma sapete quante aziende italiane producono i cellulari ?
Nessuna.

E per quanto riguarda i computer ?
Quanti di voi hanno un pc made in italy ?

Vabbè però uso Alice per l'adsl e Telecom/TIM per il cellulare...
Peccato che...neanche più la telecom è italiana (c'è un diritto di prelazione
esercitabile dagli spagnoli di telefonica per rilevare la maggioranza).
Vodafone è UK, Wind è egiziana, Tre è cinese, Fastweb è degli svizzeri.

Noi spendiamo quotidianamente per servizi / prodotti non italiani.
Questo è il principale problema della nostra economia, e di qeusto dovrebbero
occuparsi i nostri politici.

P.S. alla fine ho comprato un decoder francese: li il DTT è stato introdotto
qualche anno dopo che in Italia, ma dal punto di vista industriale e politico
si sono mossi più in fretta

lunedì 12 ottobre 2009

MA MI SI E' ROTTA LA TV ? terza parte

Arrivato con fatica al reparto decoder ho capito che la questione non era
risolta...
Anche qui occorre sapere cosa si vuole, o mettersi nelle mani di qualcuno che
può fare di te quello che vuole...
Qualcuno sa cosa è uno zapper ?
E' l'mhp ?
E la CAM ?
E Dhalia TV ?
E la porta usb frontale per caricare i filmati dalla chiavetta ? (ma io voglio
vedere solo la tv...)

Se almeno uno sapesse cosa, come e perchè scegliere un componente piuttosto che
un altro, potrebbe anche valutare bene cosa spendere e cosa acquistare rispetto
le proprie esigenze.
Io voglio vedere solo la tv.
Come prima, nè più nè meno.
Non mi interessa la pay per view, non volio interagire con la TV (già devo
interagire col resto del mondo, io la tv la subisco volontariamente, per poco
tempo, e solo con chi mi aggrada, con chi devo interagire ? Con Emilio Fede ? O
con Minzolini ?)
Boh..

Ho deciso di comprare un decoder made in italy, con il minimo indispensabile per
vedere la tv.
Se proprio devo spendere dei soldi, che servano almeno all'industria italiana.
L'Italia è una delle prime in Europa a switchare, sicuramente ci saranno
produttori italiani che si sono mossi per tempo (d'altronde parliamo di - in
media - 2 decoder a famiglia per tutti gli italiani da qui al 2012, insomma un
bel business !).
E allora, dai compriamo il decoder made in italy.
Però, però...
All'ipercoop non ce ne sono.
All'auchan neanche.
Da Unieuro nemmeno.
Da Carrefour nisba.
Da MediaWord ? Neppure...

Sono stanco, vado a casa.
Saranno andati tutti a ruba, penso, i decoder made in italy.
Oppure no...

Non ci posso credere...ma giusto per curiosità...qualcuno ha comprato un decoder
italiano, fatto in Italia ?

Ditemi di sì, vi prego.....

sabato 10 ottobre 2009

MA MI SI E' ROTTA LA TV ? seconda parte

Entrare in un ipermercato con la consapevolezza che sei costretto a
comprare qualcosa per forza (si lo so, potremmo fare a meno della tv, ma
non mi sento ancora del tutto pronto a mettere monitor e pc in ogni
stanza, ne ho già due....) è per me una sensazione strana, da una parte
quasi elettrizzante (nessun senso di colpa: non sono io che voglio
togliermi un vezzo, devo proprio comprare quel "coso") dall'altra mi fa
incazzare (ma perchè devo proprio comprare qualcosa che non ho
richiesto...boh).
Tant'è...
Prima di arrivare ai tanti sospirati decoder mi imbatto in qualche
migliaio di televisori...
Lcd, al plasma, hd compliant, full hd, hd ready, con cam, senza cam, con
mhp, senza dtt, bollino dgtvi, 16:9, 4:3, interlacciato, 1280 per
768,.....ma come si fa a capirci qualcosa ?
Una volta sceglievi la dimensione e la marca, adesso che cacchio bisogna
sapere per stabilire cosa e come vedere la TV ?
Boh...
Ma poi, perchè diavolo devo comprare la tv, lo schermo è nero ma mica
perchè non mi funzionano più i televisori.
E' semplicemente il DTT.
...
...
...
DTT da non confondere con il DDT (che invece conoscevo e a volte usavo
contro le mosche e le zanzare).
DTT = digital terrestrial television
cioè la televisione digitale...
...
...
e vabbè va, vado ai dedocer e cerchiamo di capirne qualcosa...

giovedì 8 ottobre 2009

MA MI SI E' ROTTA LA TV? prima parte

Come sempre, seguendo il rituale del mezzodì accendo la tv per il tg..oh caspita, lo schermo è nero!!Saranno i giudici della Consulta?
Mi sposto subito su rete4, ma anche lì schermo nero: deve essere successo l'irreparabile se emilio fede non è in tv..saranno tornati i comunisti? Credo di no altrimenti lo schermo anzichè nero sarebbe rosso. Mi sposto in salotto per vedere se l'altra tv funziona, ma niente, è tutto nero!!!!E che si fa ora? Vago stordito tra i piani del condominio, penso " sarà l'antenna centralizzata", ma nessun over 60 sa dirmi cosa succede, decidiamo di indire una riunione straordinaria con effetto immediato e mentre aspettiamo l'amministratore si unisce a noi il nostro ottuagenario Salvatore il saggio che ci chiede: "ohibò che ci fate tutti qui, non siete ancora andati a comprare il decoder per il digitale terrestre per poter vedere la tv?"- Ah...ecco, da oggi in poi a Torino per vedere la tv serve il decoder!!
Usciamo in massa ed andiamo a cercarne uno.

ANIMALE METROPOLITANO

I richiami del gallo e la campana
han ceduto nell'alba
allo sferraglio
nel tritura-rifiuti
(dal campanello conosci
la tua lebbra).
La solerte ganascia ingoia sminuzza
ciascun residuo: quanti (troppi)
ne lascia ogni uomo a scia
dell'esistenza,
mi rompe il sonno impietosa
strappa la coda al sogno
ultima cometa,
mi sollecita
alle inutili corse d'animale
metropolitano,braccato
dalla folla,nel rumore
che ottunde voli (spazi gridi) d'anima.

Oggi è uno di quei giorni in cui non ho voglia di parlare e tra le tante poesie di R.L. ho deciso di riproporre questa. Spero che continuerà a scrivere ancora a lungo su questo blog e La ringrazio con un abbraccio.

lunedì 5 ottobre 2009

frasi ... degli altri ;)

Ciao amici tutti! E' un po' che non passo dall'isola ... e che dire a giustificazione di ciò??? beh...a volte accade che manca l'ispirazione, oppure la vita ti prende e ti fa voltare lo sguardo da un'altra parte ... a tutti i costi.
Oggi però ho letto una frase, molto bellam a mio parere ed è di Paulo Coelho, uno scrittore che amo molto .. e per questo la condivido qui con voi. Perchè? Perchè in questo momento della mia vita è forse quella che meglio mi rappresenta e renderla in comune forse mi aiuterà a prenderla come esempio.

"il ragazzo cominciò ad invidiare la libertà del vento, e avvertì che avrebbe potuto essere come il vento. Niente lo impediva, se non lui stesso".

Vi abbraccio tutti, Flo

UNA PARENTESI DEL MIO DIARIO (forse sarà l'unica)

La mia adolescenza: circa a 13 anni in un paese piemontese (Ceres),mentre facevo l'imbianchino,questo era il mio mestiere allora,ho avuto il primo attimo di smarrimento:il mio sesso incominciava a dettarmi delle leggi che io ancora non conoscevo..pruriti strani.La prima cosa che feci fu quella di nascondermi nel bagno del datore di lavoro,ero meravigliato da quello che provavo,mi guardai e naturalmente mi toccai ed all'improvviso provai un piacere che mi fece quasi paura,era la prima volta che mi succedeva una cosa del genere! Ritornai subito al lavoro e l'imprenditore mi chiese gentilmente se gli comprassi delle sigarette,io ci andai volentieri,almeno non avrei lavorato per un pò,in fondo ero solo un ragazzino,ma giunto dal tabaccaio vidi sul bancone un pacchetto di sigarette lasciato da qualcuno,allora me lo infilai in tasca,pagai l'altro fumo e con i due pacchetti mi avviai verso il cantiere di lavoro.Consegnai il pacchetto e mi avviai di nuovo al mio posto,pensavo sempre alle sigarette che avevo in tasca e provai ad accenderne una,una cosa atroce,stavo quasi per soffocare...I giorni passavano e sempre di più sentivo il desiderio di avere un contatto vero con una ragazzina,allora cominciai a rincorrere quelle che c'erano nel mio quartiere.

Repost

sabato 3 ottobre 2009

LA MACCHINA DEL TEMPO

Non mi serve la macchina del tempo
per tornare al passato, all’uomo nero
in piedi nel suo antro: vendeva
carbonella e la sua pala fin dentro
gli occhi sollevava nugoli
d’oscura polvere a suscitarmi
la tosse in gola e uno stupore attento.
C’erano asini, nel mio lontano
mondo e donne con dita febbrili
a impagliar sedie, e carretti tirati
da cavalli e scie di meta sulla strada.

Il futuro è già qui, presso il nipote,
che manovra computer, cellulari
d’ultima generazione, tutto un mondo
digitale, gli avatar, tra poco il kindle,
che archivierà ahimé le biblioteche.

Sospesa tra due mondi, uno
perduto, noto a me sola, l’altro del tutto
estraneo, ostile, irraggiungibile,
resto tra le mie cose, umili
quotidiane, confortevoli: i quadri
il vecchio divano, Cartesio
col cipiglio e i libri, i libri che gusto
anche al tatto all’odore, mia Città
del Sole, qui mi chiudo a difesa
e qui voglio finire.

giovedì 1 ottobre 2009

VISTA DAL BASSO 8a parte

buttare giù dal ballatoio, invocando ‘a bonanema (l’estinto), e ogni volta vicini volenterosi la tiravano indietro.
Mio padre era molto alto, era stato infatti granatiere durante la prima guerra mondiale e a tavola ci raccontava spesso episodi di quella sanguinosa
avventura che gli aveva procurato una ferita nel braccio e ferite più profonde nell’animo. Ci raccontava gli assalti alla baionetta sul Monte Grappa, la vita in trincea, ma anche i colloqui con gli austriaci negli intervalli delle battaglie.
Era il nostro Remarque quotidiano.
Era un uomo mite, aveva dovuto interrompere presto gli studi, dopo la III Avviamento (corrispondente più o meno alla nostra terza media), per la morte prematura del padre, ma leggeva molto: in biblioteca aveva le opere di Dickens, di Hugo, di Swift. In gioventù aveva scritto sonetti d’amore per mia madre ed era conosciuto infatti nel quartiere come don Gennarino ‘o pueta.
La mattina, quando si radeva, non fischiettava o cantava, ma recitava ottave dell’Ariosto: “Vaghi boschetti di soavi allori…”, che io ascoltavo deliziata dal letto.
La quarta e la quinta elementari le frequentai nella scuola pubblica intitolata a Giacomo Leopardi. I libri che usavamo erano infarciti di storie di martiri fascisti e a ogni piè sospinto glorificavano le opere e le vittorie del Regime Fascista. Partecipai anche ai Ludi Juveniles e vinsi un premio con uno sciagurato tema sul Duce…


Il sabato andavamo all’adunata nella piazza antistante la Casa del Fascio, intitolata a Filippo Corridoni. Si assisteva all’alzabandiera, io con la mia divisa di Piccola Italiana: blusa bianca di piquet con una grande M colorata sul taschino, gonna nera e la mantella pure nera, chiusa al collo da una catenella dorata, che mi piaceva da morire, solo per quella avrei aderito al Fascismo…
Però le marce mi angosciavano: siccome ero piccola di statura capitavo sempre in prima fila e tenevo stretto stretto il pugno della mano destra, per non sbagliare quando scattava il comando: fianco destr!, perché ero una mancina disturbata e per me, ancora adesso, distinguere la destra dalla sinistra richiede uno sforzo di riflessione.
Quando imparai a scrivere o quando disegnavo, tentavo di farlo con la sinistra, ma tutti mi sgridavano, come avessi commesso chissà quale colpa, per cui sono diventata un’ambidestra imbranata: cucio con la sinistra, ma dalle suore ricamavo con la destra, scrivo con la destra, ma so scrivere anche con la sinistra, con una grafia infantile, cosa di cui si avvaleva mia nipote Maria quando si stancava di fare i compiti – Nonna, scrivi tu con la mano di bambina! – mi diceva (l’altra era la mano di professoressa).
Alla fine dell’anno scolastico 1940-41, in cui avevo terminato la quinta elementare, quando avevo cioè dieci anni, scoppiò la II guerra mondiale