Una finestra sul Mondo

Arte - L'immagine del giorno

Astronomia - Un'immagine al giorno



Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


lunedì 31 marzo 2008

GUIDO E IL LUPO

Gli angioletti sono presenti nell’immaginario dei bambini,
con compiti un po’…maliziosi.
La pioggia: sono gli angioletti che fanno la pipì.
Il tuono: gli angioletti tirano lo sciacquone.
Il tramonto: il sole si corica nel mare, altrimenti brucerebbe il letto e gli angioletti gli rimboccano le onde!
La sera, tra i rituali per esorcizzare la paura del buio, Guido vuol sentire l’elenco dei personaggi che gli sono più graditi:
Sogna la fatina…sogna gli angioletti…(immancabili), adesso viene l’Omino dei sogni con l’ombrello colorato…
Alla fine concludo: - sogna il lupo…
E lui, con un gran sospiro liberatorio, completa:
…di Gubbio – e si addormenta.

CHI VINCE.......HA SEMPRE RAGIONE?

In guerra,in politica,in amore,addirittura nelle amicizie: chi vince ha sempre ragione?
In genere si pressupone che il più forte sia il vincitore in assoluto,quindi deve necessariamente esistere un debole da piegare,sopprimere,surclassare.Un esempio è la politica,soprattutto nel nostro Paese,ultimamente raccoglie una non bella eredità,questo accade già da tantissimi anni,quale sarà il futuro che ci aspetta? Partendo dal basso,dall'emarginato,ai comuni lavoratori,ci chiediamo se miglioreranno le condizioni di vita:ci sarà una sanità più attenta,un investimento per il sociale,la ricerca ecc.ecc? Nel caso politico,coloro i quali vinceranno le elezioni saranno più forti con i più disagiati o cercheranno di migliorarne le condizioni?
Quando un amore finisce chi è il più debole..quello che soffre di più,quello che piange o quello che decide di rifarsi una nuova vita?
In guerra non ci sono dubbi:il più forte vince e basta,lasciandosi alle spalle una scia di sangue,di morti,desolazione,distruzione dell'ambiente e delle coscienze dei perdenti.

CUBA

domenica 30 marzo 2008

DIARIO E IL GIGANTE SPACCAINDUE

Nasce un gioco: il gigante Spaccaindue.
Spacca la sedia: diventano due sedie!
Spacca il gatto: diventano due gatti!
Dario si eccita, ride, gli brillano gli occhi.
Passiamo in rassegna cose, animali, tutti duplicati, poi arriviamo alle persone.
- E se spacca papà Fulvio e uno sta di qua – dico io, indicando col dito a sinistra – e uno di là – indicando a destra – tu con quale vai? –
E lui, senza un solo istante di esitazione, indicando uno dei diti:
- con questo – dice.
La mamma la salto: meglio non invadere il recinto del sacro.
Attacco diretto: il gigante adesso spacca Dario.
- No – dice lui prontissimo – un altro Dario già c’è – ( è un suo amichetto del cortile).
L’identità non si tocca, andiamo.

CUBA

sabato 29 marzo 2008

RAFFAELLA E LA MUCCA

Raffaella gioca con la mucca Carolina, ottenuta con i punti del formaggino (!)
La accarezza la stringe la munge la cavalca, inventa mille giochi.
Un giorno andiamo in paese, dalla nonna paterna.
In uno spiazzo c’è una mucca accosciata che, al nostro passaggio, come per salutarci, si rizza in piedi ed emette un lungo muggito…
Raffaella mi lascia la mano e spicca una corsa velocissima, il padre a stento riesce a raggiungerla e a portarla in salvo dal passaggio delle automobili sulla strada…
Lo scarto tra realtà e finzione edulcorata di plastica è stato decisamente traumatico..
Da quel giorno la mucca Carolina giacerà abbandonata in un angolo.

MADRE...

Madre
avevi gli occhi di brina
lucenti
il collo di un cigno
ribelle
il cuore assopito
e un pò stanco.
Madre
avevi la voce
melodiosa e gentile
i tratti
di nobile - donna
piangevi
nel farci partire
ridevi
soltanto con gli occhi.
Madre
avevi
le labbra di
un rosa corallo,
salivi le scale
volando,
a volte ti vedo
qui accanto,
ti dico le frasi
più belle
mi siedo
a farmi cullare
tra: braccia
fatica e rimpianto...

PRAGA

METROPOLITANA

La pioggia impasta fango e miseria
sotto i portici gocciolanti della stazione
disegna percorsi impervi tra pozzanghere
nere di smog e sudiciume:evito
i cartoni bagnati dell'emarginato
gli occhi del piccolo ladro
appostato alla bocca dell'antro:
La Sibilla per lui ha già emesso
i suoi ambigui vaticinii...

venerdì 28 marzo 2008

QUANDO SI E' INNAMORATI DI 2 PERSONE...

La mia amica mi ha finalmente telefonato..io non la cercavo perchè sapevo che era inquieta..ed ero in attesa di sue notizie.Visto che era in lacrime e piuttosto giù di morale, mi sono molto preoccupata e le ho chiesto che intenzioni avesse per chiarire la sua situazione.E' stata, per me,una cosa sconvolgente,lei continuava a ripetermi piangendo che non poteva fare a meno di nessuno dei due,ed addirittura adesso sognava di fare l'amore con entrambi..io sono rimasta senza parole,il suo continuo alternarsi di riso e pianto mi ha fatto capire che era in profonda crisi,ma che non aveva nessuna voglia nè di un consiglio,nè di uscire da questo amore a tre!Alla fine ci siamo salutate con l'intenzione di vederci e di parlarne ancora......

PRAGA

giovedì 27 marzo 2008

MARIA CANTA

Maria non apprende il linguaggio ripetendo nomi, non le interessa il significato, ma solo l’intonazione del discorso, infila sillabe in libertà con tutte le tonalità della voce, dalla dolcezza al richiamo al rimprovero al mormorio…
Ma un giorno, da quell’arruffio ecolalico emerge un significante: Noi,
lo ripete in tutte le salse tonali e poi lo canta, a lungo, mentre spinge il carrozzino della bambola nel corridoio: Noi, noi, noi…
E non sa di evocare la partecipazione, la comunità, il mondo…

PRAGA

mercoledì 26 marzo 2008

NONNA BILLO E NONNA LELELLA

Sfogliamo spesso quei deliziosi libri per bambini, pieni di buchi colorati, di figure magiche che si sollevano dalle pagine, di animali che si trasformano tirando una linguetta di cartone…
Perciò, appena mi vede, Fabio esclama:
- Nonna, billo! – che è il suo modo di dire libro.
Divento Nonna Billo.
E’ la sera di San Lorenzo. Si parla di stelle cadenti.
Fabio mi prende la mano: - Nonna, lelella! –
E così, tutte le sere andiamo in giardino a guardare le stelle.
E’ più bello essere Nonna Lelella.

QUANDO SI E' INNAMORATI DI 2 PERSONE......

Una persona che conosco,sposata felicemente,viaggia molto per lavoro.Questa donna,molto sensuale,affascinante ed aperta,circa due settimane fa è andata a Berlino per un congresso,ha conosciuto un collega belga ed è scoppiata una passione irrefrenabile..senza nemmeno quasi parlarsi sono finiti a letto insieme ed hanno trascorso 3 giorni di passione pura,di dono reciproco,come due assetati hanno bevuto l'uno dall'altra,mai sazi,sempre insieme,il bisogno di toccarsi,il tremito delle mani,il brivido sul corpo,non riuscivano quasi a fare più niente,avevano un desiderio insaziabile,riuscivano solo a comunicare col corpo.Per lei è stata un'esperienza di vita mai vissuta prima..ma ad un certo punto è tornata a casa.Il marito l'aspettava con ansia mista a desiderio,lei è stata travolta ancora una volta dal piacere reciproco che si donavano ormai da anni,ma qualcosa in lei era cambiato,pensava anche all'altro,lo desiderava ardentemente,lo avrebbe voluto lì con lei.Il collega continuava a mandarle messaggi di fuoco,le diceva che l'avrebbe raggiunta al più presto e lei era emozionata come al primo bacio...l'aspettava,neanche si rendeva conto che amava due uomini e che non voleva perdere nè l'uno,nè l'altro....

Las Vegas -Caesars palace

martedì 25 marzo 2008

CITTA' GRIGIA

Le idee scivolano via controvoglia contromano
controsenso (doppio senso non-sense):
la città ingrigisce sull'asfalto maculato
di rifiuti nell'aria nei cuori volti passi,
le vetrine grondano reperti lacerti di
finta allegria sforzata ilarità amabilità
da museo delle cere - sotto corre il fiume nero
della paura che prende allo stesso laccio
violentatori e violentati....
A casa aspettano le domande gli occhi
e la gioia di un bambino: nostra unica assoluzione.

IL PROFUMO CHE CERCHI......

E' nell'aria il profumo che cerchi,
ti circonda,ti avvolge sublime.
Non lo avverti,sei troppo distante,
ma il sole ancora ti riscalderà
e un giorno nuovo ti sorprenderà
La luce al buio si sotituirà e ti
cullerà,come un bambino,ti racconterà
sogni e favole e tu sorriderai,
almeno per un pò,poi ricadrai
nel tuo guscio stretto,ti
farai piccolo piccolo,come
un cagnolino che dorme..
lieve sarà il risveglio,
dolce sarà il ritorno!

lunedì 24 marzo 2008

CUBA

COLPO DI FULMINE fine

Più tardi comunicò allo zio che si era sposato, che non voleva più vedere sua zia e che da quel momento avrebbe consumato i pasti nel suo appartamento.
Lo zio trasecolò: e chi glielo diceva alla moglie?, ma il nipote fu perentorio e lo lasciò, senza dargli il tempo di replicare.
Passarono mesi di inutili tentativi di risvegliare Ida, nonostante Alberto le parlasse ogni giorno e le facessero ascoltare il pianto del bambino.

Un giorno la zia si presentò inopinatamente al nipote, che tentò di respingerla con durezza, ma lei insistette: - Prima ascoltami, ho i miei torti e ti chiedo scusa.
Ma il bambino devi farmelo vedere, non puoi negarmelo, ho cresciuto te, saprò bene badargli, meglio di qualsiasi mercenaria. Ti prego, ti prego –
Alberto rimase di sasso: in tanti anni non l’aveva mai sentita pregare, non l’aveva mai vista in quello stato.
Era pur sempre la sua madre adottiva. – Va bene – disse brusco.
La zia prese teneramente in braccio il piccino, lo baciò, lo vezzeggiò.
Poi entrò nella stanza dove giaceva Ida. Era tornata ad essere la Comandante.
Si avvicinò al letto e disse, con la sua solita voce imperiosa, a cui niente e nessuno aveva mai resistito:
- E allora, ragazza mia, ci vogliamo svegliare, che hai un marito e un figlio da accudire? –
Alberto e l’infermiera non credevano ai propri occhi, quando videro le dita della mano di Ida scosse da un tremito.

domenica 23 marzo 2008

CUBA

sabato 22 marzo 2008

Ciaoooooo :-)))))

Ciao a tutti,vi scrivo per dirvi che non c'è nessuna differenza tra una persona ed un'altra,siamo tutti simili,se riusciamo a guardare oltre,se riusciamo a comprenderci ed a vedere il buono che sicuramente è in ciascuno di noi.Buon sabato ed un sorriso.

CUBA

venerdì 21 marzo 2008

COLPO DI FULMINE 11a parte

A casa, Alberto trattò la zia con grande freddezza e si chiuse a riccio. Però riprese le galoppate mattutine con Adalgisa e ne apprezzò la discrezione.
Dopo più di una settimana, in cui se ne era stato sempre incupito in disparte, senza parlare con nessuno, tornando da una galoppata, sentì venire da un cespuglio il fischio con cui Fabrizio lo chiamava quando giocavano insieme da piccoli, per una scappatella segreta.
Frenò di botto, facendo imperiosamente cenno ad Adalgisa di proseguire.
L’amico uscì dai cespugli e gli sussurrò:
- Ha partorito, sta molto male, si teme che non ce la faccia. –
Senza dire una parola, Alberto smontò da cavallo, tese le briglie a Fabrizio e si precipitò in automobile all’ospedale. Incontrò per primi gli amici inglesi:
- Il bambino è nato, è bellissimo – disse la signora – ma Ida sta male, ha perduto molto sangue –
Si aprì la porta della stanza dov’erano le puerpere, ne uscì una barella. Si intravide il viso pallidissimo di Ida.
- Dove la portate?- Alberto quasi gridava.
- In sala rianimazione, ha bisogno di una trasfusione.
- Bene, chiamate il prete, voglio sposarla in articulo mortis –
La cerimonia fu celebrata di corsa, lungo il corridoio. Ida sbatté le ciglia per dare l’assenso, gli amici inglesi fecero da testimoni.
Dopo qualche ora di nervosa attesa, Alberto seppe che sua moglie era entrata in coma.
Corse a casa, diede ordine di preparare due stanze, una per la nurserie e una per Ida e l’infermiera che l’avrebbe assistita e più tardi tornò con moglie e figlio in un’ambulanza.
Si era svolto tutto così in fretta, aveva deciso tutto senza avere nemmeno il tempo di riflettere

giovedì 20 marzo 2008

CUBA

Se...


Se un giorno ti venisse voglia di piangere... chiamami.
Non prometto di farti ridere, ma potrei piangere con te...
Se un giorno tu decidessi di scappare, non esitare a chiamarmi.
Non prometto di chiederti di restare, ma potrei scappare con te...
Se un giorno ti venisse voglia di non parlare con nessuno... chiamami.
In quel momento prometto di starmene zitto...
Ma…Se un giorno tu mi chiamassi e non rispondessi...
Vienimi incontro di corsa...
forse io ho bisogno di te!

LA FATINA DISTRATTA

Andiamo alle giostre.
Giulia, per la strada, dandomi la mano, mi dice giudiziosamente:
Sulla giostra faccio solo due giri, altrimenti la fatina lo dice a mamma e a papà, che mi sgridano.
Non faccio commenti, mi sembra “la buona Giannina “ dei libri di scuola ottocenteschi.
Dopo due giri sui cavallini della giostra, mi sussurra con occhi furbetti:
Però, alle volte, la fatina si dimentica…
E sale sulle automobiline, sulle carrozze, sulle motociclette…
Si ferma, stanca e soddisfatta, solo dopo dieci giri…

Il mio sorriso



Ciao a tutti,saluto tutti i bloggers con il mio sorriso,oggi sole splendente,cornacchie e merli liberi (almeno loro),uccelli canterini...tutti si fanno il nido......

LAS VEGAS - BELLAGIO

mercoledì 19 marzo 2008

RAFFAELLA E IL MILIONE

Lunghe file di professori nella Banca d’Italia per ritirare lo stipendio.
A me pagano finalmente non so quale liquidazione per anni di servizio prestati in altro ruolo: un milione (di vecchie lire, naturalmente) e rotti.
Raffaella sente la cifra e grida (siamo proprio al centro del salone):
Un milione!! Siamo ricchi!!
E improvvisa un delizioso balletto, sotto gli occhi increduli dei colleghi…
Fortuna che a Napoli non era ancora tempo di scippi e di rapine fuori dalle banche

QUANDO LA CHIESA NON SI OCCUPA DEI FEDELI...

La Chiesa avrebbe un compito sacrosanto:la salvezza delle anime;purtroppo non è così, e non lo sarà mai,da secoli ha imperversato (vedi inquisizione ecc.ecc.),poi aveva fatto un passo avanti,con un Pontefice quasi progressista,ora,sicuramente la Chiesa sta arretrando e di molto,la domenica c'è poca gente che va a messa,nessuno ama più chi predica bene e razzola male.Non dico che i preti siano tutti uguali,ma la Chiesa come Istituzione è una potenza pericolosa...non so se si possa scioperare contro di essa,forse non servirebbe,è un padrone troppo forte e potente..ma basterebbe ignorarla e scrivere una volta per tutte che la Chiesa,come tale, deve servire il popolo,aiutarlo,non certo indirizzarlo politicamente....

LAS VEGAS - PARIS

martedì 18 marzo 2008

COLPO DI FULMINE 10a parte

La zia, dopo il licenziamento di Ida, si era apparentemente arresa, sembrava bastarle che il nipote si fosse messo a studiare d’impegno,
per completare gli esami che gli mancavano per laurearsi.
Una caldana di gioventù, un fuoco di paglia che sarebbe finito presto.
Anche Adalgisa sembrava aver rinunciato, veniva raramente e rideva di meno.
La consuetudine delle galoppate mattutine era cessata.
Lo zio Allocco un giorno lo chiamò in disparte, costretto dalla moglie, e gli pose precise domande.
Alberto rispose candidamente che era molto innamorato, che era stupito lui stesso di esserlo e che per il momento non voleva porsi problemi.
Ida superò gli esami e per Alberto, che si era intanto laureato, arrivò il momento di partire per un master negli Stati Uniti. Sei mesi. Gli sembrava insopportabile l’idea di separarsi da lei, che pareva accettare meglio la situazione, anzi, negli ultimi tempi, era sembrata meno appassionata, anche se più dolce e tenera.

I mesi volarono. I due amanti si telefonavano e si scrivevano molto spesso, ma Alberto a volte avvertiva come una nota stonata, una reticenza di lei e non sapeva darsene ragione.
Finalmente il master finì, eccolo di ritorno, corre alla villa degli amici, ma Ida non è in giardino ad aspettarlo, come al solito.
L’amica inglese lo invita in salotto, vuole parlargli prima che incontri Ida.
Con molta circospezione e giri di parole, mentre l’ansia di lui diventa incontenibile, gli dà la notizia: Ida è incinta.
Perché non gliel’ha detto finora, glielo spiegherà lei stessa.
Gli raccomanda di essere gentile, la gravidanza è difficile, e poi Ida è stata minacciata da sua zia, per telefono e per lettera…
Alberto entra nella stanza, Ida si alza dalla poltrona e gli va incontro
Lui la guarda allibito, la vede deformata,sofferente:
- Ma come ti sei ridotta! – e poi non riesce a frenarsi:
- Perché non mi hai detto niente? Perché mi hai tradito? Io non sono pronto per tutto questo.
- Lo vedi – dice lei quietamente e si ferma, con le braccia distese lungo il corpo:
- Avevamo ragione noi a tacere. Se te lo avessi detto subito, mi avresti probabilmente chiesto di abortire e io avrei dovuto scegliere tra te e lui. – Si mette una mano sul ventre – Adesso invece sei tu che devi scegliere, tra noi e senza noi. –
A lui quel noi, sottolineato dalla voce di lei, non piace, non le si avvicina, la guarda con uno straniamento che lei avverte.
Gli occhi le si riempiono di lacrime.
- Dammi tempo, devo riflettere – Alberto si avvia alla porta, lei, non l’ha neanche sfiorata.

OSPEDALE MOLINETTE IN RIVOLTA (TORINO)

Multato l'ospedale Molinette per eccesso di lavoro e straordinari!!!Il prof.Mauro Salizzoni,primario del centro trapianti di fegato) dice: io fuorilegge e me ne vanto!
E' giusto far morire delle persone,perchè non c'è abbastanza personale? E' giusto che alcuni operatori sanitari facciano dei turni massacranti?E' giusto che qualcuno intervenga,per la sicurezza sul lavoro,con nuove assunzioni di personale sanitario (che certamente non manca nelle liste di attesa),per poter migliorare la sanità e smetterla di fare tagli dove non è possibile!!!!!Bisogna investire nella ricerca,nel personale specializzato e fare in modo che un cittadino almeno quando sta male non stia peggio!!

LAS VEGAS - MONTECARLO

lunedì 17 marzo 2008

PASQUA 1943

Era d'aprili e ddhà 'nta lu cunvittu,
A Pasca ,c'era l'usu di passari
Li festi a casa.Ma pi lu cunflittu
A nui non nni vuliunu mannari.

E allura prestu fattu ,chiù chi dittu,
Insemi prugittammu di scappari.
Pigghiammu lu direttu rittu rittu
E nni fimmammu a stazioni i Cammari.

Era già menzuionnu e l'appititu
Nni fici sgranucchiari du' luppina;
E chistu.fu nu pranzu assai squisitu!

Inveci di passari di Missina.
Pi li muntagni truvammu nu situ.
E a casa nni buscammu a ramanzina.
Giovanni Filocamo

NON UCCIDETE IL TIBET

Quando la speranza raccoglie i suoi frutti...a volte pensiamo che ci siano eventi che possono segnarci tutta la vita..poi succede un imprevisto:questa è la speranza.
Speranza che miglioriamo e migliori il mondo intorno a noi.
Speranza che con più voci le cose possano prima o poi cambiare in meglio.
Speranza che i Monaci del Tibet siano lasciati in santa pace e che si giunga ad una conclusione positiva.
Speranza...speranza...l'unica certezza che ci è rimasta.

NONNO FELICE


domenica 16 marzo 2008

IL GATTO..ANARCHICO

Cari amici,mi è venuto in mente un episodio vecchio,inerente ad un gatto.Uscii una sera con una bella femmina,lei m'invitò a casa sua,dopo una serata passata insieme in un bel locale notturno..io pensai,è fatta!!Finalmente sarà mia!Salii con lei in casa,ma quando entrò lei cominciò a chiamare il suo gatto.. me ne aveva ripetutamente parlato,dicendomi che era l'unico animale anarchico esistente,in quanto libero.Io capii che era molto affezionata alla bestiola,l'aiutai a cercarlo,disperatamente,per poter concludere la serata d'amore.Lei uscì sul balcone e si accorse che il gatto aveva cominciato a salire sempre più in alto,posandosi su un cornicione,in bilico;la vidi terrorizzata,allora cominciammo a salire verso l'ultimo piano per poter recuperare il piccoletto.Lo vedemmo per un attimo, poi scomparve di nuovo...erano ormai le 4 del mattino,passammo delle ore a cercarlo,poi finalmente lo ritrovammo su un balcone di un vicino nella casa adiacente,così cominciammo il recupero...si svegliò mezzo quartiere,lei che lo chiamava amorevolmente,io che le stavo dietro,per confortarla e tranquillizzarla.Finalmente,dopo aver suonato il campanello della casa vicina, ripetutamente,sentimmo una voce che ci insultava in modo selvaggio,ma il tipaccio ci fece entrare,lei recuperò il gatto ed io..cosa dire..me ne tornai a casa con la coda tra le zampe .....

Il mio gattino...


Oggi Silvy ha deciso di prendere il mio posto al pc... per mandarvi il suo saluto... Buona domenica amici e... un bacio a Nicola da parte mia!

COLPO DI FULMINE 9a parte

- Che cos’è il bovindo?- saltò su lei, dimenticandosi del resto, sembrò una scolaretta col professore.
Te lo dico dopo, accidenti mi fai perdere il filo. –
Gli venne da ridere a tutt’e due.
Lei però ridiventò di colpo seria:
- Vattene adesso, sì, colpo di fulmine, ma poi hai detto: non è successo niente.
Ho sofferto troppo, mi vergogno di dirlo, forse nemmeno quando è morto mio padre ho sentito un dolore così forte. Adesso basta, vattene, tanto poi dopo diresti di nuovo: non è successo niente. Vattene. –
Si era girata col viso rivolto alla parete, per non guardarlo.
Lui continuò: -La vita è sempre un rischio, carissima. Il dolore è sempre in agguato, ma noi adesso abbiamo un’occasione unica. Amiamoci –
La voce si era fatta appassionata.
- Sì, è vero, avrei voluto resistere alla passione, ho avuto paura dopo quel bacio, ma poi ho capito che era una vigliaccheria. Ti amerò quanto si può amare. Ti proteggerò sempre, non ti lascerò mai sola. Amiamoci. -
Lei continuò a stare col viso girato.
Lui ebbe un gesto di sconforto, si avviò verso la porta. Per la prima volta camminava con le spalle curve.
Quando stava già per girare la maniglia, sentì il grido di lei: - Ecchì –
Si voltò e vide che lei gli tendeva le braccia.

Fu un anno di autentica felicità.
La mattina dopo quella notte in cui i due giovani avevano scoperto che la passione che li univa era ancora più grande di quanto essi stessi avessero immaginato, Ida si era trasferita presso una famiglia di inglesi, amici di Alberto,che le avevano destinato un monolocale nella loro villa.
La mattina Ida andava a scuola, nel pomeriggio studiava e si occupava della bambina dei padroni di casa, che aveva cinque anni, rivelando una grande finezza psicologica nel comprendere le esigenze dell’età infantile.
La sera, quasi sempre, arrivava Alberto.
La domenica se ne andavano in gita, alla ricerca, nella natura, di cornici di bellezza romantica al loro sentimento.

SCIMMIA E TIGRE

sabato 15 marzo 2008

SARA,RAFFAELLA E LA STORIA

Alla maestra non piaceva che le gemelle ripetessero la storia “a parole loro”.
Le bambine mi dissero chiaramente: Non ce la spiegare tu, e si mettevano in un’altra stanza dichiarando che “volevano studiare da sole”.
Le sentivo leggere e ripetere.
A un certo punto Sara, intoppata nelle Idi di marzo, esclamò:
Tu pure, Pluto, figlio mio!
Decisi di non intervenire.
Raffaella era alle prese col De Bello Gallico: Cesare andò in Gallia con le sue legioni.
Non resistetti e mi affacciai nella stanza: Che cosa sono le legioni, secondo te?
La bimba mi sgranò in faccia i suoi occhi di fiordaliso: Forse le grandi leggi di Roma?
In casa, nel lessico famigliare, non usavamo vezzeggiativi, bensì accrescitivi (magari dei diminutivi): Sarettone, Guidone, Faffone…
No, figlia mia, non con le grandi leggi di Roma Cesare si aprì la strada in Gallia, ma col ferro e col fuoco. Le leggi, se mai, vennero dopo.
Non avevo l’animo di dirglielo.

Colonna sonora nuova.......:-)

Stiamo studiando la nuova colonna sonora da inserire,se avete qualche idea...fatevi avanti.Si accettano brani di qualsiasi genere:dal jazz,all'opera,alla canzone d'amore,ad un brano antico e moderno nel contempo.A voi la collaborazione..e la scelta condivisibile!
Un bacio a tutti e buona giornata. :-))

SACRE COEUR

venerdì 14 marzo 2008


Buonanotte a tutti i miei amici dell'isola... che possiate trascorrere una notte serena,un bacio... a domani!

COLPO DI FULMINE 8a parte

Dopo, mentre lei piangeva, gli si snebbiò la mente, la prese tra le braccia, le chiese perdono perdono perdono.
Piansero tutt’e due. Da quel giorno Fabrizio la evitò accuratamente.
Un giorno però se la trovò improvvisamente davanti, lei così timida e schiva, con aria decisa. Non ebbe il tempo di meravigliarsi e di chiedere spiegazioni
Lei saltò i preamboli:
- Sono incinta -, disse, con una strana voce, più profonda, venata come di una tenerezza e di una forza nuove.
- Mi terrò il bambino in ogni caso,e perciò me ne vado. Sono venuta a salutarti. –
Se ne andò, lasciandolo più che stupefatto. Colpito al cuore.
Non si era ancora riavuto della sparizione di Ida, e questa adesso…
per quella maledetta volta che era ubriaco e pazzo di gelosia per l’altra…
Che scherzi, la vita…
Poi si vergognò e andò a cercarla.
Si sposarono dopo un mese, prima che Monica diventasse un promontorio ambulante, visto che aspettava due gemelli.
Al di là di ogni previsione degli stessi protagonisti, l’unione risultò serena e affiatata.

Alberto entrò e trovò Ida seduta sul letto, con le mani intrecciate alle ginocchia piegate.
Gli mostrò con un cenno la valigetta aperta su un tavolino, con i libri.
Lui ne prese uno e cominciò a sfogliarlo lentamente, stando in piedi.
All’improvviso si udì la voce di lei:
- Lo so perché sei venuto, è inutile che fingi di interessarti ai libri.
- Sei venuto per l’ius primae noctis? Il padrone e la serva.
Se è così, te ne puoi anche andare. –
Lui si appoggiò alla spalliera di ferro, ai piedi del lettino:
- Niente ius primae noctis, niente stupri, niente violenza, niente padrone. Anche se quando ti ho chiesto di Fabrizio, se mi avessi detto che eri stata con lui, credo che ti avrei presa per la gola.
Ti amo,tutto qui. E mi ami anche tu. Quando ci siamo visti la prima volta e tu facesti tremare il vassoio, sai bene che tra noi c’è stato un colpo di fulmine…E a tavola, quando mi facesti colare il sugo sui pantaloni, e quando ti vidi dal bovindo…-

Giorno nuovo :-)))

Giardino incantato,fiori sbocciati,ancora un pò chiusi,freschi di rugiada.Fontana che parla,la sua bella acqua disseta chi passa,un suono gentile,gorgheggio sereno,tutti al mattino svolazzano intorno,gli uccelli che bevono,i viandanti un pò stanchi,chi sta andando al lavoro,e felice si dice-oggi è un bel giorno-finalmente è venerdì!
Un saluto a tutti voi.

NOTRE DAME

giovedì 13 marzo 2008

RAFFAELLA E LE PAROLACCE

Scendiamo per la prima volta in cortile.
Le sorelline se ne stanno timidette sul bordo di un’aiuola, guardano le altre bambine più disinvolte e più grandi,che giocano, si rincorrono, gridano, ma si rifiutano di partecipare.
Sembrano divertirsi così, solo ad osservare.
Dopo un paio di giorni, durante un loro litigio per non so quale giocattolo, vedo Raffaella che si rizza in tutta la sua altezza (piccolina), stende la mano con l’indice puntato contro la sorellina e grida: Tetente! (leggi: fetente), invece del solito: Butta cattia!
(brutta cattiva).
Qualcosa è rimasto del cortile…

DIVIETO ASSOLUTO .......:-) Ciao a tutti

Divieto assoluto
non detto,non scritto,
gridando,parlando,
la mente offuscando!
Divieto di vivere
con paure e illusioni,
divieto di amare...
perchè non farsene
una ragione?
Eppure non è vero,
perchè il pensiero vola,
nessuno lo imprigiona,
nè lo terrà rinchiuso!
Il senso della vita
sta in questa canzone,
che il vento porta via,
perchè è un'emozione!

CENTRE POMPIDOU

mercoledì 12 marzo 2008

A pizza ca pummarola ncopp!!!


Da napoletana DOC adoro la pizza... farcita in tutti i modi possibili ed immaginabili... margherita, marinara, quattro stagioni... con la mozzarella che fila... ahhh mangerei pizza tutti i giorni... mamma mia come la fanno bene qui!!!

Pensate che a Torino mi mancherà o ce ne sono di squisite come qui da me???

Ragazzi mi è venuta voglia!

Buon appetito amici e... rifatevi gli occhi!!!
smack

COLPO DI FULMINE 7a parte

Fabrizio restò impietrito quando lei andò a dirgli che non poteva più andare alla festa con lui, perché non si sentiva bene. C’era quasi da crederle, tanto era pallida.
Sentì che non era un semplice rimando, che la stava perdendo proprio adesso che gli era sembrato di poterla finalmente avere per sé, quella giovane donna che gli era entrata nel sangue.
Se ne andò avvilito in camera sua, ma dopo un poco decise di andare a bussare alla porta di Ida, per convincerla ad uscire o, quantomeno, a tenerle compagnia, per ricucire un dialogo.
Ma davanti alla porta di lei c’era Alberto che stava giusto girando la maniglia per entrare, segno che la porta era stata lasciata aperta dall’interno per lui.
Era questo il malessere, dunque.
Lo invase una furia cieca, per un momento pensò di prendere a pugni il rivale, come quando erano ragazzi, si sentì tradito, miserabile, frustrato, scese la scale come un pazzo per fare un giro in giardino, si sentiva soffocare.
Passò davanti alla casa del giardiniere, nel piccolo orto scorse Monica che annaffiava le piante:
- E tu che fai? – l’aggredì, - non sei ancora pronta? Sbrigati, tra un quarto d’ora ripasso –
Si rese conto, mentre parlava, dell’assurdità delle sue parole, ma vide che Monica, pallidissima anche lei, assentiva come se tra loro nulla fosse cambiato.
Dopo poco, Fabrizio ripassò in automobile, la ragazza stava già sulla soglia con un abito un po’ scollato, bleu a fiori bianchi, che le stava molto bene.
Ballarono tutta la sera, senza quasi scambiare parola,videro i fuochi d’artificio, che si aprivano nel cielo, come grandi occhi complici di tutti gli amori, risalirono in automobile, ma Fabrizio a un certo punto lasciò la strada provinciale e s’inoltrò in una radura, tra fitti cespugli.
Aveva bevuto molto.
Monica non aveva detto quasi niente durante tutta la serata, accettava, come al solito, paziente e innamorata, ma quando lo sentì venirle addosso con l’alito pesante e gli occhi iniettati di sangue, tentò di aprire lo sportello per sfuggirgli.
Lui l’afferrò, sogghignando che lo sapeva bene che cosa piaceva alle donne, abbassò i sedili di scatto, le strappò il vestito di dosso, la costrinse.
Fu quasi uno stupro.

Oggi il sole vibra... :-))

Tutto tace,solo il borbottio della pentola sul fuoco.Tutto tace ed è bello ascoltare i rumori della mia casa,e con un pò di fantasia mi sembra di sentire il borbottio del mare,le sue onde che lambiscono i piedi scalzi,le carezze,il tepore delle sue acque mattutine,che mi fanno sognare un giorno nuovo.Tutto tace,solo.........

TORRE EIFFEL

martedì 11 marzo 2008

Lisbona

Proprio sulla cima del muretto troneggiava, vanitoso come sempre, con la sua ruota dalla piume azzurre sfumate di giallo tesa e in mostra di sé; si sa quanto sia vanitoso un pavone ma lo è ancor di più se gira beatamente tra le mura del Castello di Sao Jorge e ne ha di ragioni!

E’ da lì che si ha forse la più bella vista su Lisbona e sotto il brulicare della città, il porto le grida lontane di venditori di “ pesce fresco “ dall’occhio troppo spento

Lentamente si passa dalla bellezza dell’antico maniero ai vicoli dell’Alfama , piano, per non perdere le sfumature di questa strana città che vive troppo di fretta e si addormenta poi al magico ritmo di una chitarra e di una voce lontana che canta la sua saudagi, una malinconia armoniosa come armoniosi sono i sorrisi di un popolo semplice.

Mi sentivo vanitosa come quel pavone, l’odore di spezie, di pesce e la musicalità della lingua mi portava a canzoni ascoltate tante volte ed amate, vivevo e respiravo la stessa aria e la stessa atmosfera malinconica e dolcissima che entrava dentro l’anima attraverso la voce del suo mito ed orgoglio nazionale, Amalia Rodriguez.

Ogni cantante di fado tenta di imitarla, ma lei è stata inimitabile, ricordo di averla ascoltata nel teatro della mia città poi, la ritrovai la sera stessa dopo lo spettacolo in una di quelle vecchie osterie di una volta dove si mangia qualcosa cucinato in fretta e si beve un bicchiere di vino nemmeno troppo buono, una chitarra…..e la sua voce….per ore, instancabile perché lei in realtà non cantava, viveva con passione la sua musica.

A Lisbona in realtà non sai dove devi guardare, c’è troppo! E spesso quel troppo passa inosservato al turista avido di grandi monumenti; a Lisbona sono le piccole cose che ti fanno assaporare il clima diverso; Gli ascensori a metà di una via che ti portano su, un po’ più su tra strade all’apparenza sempre uguali e così diverse ; azulejos al posto delle squallide targhe ad indicare i nomi delle vie…tutti santi! La Praça do Comercio , grande di fronte al porto da dove parte il cuore commerciale di una città che rifiuta d’essere moderna, e poi i caffè dove immagini di sentir dire da un momento all’altro al tavolo vicino al tuo ” ..sostiene Pereira che..”.

Immagini ! perché Lisbona è in fondo la città delle contraddizioni, un Cristo gigante che si staglia sul Teju all’altro capo della città sembra faccia da spartiacque alle due facce di questa piccola metropoli così “perfetta” nella sua parte più nobile e così piena di passione in quelli che un tempo erano i quartieri più poveri .

Poi, d’improvviso una nebbia leggera, il traffico si spegne lentamente ed in questa atmosfera ovattata, lontano ,una chitarra, la dolcezza di una voce che grida la sua malinconia…..e torna come per magia…Lisboa antigua.


















l'articolo su Raccontare

RAFFAELLA E LA GELOSIA

Il petto di Guido sembra un mantice. Il termometro sale vertiginosamente, oltre i quaranta.
Grido al telefono tutta la mia preoccupazione.
Lo specialista accorrerà: bronchite capillare.
Raffaella arriva a passi felpati, mi chiede sommessa:
Mamma che significa: Guido mi muore?
Significa che gli angioletti vorrebbero portare il fratellino su in cielo a giocare con loro, ma noi…
Non mi lascia finire, sparisce dietro il tavolino.
Dopo poco mi mostra un disegno: due angeli con le ali spiegate verso l’alto e un bambino tra loro…
Finalmente una soluzione radicale alla gelosia. Angelica.

ALGARVE SPIAGGIA

lunedì 10 marzo 2008

COLPO DI FULMINE 6a parte

Alberto stava salendo un po’ stancamente la scala che portava alla sua camera, in fondo al corridoio c’era la biblioteca, dove non aveva più messo piede.
Mentre raggiungeva la porta della sua camera, vide Fabrizio uscire dalla biblioteca.
Rapidamente entrò nella sua stanza e chiuse la porta, per riaprirla un minuto dopo e precipitarsi anche lui in biblioteca.
Ida stava già in piedi, pronta ad andarsene.
- Dove vai? – Non usò mezzi termini e nemmeno lei:
- Al ballo, naturalmente. –
- Non studi? –
- Non studio più, non ce la farei mai –
Si fronteggiavano come due nemici.
- Vai con Fabrizio? –
- Sì -, fu un sì quasi sibilato.
- E Monica? –
- Non posso farci niente, lui giura che non l’ama più –
- Ti vuoi mettere con lui?-
- Forse, è una brava persona, mi dà sicurezza –
Il tono di lui si fece minaccioso, gli occhi mandavano lampi:
-Sei già stata a letto con lui? –
Lei per un momento gli tenne testa, sfidandolo, fu tentata di dirgli:
- Sì -, poi ebbe un gesto di scoramento e di stanchezza e disse, a bassa voce: -No –
- Quando dovevate uscire? – la voce di lui si era fatta più calma.
- Tra un’ora –
- Bene, va’ a dirgli che hai mal di testa e che non puoi uscire – e il tono si fece di nuovo, se non minaccioso, imperioso.
- Tra un’ora ti raggiungo in camera tua, voglio vedere quei libri di tuo padre. –
Non aspettò la risposta e quando lei provò a muovere le labbra, era già sparito.

Che sospiro di sollievo!!!


Per chi mi ha seguita in questi ultimi giorni, sa come mi sentivo giù di morale... finalmente oggi ho ricevuto la risposta che tanto mi ha fatto stare in ansia e... con un grande sospiro di sollievo posso comunicarvi che è tutto ok... senza fare nomi voglio ringraziarvi per quanto mi siete stati vicini siete persone speciali e oltre a dirvi che vi voglio bene voglio regalarvi questo piccolo pensiero!!! grazie a tutti.

arrivederci

per motivi di lavoro mi trasferisco all'estero e sono costretta ad abbandonare gli amici dei blog sui quali scrivo adesso
ringrazio per l'ospitalità e lascio a tutti il mio più cordiale arrivederci

L'UMORISMO...:-)))

L'umorismo,questione di Dna? Alcuni scienziati affermano questa teoria che comunque è ancora in discussione.Per Freud l'umorismo concideva con qualcosa di sessuale,per gli orientali potrebbe essere un grado di saggezza spirituale.Buddha quando raggiunse l'illuminazione si fece una gran risata! Ci chiediamo perchè gli inglesi e gli americani possiedano un senso diverso dell'umorismo,Oscar Wilde,nato a Dublino,faceva lunghe discussioni con se stesso,affermava di essere così intelligente da non capire niente di quello che si era detto!Credo che l'umorismo sia un fatto soggettivo,e perchè no,di educazione alla vita;prendere gli eventi con leggerezza,non soffermarsi troppo sui propri malesseri,è sicuramente collegato al come si è vissuto,in quale ambiente,quali valori ci sono stati trasmessi.A casa mia si rideva spesso,mentre si pranzava tutti assieme,ci si raccontava,ci si rubava la patatina fritta e ne ridevamo.Forse a me è rimasto questo senso di leggerezza,penso sia a volte utile,altre dannoso,non sempre si percepisce la profondità di una persona,in apparenza allegra e spensierata.La risata è contagiosa,fa bene,trasmette un pizzico di buon umore,ed anche nei fatti più tragici si percepisce il lato comico.

ASCENSORE DI LISBONA

domenica 9 marzo 2008

COLPO DI FULMINE 5a parte

Lei esitò di nuovo: - Ecchì –
- Ecchì? E che significa? –
- E’ un’abbreviazione –
- Di cosa? – si inalberò lui.
- E chi si crede di essere? – disse lei tutto d’un fiato.
- Ah, ah – ripeté lui come prima, ma con una nota impermalita.
- Adesso chiamo qualcuno che ti accompagni in camera, ci vorranno almeno due-tre giorni di convalescenza, intanto dirò a mia zia che è stata colpa mia, che ti ho detto io di prendermi il libro, e che ti assumo per riordinare la biblioteca, data la tua competenza. –
Prima che lei avesse il tempo di replicare, aprì la porta e se ne andò, dimenticando il documento.

Così Ida diventò bibliotecaria ( la zia non gradì affatto, ma cedette alle insistenze del nipote: un capriccio, meglio farglielo passare) e Alberto di tanto in tanto la raggiungeva, con la scusa di controllare i cataloghi.
Scambiavano poche frasi, parlavano molto di più gli occhi.
Un pomeriggio Alberto entrò silenzioso nella biblioteca ingrigita dalla pioggia..
Lei non aveva acceso il lume sul tavolo, stava immobile dietro i vetri battuti da un torrente d’acqua, affascinata dalla tempesta e non lo sentì arrivare.
Si voltò quando lo sentì alle spalle, quasi ne avesse avvertito il calore.
Scoppiò un tuono.
Fu un movimento simultaneo, si trovarono abbracciati, si baciarono e rimasero a lungo così, l’uno aderendo al corpo dell’altra, senza parlare.
Si sentì da lontano il suono del gong, lui si staccò, le diede un buffetto affettuoso sulla guancia e se ne andò, lasciandola sopraffatta da quell’inaspettata felicità.
Tre giorni dopo, tre lunghissimi giorni dopo, lui tornò in biblioteca.
Ida stava leggendo, alzò su di lui due occhi così pieni d’amore e d’allegria che lui ebbe un attimo di esitazione , poi le disse, con voce più brusca del dovuto: - Bada che fra di noi non è successo niente – e se ne andò rapidamente, quasi sbattendo la porta.
Venti giorni dopo, c’era un gran fermento nella villa.
Nel pomeriggio quasi tutta la servitù, almeno i più giovani, erano in libera uscita, si preparavano al ballo che ci sarebbe stato in piazza, per la festa del santo patrono, in attesa dei fuochi d’artificio, la notte.
Era un momento importante per le coppie, che si formavano all’occasione o si consolidavano.

Che cos'è ed a chi/cosa serve l'illibatezza fisica?

Oggi,leggendo un libro,mi ha colpito molto l'aggressività di un uomo che diceva alla propria donna: "quando ti ho presa come compagna tu non eri illibata",lei si schermisce,arrossisce,si svilisce e poi gli dice,quasi timidamente: - neanche tu lo eri.-Allora cos'è mi sono chiesta questa reminiscenza che fa di un uomo un giudice,un accusatore,perchè l'illibatezza è solo al femminile?Andando avanti nel racconto si snoda una specie di incastro tra i due protagonisti,fatto di amore,condivisione,ideali,ma...spesso,nei comuni litigi che hanno per cose banali viene fuori questa frase, lui la usa per ferirla,per umiliarla,o forse perchè l'idea che lei abbia avuto altri prima di lui gli è inconcepibile,inaccettabile?E perchè?Amo sempre analizzare i personaggi dei racconti che leggo,ma questo episodio non è stato scritto in Arabia,nè in altri posti del sud/dove la donna deve ancora stendere il famoso lenzuolo alla finestra,dopo la prima notte di nozze,questo avviene in un piccolo paese del centro nord,lui è un affermato avvocato e lei un agente di borsa,quindi mi ha lasciata perplessa.Non vi racconto il seguito,devo ancora finire il libro,nè amo fare pubblicità agli autori,ma chiedo a tutti/e voi: cosa ne pensate?
Buon pomeriggio :-))

FATIMA

sabato 8 marzo 2008

Cari amici,vicini e lontani......;-)

Oggi è un giorno nuovo,il ricordo ritorna alla mente,le donne,il sacrificio,il dolore,la vita combattuta come in prima fila..il lavoro..i figli,tutto fa ricordare che la Donna c'è ogni giorno,tutto l'anno 366 gg.,non è un giorno,nè una mimosa che può ridarle il sorriso,se lo ha perso...non è un fiore..nè una parola dolce;ci vuole più costanza,dedizione,ma a volte è difficile accorgersi di quanto possa essere profondo il dolore-sentimento-dolcezza di una Donna.La Donna,che a volte appare fragile,si adorna solo con un sorriso e lo trasmette a chi le è vicino,lo dona,spontaneamente,senza che le venga richiesto,la Donna ama,incondizionatamente e lo fa semplicemente,la Donna è un insieme di valori, a volte dimenticati, a volte calpestati,la Donna è quella che allevia il dolore degli altri e tiene stretto il suo.
La Donna è........:-))

VICOLO

Rasento pavida il vicolo con i basoli
chiazzati di dura luce e sporcizia
precipitano verso un muro cieco
in minacciosa solitudine
vite (inutili passioni) agguatate
dietro gabbie striminzite e portoni sbreccati:
la chiromante biascica folli oroscopi
e il gatto tra i piedi solleva nere dannazioni.

PORTO. LA RIBERIA

venerdì 7 marzo 2008

Solo così.

Peggio,peggiore!...Meglio,migliore!...
Tu ben lo sai non fan per me.
Forse "mediocre", senza valore.
Lo preferisco,attesochè

Sono soltanto verseggiatore
E di mestiere non fò il lacchè
Ed ancor meno l'imitatore
Di mode, gusti e d'alcunchè.

All'alba canto chicchirichì
E son felice anche così.

giovedì 12 maggio 2005
Giovanni Filocamo

TORRE DI BELEN

giovedì 6 marzo 2008

COLPO DI FULMINE 4a parte

Gli schiaffi che le diede per farla rinvenire furono un po’ più forti del dovuto, tanto si era innervosito, con lei e con se stesso: Ida gli spalancò faticosamente nel viso quei suoi incredibili occhi azzurri, lui andò a suonare il campanello per chiamare qualcuno, che gli portasse una borsa col ghiaccio e una benda per fasciarle il piede dolorante.
Finita l’operazione, eseguita con mano esperta, le chiese, con un tono severo, quasi aggressivo:- Che diavolo facevi lassù? Perché toccavi le edizioni rilegate? –
- Cercavo un testo di Dickens, ma quelle edizioni non sono poi così preziose, io me ne intendo…-
Con naturalezza, gli raccontò la sua storia: figlia di un antiquario di libri,stava frequentando l’ultimo anno di un istituto superiore, quando il padre si era gravemente ammalato. Lei aveva dovuto interrompere gli studi per curarlo, il negozio era stato gestito dal fratello minore del padre, ricomparso per l’occasione, che lo aveva venduto e scialacquato buona parte del ricavato, con la scusa di dover pagare vecchi debiti, il resto se n’era andato per le cure e il funerale.
Del negozio del padre aveva salvato solo quattro edizioni rare, che aveva in camera, in una valigetta.
Rimasta sola, per sfuggire allo zio che tentava di molestarla (e qui arrossì di nuovo violentemente) si era rivolta a una delle sue insegnanti che le aveva trovato quel posto di lavoro.
Studiava quando poteva, sperando di poter superare l’esame finale da privatista, per questo le serviva quel libro.
Lui l’aveva ascoltata senza mai interromperla, accigliato.
Alla fine lei gli prese una mano:
- Per carità, non dica niente alla Comandante, altrimenti perdo il posto.-
- A chi? -
- A sua zia – si corresse subito lei.
- Ah, è così, metti i nomignoli…E a chi altro,dimmi? –
Lei disse, esitante: - Suo zio è…è l’Allocco, Fabrizio lo Spasimante…-
- Ma come, non stava con Monica, la figlia del giardiniere? –
- Prima, ma da quando sono arrivata io, non mi dà pace, e io sono pure amica di Monica…Poi – qui Ida esitò un istante – l’Oca Giuliva…-
- L’Oca Giuliva, ah, ah – sottolineò lui, tra la risata e l’esclamazione,
(non c’era stato bisogno di dire chi fosse) – E io? –

Ciao a tutti :-)

E' una giornata splendida,come spesso accade,quando il sole è sgombro di nuvole,si respira nell'aria un profumo nuovo,è quasi primavera! Tutto sembra risvegliarsi....ed i nostri pensieri,a volte ricchi di dubbi,volano più in alto e si guarda su,verso il cielo,oggi è quasi blu,verso gli alberi ripopolati,e sempre guardando le montagne,io penso al mare.

SITO ARCHEOLOGICO TULUM

mercoledì 5 marzo 2008

FORMICAIO

Livida invelenita
da veleni (smog) e dal
veleno (dentro)
svolazzi tra i musi di
automobili fiat (rumor)
tra ruote di motociclette
centauri anzi dragoni
voraci maciullatori
tu donna tu anziana
(meno giovane,prego)
doppiamente perdente
senza potere denaro carisma
nè corde d'arrampicata
rintronata dai rumori chiacchiere
sirene spiegate clacson
nel formicaio brulicante:
ogni formica con la sua
briciola in spalla mano tasca
(quelli senza,con zampe
di vischio raspano
spazzatura cuori borselli) :
le spalle ti dolgono il corpo
col suo linguaggio ti sta dicendo
che non puoi portare più pesi
(non devi non ce la fai)
sali sul pullman traballante
tra fiati incresciosi ti
riporterà a casa (per piccina
che tu sia) stanca di tutto
il mondo e altre mille
galassie - meno male
che c'è la televisione a colori
con la dentiera del fede
scintillante a condire
la pietanza (l'unico piatto,hai
il colesterolo alto) e se ti passa
l'appetito puoi sempre ripiegare
sugli ultimi aforismi
di Cioran.

martedì 4 marzo 2008

I morti

Oggi scrivo 2 righe ma solo e proprio 2 righe sui morti sul lavoro....CHE SCHIFO!MI ASPETTO CHE VENGA INDETTO UNO SCIOPERO DI 8 ORE IN TUTTA ITALIA.....TUTTO FERMO!!!!!Ma nn succederà....un paio di ospitate a PorKa a porKa,un Ballarò.....e tutto morirà li...è più importante parlare di candidature che di vita reale....Mhà..passa la voglia di alzarsi ed andare al lavoro....

COLPO DI FULMINE 3a parte

Una settimana dopo, passata a rodersi senza rivedere Ida, Alberto stava scendendo le scale per raggiungere gli invitati in giardino.
La zia dava una festa per il suo compleanno.
Sapeva che Adalgisa lo aspettava per ballare e ne era infastidito, chissà cosa si aspettava da lui…
Passando davanti a un bovindo, la vide.
In uno spiazzo dietro la villa si era radunata la servitù, alcuni ballavano al suono dell’orchestra che si sentiva bene anche di lì.
Ida aveva i capelli sciolti, una grande matassa bionda che ondeggiava con lei, un vestito bianco aderente, ballava con Fabrizio.
Lui si fermò a guardarla, incantato, si dimenticò della festa,rimase lì inchiodato per almeno mezz’ora e quando arrivò finalmente in giardino, le coppie si erano già formate, tutti ballavano, la zia ed Adalgisa erano palesemente contrariate, ma lui non se ne curò, non si scusò nemmeno per il ritardo e non invitò mai la sua pretendente, anzi questa definizione che gli era venuta in mente, lo mise quasi di buonumore.
Non c’è crudeltà psicologica maggiore di quella di chi ami un/a altro/a verso chi lo ama inutilmente.
Già, ma lui, allora… amava un’altra?

Un pomeriggio Alberto entrò di furia nella biblioteca, aveva dimenticato un documento che gli occorreva d’urgenza.
Il vasto salone era già in penombra.
Accese le luci e rimase di sasso: su una scala era arrampicata Ida, che aveva preso un volume dallo scaffale più alto.
Contemporaneamente la ragazza vide lui, il volume le sfuggì di mano e cadde a terra con un tonfo, spaginandosi.
Lei diventò color porpora, prese a scendere velocemente, ma a metà scala mise un piede in fallo, lanciò un grido, continuò a scendere, però venne meno per il dolore e sarebbe caduta in malo modo se lui non l’avesse presa a volo e deposta sul divano.
Quando se la trovò tra le braccia, non avvertì alcuna emozione, perché tutto accadde troppo in fretta, ma quando le mise le mani sotto la camicetta per slacciarle il reggiseno, si accorse suo malgrado che gli tremavano. Anche a lui!

CIP E CIOP......Buongiorno :-))

Oggi a mezzodì
si è presentato Cip
il cane un pò guardingo
l'ha fatto passeggiare
e sul balcone son volate
briciole di pane.
Allora arriva Ciop,
compagno assai fedele,
si dividono il pranzo
con estrema eleganza.
Mi sento come Cip,
mi piace tanto Ciop,
li invito tutti i dì,
vorrei volar con loro
in alto su più su
e dire al mondo: ciao..
vado con Cip e Ciop!

lunedì 3 marzo 2008

NONNO FELICE

Questi ragazzini furono mandati in Russia (2a.guerra mondiale),di questo battaglione ne tornarono pochi vivi.Nonno Felice ebbe la fortuna di ritornare a casa,seppur ferito.

domenica 2 marzo 2008

COLPO DI FULMINE 2a parte

Lui si alzò e – incredibile – le tolse il vassoio dalle mani e lo appoggiò sul tavolino.
Rimasero in piedi, l’uno di fronte all’altra, per un lungo momento, sopraffatti da una misteriosa empatia.
Poi lui si sedette e la invitò a fare altrettanto.
Si guardavano così intensamente che a un osservatore lontano sarebbero sembrati impegnati in una fitta conversazione.
Invece Alberto le chiese solo il nome. Lei disse:”Ida”
“Sei nuova?” “Sì”
Arrivò un richiamo da lontano, la ragazza si alzò e si allontanò senza dire altro, lasciandogli una strana sensazione, come di intontimento.
Si dice che il colpo di fulmine derivi da un rapido e inconsapevole calcolo delle probabilità, che la persona che ci sta di fronte sia quella giusta per noi…
Comunque sia, quello fu certamente un duplice colpo di fulmine…

Poco dopo arrivò dalla villa vicina Adalgisa, già a cavallo, per la solita galoppata mattutina.
Fabrizio, che curava la scuderia ( era stato compagno di giochi di Alberto)
già era pronto col suo cavallo.
Cominciarono a correre affiancati, lui più del solito silenzioso e distratto.
Adalgisa era la pupilla di sua zia, che non perdeva occasione per fargliela incontrare, ma non era proprio il suo tipo: bruna, alta, robusta, sempre perfetta, elegantissima, maledettamente convenzionale…
Più tardi, a tavola, le risate “cerimoniali” della ragazza gli dettero particolarmente fastidio. Ed ecco entrare Ida, che, nel porgergli il piatto di portata, lo fece inclinare un poco – al solito le tremavano le mani – e gli fece scorrere un po’ di sugo sui pantaloni nuovi!
Lui si era alzato,asciugandosi con un tovagliolo – le aveva già tolto il piatto dalle mani per evitare altri disastri -.
La ragazza era diventata color porpora e sembrava sul punto di venir meno, poi era fuggita piangendo in cucina.
Alberto aveva assicurato che non era niente, in altre circostanze avrebbe fatto faville.
Adalgisa l’aveva guardato stupita di sottecchi, la zia aveva commentato gelidamente che quella cameriera era un disastro, al massimo poteva fare la sguattera in cucina.
“Accidenti e ora come l’avrebbe potuta rivedere?”

Buondì da rirì...:-)



Ciao amici,oggi è un giorno di primavera,questa è per voi...

PIRAMIDE COBA'


sabato 1 marzo 2008

Mai credere di essere finiti.....

...mai credere che nn ci sia futuro....no no...la vita è piena di sorprese...
Ragazzuoli oggi sono più che felice....nn credevo di poter vivere sentimenti simili dopo cosi poco tempo ed invece^____^

Ah....il nome che mi ha illuminato?
Laura^___^

L'ho conosciuta il 15 febbraio ad una cena organizzata a casa di una amica....e li ti dimostra che il caso della vita fà il percorso....all'inizio lei nn voleva venire....poi è stata convinta...e ci siamo conosciuti...poi lei scappa perchè doveva andare a ballare con un'amica...io ero folgorato...poi la sett dopo c'è chi ha messo lo zampino e ha organizzato una cena che in realta era solo per noi 2.....ma nn lo sapevamo....e li è nato un nn so cosa.....siamo tornati ad uscire il sabato....poi lunghe telefonate....messaggi...e Giovedi mi dice una cosa cheeeee.....nessuna mi aveva mai mai detto...mi dice....In questo periodo stò facendo dei sacrifici ma vengono ripagati ampiamente...vedi io ora dovrei essere a Cuba,ma per motivi varii sono a Correggio,ma nn rimpiango il mancato viaggio perchè ho avuto la fortuna di conoscerti....WOW.....ero senza parole.....e li ho davvero capito che eravamo in fase di cottura pura....e ieri sera ne ho avuto la prova.....sono felice^___^

Un REV volante^_^

PIRAMIDE CHICEN ITZA


COLPO DI FULMINE 1a parte

Sul terrazzo di una villa in Brianza, riparato dal sole da un ombrellone, Alberto sedeva con aria spazientita.
Aspettava la colazione, il cameriere era in ritardo.
Era un bel giovanotto, aitante, dallo sguardo insolitamente severo e scostante, qualcuno pensava: sprezzante.
Lo aveva preso dalla zia, sua madre adottiva, indefettibile padrona di casa, che amministrava oculatamente i beni scampati alla rovina, dopo che il patrimonio terriero era stato ingoiato dai debiti di gioco di suo padre, e cioè la villa, la scuderia (con un solo cavallo) e una rendita non proprio grandiosa.
Lui ad ogni buon conto si stava laureando in Economia e Commercio, gli mancavano solo tre esami per la laurea, ma anche la voglia di studiarli.
Si sentiva svogliato, da un po’ di tempo.
I suoi genitori erano morti in un incidente, quando aveva due anni.
La zia, sorella di sua madre, non avendo figli propri, lo aveva accolto e allevato con ogni premura, ma anche con una buona dose di severità, secondo il suo carattere. In casa infatti le obbedivano tutti, compreso il mite marito, un ex ingegnere, che forse la temeva più degli altri.
Alberto però a 12 anni, per caso, ascoltando i pettegolezzi che si scambiavano due cameriere, aveva saputo la verità sulla sua famiglia e da allora, dopo un lungo periodo di mutismo che aveva fatto preoccupare tutti, aveva chiamato i genitori adottivi non più mamma e babbo come prima, bensì zia e zio, con un’ostinazione che nessuno era riuscito a vincere, né con le buone né con le cattive.
Stava leggendo stizzosamente il giornale, quando sentì un tintinnio di cucchiaini, che sbattevano contro le tazze.
Alzò gli occhi e gli vennero in mente, così, all’improvviso, dei versi di Dante:
“Donna m’apparve, sotto verde manto
vestita del color di fiamma viva…”
In la realtà la ragazza – venti anni o giù di lì – era vestita sì di rosso, ma non aveva manto, solo un grembiulino bianco e un vassoio in mano.Bionda,con lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo, non sarebbe stata forse neanche notata, se non fosse stato per due incredibili occhi color pervinca, che teneva spalancati in quel momento su Alberto, quasi avesse visto un’apparizione, mentre le tremavano visibilmente le mani