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Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


mercoledì 6 febbraio 2008

FARFALLE SULLA PARETE 4a parte

La signora Elisabetta tornò raggiante dal battesimo: la nipotina era bellissima, e come stava bene Amanda con quella nuova pettinatura di nera-bionda! E che gran signore era il padre di Amanda, un preside in pensione, venuto anche lui apposta da Firenze, dove viveva, e che lei, guarda caso, aveva conosciuto già in treno, per caso…
- E quando vai a vedere la bambina? -
- Già, quando andava? -
Roberta telefonava continuamente, ma non si faceva vedere, per non scontrarsi con la signora Elisabetta, - che non gli venisse in mente di riconoscere la bambina, per carità. -

Ugo si sentiva oppresso.
Roberta a letto gli piaceva, e anche molto, ma quando lo incalzava così gli diventava insopportabile.
Una notte ebbe un incubo: Amanda che aveva in testa non capelli o treccine, ma tentacoli di piovra, biondi, poi arrivava il rumeno e la sollevava tra le braccia, come si fa con le spose…A questo punto si era svegliato, con la bocca amara e un gran mal di testa.
Sua madre poi non gli diceva niente, ma lo guardava con certi occhi…
Il terzo giorno da tutti quegli sconvolgimenti si decise e andò a bussare alla porta di Amanda.
Gli aprì una giovane donna, certo la baby-sitter rumena, infatti somigliava molto a
Nicola.
Si mise un dito sulle labbra e lo introdusse nella stanza dove lui aveva dipinto le farfalle.
Amanda stava allattando la bambina: quando lui fu entrato e si fu seduto, senza dar segno di averlo visto, si mise a cantare, con la sua bella voce intonata, una romanza dalla “Traviata”:
Di Provenza il mare e il suol
chi dal cor ti cancellò…
Ugo sentì una grande pace invadergli l’anima, in quella stanza dalle luci soffuse e dai colori delicati, che odorava di bambino: la voce di Amanda, il suo seno bianco, la bimba che poppava, quell’atmosfera ovattata, gli dettero un senso di appagamento, di distensione. Da quando non si sentiva così?
Amanda, quand’ebbe finito, passeggiò un poco con la bambina in collo, poi gli si avvicinò e con grande naturalezza gliela mise in braccio:
- Un momento che preparo la culla -
La poppante corrugò la fronte, come fosse intenta a scrutarlo, poi accennò un sorriso. Era stupefacente tenere in braccio un essere così piccolo, così leggero.
Amanda se la riprese, lui le sussurrò:
- Perché non me l’avevi detto? -
- Volevo dirtelo quel giorno del bar, avevo comprato apposta lo champagne…-
- Ah, la bottiglia che si ruppe…E la casa? -
- L’avevo acquistata con i soldi di mio padre, era la seconda sorpresa -
La bambina si agitò nel sonno, Amanda accorse, lui disse frettolosamente:Arrivederci - e se ne andò.

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