Un giorno entrò da Amanda e, senza averlo deciso un minuto prima, le chiese:
- Vuoi sposare me? -
Lei stava cambiando la bambina sul fasciatolo, rispose: - Sì - senza nemmeno voltarsi.
Una lunga pausa:
- Che hai fatto ai capelli? -
- Oh, è stata una vicina di corsia all’ospedale, una nera, mi trovo così bene, non avrei tempo per pettinarmi –
- Ti stanno bene -
- Lo sai - disse lei dopo un po’ - che i nostri genitori hanno deciso di fare i nonni a tempo pieno, stanno cercando un appartamento qui vicino per mettersi insieme? -
- Bravi i vecchietti! E io che non mi ero accorto di niente! -
- Tu capisci sempre tutto in ritardo -
- Touché! - risero insieme.
Quella sera Ugo aveva appuntamento con Roberta al ristorante.
Nel pomeriggio andò da Nicola, gli disse di lui e di Amanda, poi gli chiese se loro due erano ancora amici.
- Certo - rispose il rumeno, che si era aspettato quella conclusione.
- Allora devi farmi un favore, vai tu a cena a dirlo a Roberta. -
Nicola si alzò in piedi, stava per prenderlo per il collo e sbatterlo fuori, si guardarono negli occhi, poi il rumeno disse stancamente:
- Che il diavolo ti porti, dov’è l’appuntamento? –
Ugo lo abbracciò e glielo disse.
Quando Roberta lo vide arrivare, capì subito:
- Si è rimesso con Amanda -
- Sì -
Dopo di che discussero solo delle pietanze e del vino.
Finita la cena, Nicola si offrì di accompagnarla, ma lei inopinatamente gli chiese di non lasciarla sola, per quella sera: non aveva una stanza per gli ospiti?
- Sì, per mia madre che andrò a prendere tra poco in Romania; mia sorella ormai dorme da Amanda. -
Come sempre a Roberta non era facile dire di no.
A casa, lui si mise subito a letto, si sentiva stanco. Stava già sprofondando nel dormiveglia, quando la vide entrare alla fioca luce rimasta accesa nel corridoio.
Lei entrò nel letto, gli si fece vicina.
Si incontrarono tutte le sere per quindici giorni di fila, annegarono nel sesso le reciproche delusioni.
Nicola sentiva che li accomunava il desiderio di stordirsi, però gli restava un disagio di fondo, e fu con sollievo che si preparò a partire per la Romania.
Si trattenne più del previsto, andò in cerca di una sua vecchia fiamma, ma a letto non fu niente di entusiasmante e poi lei gli confessò che aveva già una relazione consolidata.
Dopo tre settimane, tornò a Roma con sua madre, non poteva assentarsi tanto dal lavoro.
Con Roberta si era sentito una volta sola, con imbarazzo, ma la trovò ad aspettarlo all’aeroporto, elegante e truccata alla perfezione come sempre.
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
venerdì 8 febbraio 2008
FARFALLE SULLA PARETE 6a parte
Pubblicato da R.L. alle 16:35
Etichette: farfalle sulla parete, racconto
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