Una finestra sul Mondo

Arte - L'immagine del giorno

Astronomia - Un'immagine al giorno



Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


giovedì 31 dicembre 2009

sabato 26 dicembre 2009

LE ROI.........OTTOBRE 1973 sesto punto


Quella mattina mi accolse il mio guanciale, ero un pò stanco, mi affidai al cuscino abbracciandolo come fosse il mio unico amico. Nel pomeriggio mi avviai al bar degli amici dove si giocava a poker ed a biliardo, alcuni di loro erano dei veri professionisti
ed avrei potuto sicuramente imparare tante cose; ad un tratto mi invitarono a giocare ad un tavolo dove mancava il quarto, accettai dopo aver parlato con la proprietaria , confidandole che avevo pochi soldi ed in caso di perdita non avrei potuto onorare il debito. Lei mi sorrise e disse: "se vuoi giocare non ci sono problemi, garantisco io"-, aveva notato che da tempo osservavo i trucchi dei professionisti delle carte. Mi sedetti al tavolo con il cuore che batteva a mille, al mio primo bluff, l'amico marpione venne subito a vedermi, perchè mi tremavano le mani e persi il primo giro. Capii subito che in quel mondo bisognava essere molto freddi, così nelle mani successive, ogni volta che avevo delle belle carte, continuavo a tremolare e loro puntualmente venivano a controllare perdendo la partita. Mi alzai dal tavolo ed un mio amico mi disse: " ti rendi conto che hai vinto quattro mensilità alla fiat?"..lì il mio cuore ricominciò a battere forte e telefonai a lei..Non rispose nessuno e l'euforia della vincita incominciò a scemare, nello stesso tempo mi sentivo ricco con un grande avvenire, quello del giocatore di poker. La sera mi presentai al turno di notte incravattato, le guardie dell'azienda nel buio mi osservavano in un modo strano, fino a quando riuscirono con lo sguardo a seguirmi fino alla bollatrice. Mi avviai allo spogliatoio velocemente sapendo che il mio compagno S. stava lì ad aspettarmi, non gli raccontai nulla del pomeriggio, gli dissi solo che ero innamorato...

martedì 22 dicembre 2009

NATALE A VIA S. GREGORIO ARMENO

Nel vicolo dei pastorari
ancora si trova
il presepe di cartapesta
che non raggruma più
miti nè incanti;
Natale ora è un convulso
rituale di compra-vendite
con l'allegria mimata
dai mass-media,
si agitano tutti
come ali di uccelli
impediti dal volo:
pure dai tuoi
occhi di fiordaliso
spalancati sulle luci
dell'abete
si dipana un filo
che può ancora
legare i cuori e le mani
per un servizio d'ordine
all'amore.

R.L. Nicola ed io vi auguriamo tanta felicità, tanta serenità...

sabato 19 dicembre 2009

ERAVAMO IN 8.000....AL FIORELLO SHOW :-)





Una folla immensa, un personaggio camaleontico, il piacere di confondersi tra gli altri...E' stato un regalo il biglietto tra le prime file, siamo arrivate E. ed io circa alle 20, un colpo di fortuna con il parcheggio, un mare di luci fuori, poi ci siamo tuffate al palasport..

Mi emoziona sempre la vista di tanta gente così diversa, così vicina, come a teatro, ma qui la sensazione è stata immediata, diretta, un parlarsi sorridendo, sapere che si trascorreva una serata lontano dalle solite cose, un momento per ridere e ne abbiamo tutti bisogno..Fiore ha una vivacità unica, ci ha fatti cantare, ballare è passato tra le prime file, ha coinvolto il pubblico, ha fatto quello che gli riesce meglio: il mimo, l'imitatore, il cantante, il comico, il ballerino e poi il batterista, si, perchè lui non si accontenta mai, adesso ha imparato a suonare la batteria ed aspirava a diventare batterista dei Pooh, per ridere ed ancora ridere, fino alle lacrime, fino agli applausi scroscianti di un pubblico caldo, coinvolto, in delirio.
C'è stato un momento in cui mi sono commossa, nel vedere come un ragazzo, ormai cinquantenne, sia riuscito a diventare una star, dopo essere stato un semplice animatore dei villaggi turistici..poi mi è stato chiaro, lui continua ad animare..e penso che si abbia bisogno di questi momenti che fanno evadere un pò tutti dalla realtà amara che sta vivendo il nostro paese..Lui ne ha parlato, sempre in chiave molto ironica, ha fatto bruciare Gasparri tra le fiamme, in un delirio di pubblico, ha scherzato con la statuetta del duomo, asserendo che almeno il colosseo è liscio,ha condannato la violenza, ha parlato della sua amata Sicilia, di sua figlia..della fine del mondo prevista per il 2012..Cosa fareste voi se avreste ancora 3 anni di vita? E giù a scherzare ancora con il pubblico, a suggerire di fare l'amore:-)))

mercoledì 16 dicembre 2009

LE ROI.........OTTOBRE 1973 quinto punto

Uscii dal bar quel lunedi mattino e le prime luci dell'alba quasi mi accecavano, la prima cosa che mi venne in mente fu quella di scrivere a Laura, lei mi avrebbe capito. Subito dopo aver imbucato la lettera un brivido mi scosse, mi sentivo solo, fino al giorno prima ero euforico (credevo di essere amato da due donne), mi accorsi anche che non si vive solo di amore, ormai a fine mese avrei dovuto spartire la mia busta paga tra la rata dell'auto e tutto il resto, però mi rallegrava l'idea che tra non molto avrei preso la tredicesima, per poter sopravvivere economicamente.
Sarebbe stato il caso che andassi un pò a riposare perchè alle ore 22 mi aspettava il turno di notte alla fiat, dove avrei incontrato il mio compagno di lavoro S. ed avremmo trascorso un'altra delle nostre notti e lui mi avrebbe raccontato ancora un pò della sua vita. Due episodi mi sono rimasti impressi oggi: il fatto che S. fosse single ed avesse una relazione con una donna sposata che gli chiese di incontrarsi una volta a casa sua perchè il marito era assente, purtroppo lui arrivò e cercò di assalirlo, ma era mingherlino ed a S. bastò appoggiargli una mano sul petto per tenerlo lontano. Il mio amico mi spiegò inoltre che secondo lui l'uomo è talmente vigliacco che se anche non esistesse un Dio se lo creerebbe a sua immagine. Quella notte trovai il turno abbastanza lungo e prima di salutarci S. mi consigliò di fare attenzione perchè il giorno dopo sarebbero passati a controllarci i tempi di lavorazione, contando oltre le ore anche i secondi sui supporti dei telai che preparavamo per il montaggio. Uscii dalla fabbrica e stranamente mi sentivo quasi soddisfatto per essermi guadagnato da vivere e magari... chissà, forse una donna avrebbe accettato di dividere la sua vita con me.....

domenica 13 dicembre 2009

L'ALTRA TORINO



Io sradicata
in quest'opaco quartiere-dormitorio
dove i visi sono tutti stampati sulla stessa
matrice di fatica (rabbia stanchezza)
- i sogni neppure mai sognati -
più dolenti forse le donne ma più
inconsistenti nel loro patto
di vita scontata di attese
che approdano a vuoti mancanze
fatiche senza riscatto:
passo tra i giovani assiepati
masticano gomma e interiezioni
ancorati alle madri di fil di ferro
(e lamiera) vorticano nel vuoto
pavesato di giubbotti ragazze la squadra
del cuore,
intrigati nel tunnel di una (troppo)
lunga adolescenza
assorbono clacson e veleni
col coraggio di un soldato in trincea:
mi sento tra loro
trasparente invisibile
inconseguente (inesistente)
arrotolo in fretta il mio
universo di senso
e lo caccio in fondo
alla borsa della spesa.

R.L.

venerdì 11 dicembre 2009

LE ROI.........OTTOBRE 1973 quarto punto

All'uscita dalla pizzeria ci avviammo in macchina senza avere una meta precisa. Il mio desiderio era quello di appartarmi da solo con lei , l'ispirazione mi venne da un cielo stellato e così la invitai a contemplare la luna in un posto fuori città, possibilmente nelle vicinanze di casa sua... Guidai per oltre mezz'ora fino alla sua abitazione e continuai ad essere lì intorno nella speranza che le mi invitasse a prendere un caffè, così non fu e parcheggiai la macchina in un posto tranquillo in piena campagna dove la luce della luna sprigionò in me un'emozione speciale, quindi incominciai a baciarla in continuazione, mentre sentivo la sua mano accarezzarmi i capelli, tutto ad un tratto lei mi disse che si era fatto tardi e che doveva rientrare. Per me fu come una doccia gelida in pieno inverno, rimisi l'auto in moto e l'accompagnai a casa senza dire una parola, mentre la voglia di abbracciarla era sempre più forte. Lei mi salutò dicendomi semplicemente - "ciao", io questa volta le risposi freddamente e me ne tornai a Torino. Mentre guidavo avevo mille pensieri, mi venivano in mente tantissime cose e mi ricordai di non averle restituito il prestito per la benzina, poi pensai a Laura...e sapendo che quella notte non sarei riuscito a dormire mi avviai verso il bar degli amici, che dopo la chiusura del locale, insieme alla proprietaria, avevano l'abitudine di giocare un pò a carte, mi unii a loro aspettando l'alba...

mercoledì 9 dicembre 2009

VIA CAPUOZZO N. 4

La casa sventrata
da occhiaie sgomente
gronda mattoni.
Scrosci coprono risa
sommesse, corse, segreti
infantili,
dalle pareti scendono
parole in fila
come nere formiche
nel corridoio vuoto,
battono ancora
le ali del tuo riso:
sul soffitto scrostato
smalti di sogni.

sabato 5 dicembre 2009

" Mar delle Antille "



Ringrazio Milo per le foto e Luna per la collaborazione.
Nicolanondoc

mercoledì 2 dicembre 2009

IN UN BAGNO PUBBLICO



Oggi passeggiando per Torino mi sono avventurato in un bagno pubblico e nella sezione dei maschietti ho letto questo avviso ahahahahah sto ancora ridendo adesso :-))
Buona serata a tutti cari amici.:-)))

domenica 29 novembre 2009

LE ROI.........OTTOBRE 1973 terzo punto



Lei rispose : " anche domani pomeriggio, se credi e la sera potremmo mangiare una pizza insieme", mi affrettai a dirle che sarei passato a prenderla alle ore 15. Rimisi in moto e mi avviai verso casa pensando ( mi è bastato poco per conquistarla)! Subito dopo mi venne in mente di fare i conti con la mia tasca, sul come avrei potuto restutirle i soldi della benzina e come avrei fatto il giorno dopo a portarla in una discoteca e poi pagarmi la pizza, però visto che era fine mese non mi restava che chiedere un prestito. Tutto ad un tratto l'immagine di Laura, una ragazza che avevo conosciuto a Cattolica con cui ero fidanzato e che abitava ad Arezzo, mi balenò per la mente, ma solo per un attimo, perchè capii che stava per nascere una storia diversa da tutte le altre. La mattina dopo mi affrettai a telefonarle per la conferma (sperando che non fosse solo un sogno), lei mi rispose dolcemente che non vedeva l'ora di vedermi o forse lo pensai io?:-) Nel pomeriggio ci avviammo in una discoteca molto intima, senza confusione, con la musica a basso volume, allora presi io l'iniziativa e le chiesi di ballare, lei con un sorriso si alzò dal tavolo e con la mano mi accompagnò verso la pista, suonavano un pezzo molto romantico, mentre ballavamo appoggiai la mia guancia sulla sua e il mio abbraccio diventò più stretto, fino a quando non la guardai negli occhi e la baciai appassionatamente.
Uscimmo e ci avviammo alla pizzeria Marechiaro, con grande appetito ordinammo due pizze alla napoletana e due birre, lei mi raccontò un pò di sè, dicendomi che era una donna libera, al contrario io non me la sentii di parlarle della mia storia con Laura , cominciai a sorseggiare la birra raccontandole un pò delle mie notti alla Fiat come operaio e di un mio compagno di lavoro allora prossimo alla pensione. La pizza l'avevamo trovata ottima e la birra ci aveva messo un pò di allegria , stavo pensando se fosse il caso di chiederle di prolungare la serata...

mercoledì 25 novembre 2009

QUETATI, QUETATI, TURBATO SPIRITO!

Ancora gridi quelle tue domande
attraverso la terra, ancora
quel tuo grido che slabbra i fiori
e le piante rinsecca d'inquietezza:
ancora non t'arrendi nè pace
puoi trovare dai patetici
orpelli che il lutto provinciale inventa
a sua discolpa.

Gridi alle notti mute alle albe
inutili, al sole che corrompe:
solo il vento, modulando a lungo
l'urlo finchè s'impiglia nella nebbia
fa singulti duri contro gli alberi,
solo il vento t'è amico e ti fa eco...

lunedì 23 novembre 2009

LE ROI.........OTTOBRE 1973, secondo punto

Mentre l'accompagnavo mi sentivo un pò intimidito perchè era la prima volta che uscivo con una ragazza più grande di me di 2 anni, inoltre quello era un periodo in cui trionfava la minigonna e lei era all'ultima moda:-) Cominciò a raccontarmi un pò della sua vita, del fatto che fino a pochi mesi prima era con il fratello che era ritornato a Napoli, non si era mai adattato al clima di Torino,nè si era integrato..Lei, invece si sentiva a proprio agio, conosceva tantissime persone e lavorava in una falegnameria dove si costruivano stand per mostre e fiere, era in un certo modo la segretaria di produzione..Si sentiva molto appagata da quel lavoro che le permetteva di girare l'Italia in lungo e in largo. Mentre ingranavo le marce le sfioravo le ginocchia, non era una serata molto calda, ma mi slacciai la cravatta..Avevo tentato di raccontarle un pò di me, però non riuscivo mai a trovare le parole giuste, (il punto), fin quando non arrivammo sotto casa sua, lei mi spiegò che aveva preso in affitto una cameretta nella villetta dell'amica del cuore L. e si sentiva a casa sua, infatti si curava anche dei cani e del giardino. Ad un tratto lei mi salutò appoggiando le sue labbra sulle mie e mentre usciva dall'auto io balbettando le chiesi quando avrei potuto restituirle il prestito per la benzina...

venerdì 20 novembre 2009

LE ROI.........OTTOBRE 1973 primo punto

Nel 1973 facevo il turno di notte alla Fiat per poter guadagnare qualche lira in più da spendere a modo mio; infatti mi ero appena comprato (con lo sconto dipendenti) una 128 bianca luccicante. Un sabato sera al ritorno dal casinò di Saint Vincent (Aosta), avevo perso quasi tutto il mio "capitale", mi era rimasto qualche spicciolo per andare a bere un whisky al dancing "le roi" a Torino, per concludere alla grande la serata...Mi avviai verso il "bancone" per chiedere da bere, ad un tratto mi sentii chiamare ad alta voce da un amico,mi stupì il fatto che lui mi avesse chiamato in modo rumoroso, perchè allora questo era un locale alla moda dove si esibivano i grandi della musica leggera. Feci finta di non sentire, ma lui mi si accostò per dirmi che era insieme a due bellissime ragazze, ad un tavolo prenotato e mi invitò a raggiungerle,per presentarmi la sua ragazza. A dire il vero per me era una serata no, però vista l'insistenza del mio amico mi avviai con lui al tavolo dove conobbi la sua fiamma L. e l'amica del cuore. Mi ricordo che c'era un momento di tregua, poi la musica ricominciò con gli ultimi balli, infatti il locale stava per chiudere, loro andarono a ballare e l'altra ragazza rimase con me, fu molto gentile, mi offrì la sua consumazione e mi chiese di andare in pista. Accettai e mentre ballavamo "il ballo della mattonella" mi chiese quanti anni avessi, le risposi 22, mi guardò con un sorriso e mi disse:- sei proprio un ragazzino".-
Qualche minuto dopo chiuse la discoteca, salutai tutti e me ne stavo tornando a casa, ma ad un tratto risentii la voce del mio amico che urlava il mio nome. Ancora lui, che mi chiedeva di riportare a casa l'amica della sua ragazza, perchè loro volevano stare da soli. Accettai a malincuore, anche perchè abitavano fuori Torino ed io fui costretto a chiederle un prestito per la benzina. Lei non battè ciglio, per dare la possibilità di un pò di privacy a quei due......Noi ci avviammo....
Alla prossima:-)

sabato 14 novembre 2009

QUANDO SON NATO IO...



Sono nato in un giorno di novembre, una giornata molto piovosa, tutti mi coccolavano dicendomi che ero un bimbo fortunato perchè nato sotto la pioggia, ma era una tempesta!
Quel giorno, in via Garzilli al numero 7 nacqui e pensare che in quello stesso paese è nato anche un grande giornalista, me lo ricordo perchè da grandicello andavo a comprare un panino con la mortadella dal costo di 5 lire, dal padre salumiere, al quale stavo talmente simpatico che me lo faceva con un gran ripieno.:-)
In questa mia esternazione sarò breve e conciso altrimenti avrei bisogno della penna del "Monticiano":-), amico virtuale e simpatico.
In questo paese ho conseguito la licenza elementare ( quante bacchettate sulle mani dal mio maestro, quando mi correggeva i compiti e trovava degli errori) e pensare che la stessa verga gliela regalava un mio compagno di scuola che viveva in campagna.
Arrivai in prima media ed alla fine dell'anno fui bocciato con dei pessimi voti, lì finì la mia carriera "accademica" e mi dedicai ai primi lavori manuali, andavo a raccogliere nei valloni i ritagli di pellami che venivano scaricati dai "bottai" delle concerie di pelli. Subito dopo mi trasferirono a Torino per problemi di sopravvivenza, andando velocemente nel 1973 in quella magica notte del 27 ottobre incontrai Rirì in una sala da ballo...Mi fermo qui....perchè mi sento osservato:-)
Spero di avere la forza di ricominciare il racconto da quando sono nato ad oggi e colgo l'occasione per mandare tanti cari saluti a tutti voi. :-))

giovedì 12 novembre 2009

NAPOLI....ODIO - AMORE E NOSTALGIA.....

Oggi alcune mie amiche si incontrano a Napoli e mi hanno fatto partecipe della loro gioia. Mi sono rivista in quei luoghi citati da G., piazza del Plebiscito, un posto dove ho lavorato per un paio di anni, mi sono rivista mentre scanzonatamente camminavo per via Roma, che ora ha cambiato nome, mi sono fermata a piazza Dante (forse si chiama ancora così), dove su una panchina sotto la statua del Sommo, quando non c'era il mercato, mi sedevo a mangiare un panino nell'intervallo insieme ai miei amici e... risate, canzoni, voglia di vivere e di crescere. In quei momenti non pensavo che un giorno me ne sarei andata via (il bagaglio troppo pesante), pensavo qui sono nata e qui ho le mie radici, ma sbagliavo. Non apparteniamo alla terra dove siamo nati, non ne siamo padroni, siamo un passaggio e di passaggio. Una città vicina o lontano è di tutti e questo l'ho capito bene quando me ne giravo per il porto a curiosare sulle navi...Il porto: un via vai di gente di tutto il mondo, un intreccio, quasi una fratellanza, chi approdava a Napoli da terre lontane si sentiva a casa sua ed era bello, conoscevo e parlavo con tutti, anche a gesti, era impossibile conoscere altre lingue, però si comunicava, con un panino, una bibita, un dono, il dono di un sorriso..Ed i marinai..li ho amati per la loro libertà, il loro saper volare di porto in porto, grande fatica, ma amore immenso per il mare..il mio, il loro mare....

lunedì 9 novembre 2009

A DZIRASSA sul cui braccio,prima di morire nella scuola di Beslan,la madre ha scritto con una biro:"Cara Dzira,ti amo"

Ho scelto te tra tanti,piccola
Dzirassa,per questo tuo nome
così affollato di consonanti
così dolcemente slavo.
Ti ho scelta perchè sei stata segnata
dall'orrore e insieme da un'onda
calda d'amore,sollevata dalla morte
fino al tuo piccolo cuore impreparato.
T'ha segnato il rantolo di tuo padre
accorso in affanno a scamparti
a quella implacata strage d'innocenti
e la mano di tua madre,vigile
nella notte straziata
a inventare per te l'ultima difesa
con quel messaggio d'amore,a gettare
un'ancora alla tua infanzia calpestata
come i fiori bianchi che portavi alla festa,
arginare l'infinito sgomento
di chi come te (come noi)ha intravisto
quale ferocia (e follia) si annida
nel cuore segreto dell'uomo,
quali neri frutti danno i semi dell'odio:

potrà il tuo esile braccio segnato dall'amore
indicare un cammino,ritessere la pace...

giovedì 5 novembre 2009

VIAGGIO

Ti piace scrivere e pensare
e abbandonarti ai ricordi
nel cuore caldo di un vagone
semideserto, in un treno in corsa:
fuori è un fluire eracliteo
di case fiumi strade montagne
e questo ti serve a dare
un ritmo ai pensieri un senso
alla riflessione, a spiarti
fin dentro le pieghe più riposte
dell'anima, là dove sguardo
nè estraneo nè amico può penetrare.

Col paesaggio in fuga ti scorre
davanti la vita e senti
che se tutto così è avvenuto, così
hai potuto saputo dovuto essere,
con tutti gli errori goffaggini
sviste crudeltà approssimazioni:
accettare il destino senza residui
come l'avessi scelto tu
farlo proprio,
così ti indica un campanile, dito
puntato verso un cielo più chiaro.

lunedì 2 novembre 2009

AGONIA

Il segreto della luce è nascosto
dietro i monti
rigorose azzurrità:
sfreccia una nottola
la insegue un ricordo
scolastico: Hegel, Minerva,
annega il cielo
nella pace roca dei lilla,
alle spalle il pugnale
di un corpo devastato,
miseria di meccanismi
inceppati
disfatta umanità
beffata dal male degli anni
inesorabilmente scivoli
dalla zattera dei sopravvissuti.

giovedì 29 ottobre 2009

FIACCOLATA NOTAV

Da Ambientevalsusa lunedì 26 ottobre 2009 22.57.57

TAV= SPRECO VIENI ANCHE TU A MANIFESTARE CON NOI‏

Allegata locandina

MANCANO I SOLDI PER LA CASSA INTEGRAZIONE MA VOGLIONO SPENDERE 120/150

MILIONI DI EURO PER OGNI CHILOMETRO DI TAV IN VAL SUSA ED AL BRENNERO!

NON E'UNA VERGOGNA?



APPUNTAMENTI NO TAV



Sabato 31 ottobre 2009: fiaccolata di HallowinNoTav contro i sondaggi

Scarica il volantino. http://www.ambientevalsusa.it/hallowin.pdf

STAMPA E DISTIBUISCI OPPURE INVIA QUESTO LINK AGLI AMICI!!!

FERMARE LO SPRECO TAV SI PUO'. FALLO PER TE E PER I TUOI FIGLI!!!


Venerdì 30 ottobre: Serata informativa sul TAV a Villar Dora.

Scarica volantino. http://www.ambientevalsusa.it/Villar%20dora%20serata.pdf



Venerdì 30 ottobre: Presentazione del libro "Il succo di un'amicizia civile" a Villar Focchiardo.

Scarica volantino. http://www.ambientevalsusa.it/2009_10_30_Villarfocchiardo-No-Tav.pdf



ULTIMI AGGIORNAMENTI



27 ottobre 2009: Audizione di Andrea Barducci presso l'Osservatorio a proposito della "vicenda Mugello"

Cosa dirà a Virano il presidente della provincia di Firenze? -

L'Osservatorio ha già perso ogni credibilità ed ogni possibilità di vendersi come "imparziale", perchè

vuole peggiorare ancora la sua immagine agli occhi dei valsusini?

leggi tutto: http://www.ambientevalsusa.it/ultimocomunicato%20Barducci.pdf



26 ottobre 2009: L'associazione Idra di Firenze scrive a Virano, alla CIG, al Prefetto di Torino

a proposito dell'audizione in Osservatorio di Barducci e chiede provocatoriamente un'audizione

in Osservatorio per raccontare la verità sui danni in Mugello provocati dal TAV.

Leggi la lettera: http://associazioni.comune.firenze.it/idra/26-10-'09.htm



I costi aumentano e paga ancora Pantalone. E' sempre la stessa storia, anche al Brennero!

Studio del Professor Ivan Cicconi- TAV al Brennero: chi ci guadagna e chi ci perde?

Studio del Dottor Mirco Federici - Analisi termodinamica integrata dei sistemi di trasporto

in diversi livelli territoriali.

Per capire gli sprechi del TAV.

Questi e tanti altri nuovi documenti li trovate su

www.ambientevalsusa.it (home - ultimi aggiornamenti)

GRAZIE PER L'ATTENZIONE

I migliori saluti, Scrivi a:

Ambientevalsusa info@ambientevalsusa.it

lunedì 26 ottobre 2009

quarta parte (ultima)





La giornata innovativa ad Heildelberg si è conclusa con cena di galà e premiazione idee migliori della giornata nella sontuosa dimora Palais Prinz Carl.
Il posto e l'atmosfera sono meravigliosi, ma per quanto riguarda il menu di una cena Italia batte Germania 3-0.
Antipasto = zuppa, buona per carità, ma volete mettere con le gustose e buonissime specialità italiane (scegliete qualsiasi regione..)
Primo = non pervenuto, all'estero c'è un unico piatto, definito main dish che dovrebbe essere la portata principale e centrale della cena.
Mi hanno portato un piatto decorato, con ciuffi di broccoli, carote e funghi (champignon), con al centro un pezzo di carne spessa e quindi semi-cruda.
Ho chiesto che carne era.
Non sapendomi dire il termine in italiano, mi hanno detto che era......Bambi, come il personaggio di Walt Disney.
Sono passato direttamente al dolce, senza caffè, ovviamente !
Casa dolce casa arrivo.
Nonostante tutto, preferisco ancora la nostra terra e le nostre abitudini.
Alla prossima !

giovedì 22 ottobre 2009

Terza parte



Villa Bosh è dedicata a Carl Bosch che è stato insignito del premio Nobel per la chimica, nel 1931, per gli studi sullo sviluppo di processi chimici ad alta pressione.
Si trova sulla parte più alta di Heidelberg, e da li si gode di una vista stupenda sulla "collina" della città, ricca di cultura e vegetazione.
Gli interni sono molto hi-tech (le porte sono scorrevoli e si aprono automaticamente quando ci si avvicina, anche quelle del bagno !) e tutte le pareti sono tappezzate dalle foto di premi nobel nei settori della chimica e della medicina, tra cui la nostra Rita Levi Montalcini.

La Villa è utilizzata spesso per convegni e manifestazioni scientifico-culturali e quest'anno ha ospitato la nona edizione dell'Heidelberg Innovation Forum, dedicata alla creatività e al visual computing (che non saprei come tradurre).
In pratica per tutto il giorno vari esponenti delle principali università tedesche, e di alcuni centri di ricerca stranieri (Dublino, San Diego, Toronto per citarne alcune) hanno presentato alcune idee che potrebbero rivoluzionare o stanno rivoluzionando le nostre abitudini: dalla televisione 3D ai sistemi multi-touch il futuro è sempre più immersivo, non vedremo più la televisione, nè navigheremo in Internet, ma saremo IMMERSI in un flusso audio-video, così come Tom Cruise nel film Minority Report.
Veramente "impressive" e "stravolgente" !

mercoledì 21 ottobre 2009

Tutti ad Heidelberg - seconda parte



No suspence: sono arrivato in tempo.
Qui i biglietti del treno sono più cari che in Italia (credo un 20% in più), ma quando si va alla biglietteria ti forniscono:
- i biglietti;
- le indicazioni stampate sull'accoppiamento binario - treno;
- la coincidenza più vicina
e - udite udite - ti prenotano carrozza e posto a sedere alla stessa altezza del treno su cui occorre salire al volo, che ovviamente, si ferma al binario di fronte.
Morale della favola, oltre ad avere spaccato il minuto di partenza ed arrivo, quando sono sceso dal primo treno non ho dovuto che fare tre passi e salire sulla carrozza in fronte a me !

E così alle 11 e 10 sono sbarcato ad Heidlberg.
Che bella.
Ma che freddo.

Devo andare a Villa Bosh: o cammino per 30 minuti (in salita, sta in collina, dominando la città) o prendo un taxi.
Non ho scelta prendo il taxi.
Sorpresa sorpresa.
20 minuti di taxi - 11 euro e spiccioli.

Ho fatto bene.
E soprattutto sono arrivato in anticipo di 5 minuti.
Inganno il tempo con il caffè, tanto è così lungo qui che potrei metterci mezz'ora solo per berlo tutto :-)

martedì 20 ottobre 2009

Tutti ad Heidelberg - 1 parte



Stamattina sveglia all'alba: obiettivo raggiungere la splendida cittadina denominata Heidelberg, nella regione del Baden-Württemberg sulle rive del fiume Neckar, entro le 11 e 30 del mattino.
Mission impossible con i mezzi di trasporto made in italy (ahimè, almeno a Torino, non c'è traccia di Alitalia, salvo qualche sporadico volo verso Roma e Bari), ma per fortuna i tedeschi (Lufthansa) si sono ben organizzati e hanno messo diversi voli mattutini che da Torino portano a Francoforte e Monaco.
Per cui viva Lufthansa, alle 6 e 30 sono a Caselle, faccio una trafile di 30 minuti per i consueti controlli di sicurezza, cappuccino-brioches e spremuta dopo il check-in e via, ore 7 e 30 con una puntualità svizzera - pardon - tedesca si parte !

Durante l'oretta di volo mi chiedo come raggiungere Heidelberg, chiedo un pò ma mi rassicurano: è sufficiente andare alla stazione dei treni dell'aeroporto di Francoforte, e li mi prenderanno in consegna 10 linee ferroviarie differenti (mi chiedo se ho capito male...10 linee ? boh...vedremo).
Arrivato a Francoforte vengo accolto da un cielo terso e un sole pallido, ma non ho tempo, sono già le 9 e non so ancora come raggiungere la meta.
Faccio un pò di sano walk nell'aeroporto e via, arrivo al centro informazioni della stazione ferroviaria all'interno dell'aeroporto (qui in germania trasporti sono integrati, sanno che se metti un aeroporto fuori città, hai bisogno di un treno che arrivi fino all'aeroporto e che, possibilmente, da lì ti possa portare in ogni dove...a Torino il messaggio non è ancora passato, per non parlare di Malpensa...).

Scopro che per arrivare ad Heidelberg devo prendere due treni, e la per saltare da uno all'altro ho solo 5 minuti di tempo.
Sono spacciato, figuriamoci se riescono a mantenere sincroni due differenti treni, con destinazioni diverse, su linee diverse, di proprietà diverse...
Non arriverò mai in tempo.
O no ?

diario di D

sabato 17 ottobre 2009

LA CASA IN VIA DEL CAMPO.....

..erano un pò di giorni che questa canzone mi girava per la testa, mi sorprendevo a cantarla con un pizzico di rimpianto. Mi son detta in fondo è solo una vecchia canzone, risale al 1978 la canta ancora su youtube Franco Simone, che un pò mi somiglia:-) la mia copia al maschile...una maschera tenera, mentre lo sento cantare, un viso pulito, quasi trasparente.
Io abitavo proprio lì, in una casa di campagna, dove ho trascorso dei momenti felici e momenti di sconforto terribile, ma i ricordi restano indelebili, delle risate, le partite a carte interminabili, i brindisi per niente e per tutto. In quella casa, la mia prima casa, ho lasciato un pò del mio cuore ed ogni tanto vado a riguardarla ed è come rivedere un sogno al rallentatore, un sogno che vorresti non finisse mai, poi ti svegli e vai incontro alla realtà..alla vita, che a volte indurisce i cuori, che sembravano puri e pieni di ideali, a volte ti sembra che manchi quel pizzico di sana follia, dove tutto era possibile, sembrava a portata di mano e lo prendevi, così..sorridendo senza nulla togliere a nessuno. La mia casa in via del campo era piena di bambini, il mio era piccolino e figlio unico, allora tutti i giorni transitavano decine di bambini in cerca del mio piccolo grande amore, avevo un cestino di caramelle, cioccolattini, biscotti, loro sapevano dove andare, poi c'erano le feste, le inventavano con la magia dei loro bellissimi anni, anni di incanto verso il mondo, di meraviglia continua...Il tempo passa e passano le favole per tutti, arriva il giorno in cui ti accorgi che la vita va vissuta con i piedi per terra..un'espressione di una cara amica, che non ho mai condiviso, neanche ora..penso che bisogna essere sempre un pò tra le nuvole per poter dare spazio ai sogni e per cercare il sole.....però ci provo ancora adesso a non stare sempre col naso in su in cerca di aerei nuvole aquiloni..

mercoledì 14 ottobre 2009

4 Ed ultima parte

Non c'è nessuna azienda italiana che produce set top box / decodet per il DTT.
Alcune ri-etichettano decoder costruiti altrove, ma nessuno ne produce in
Italia.
2 decoder a famiglia per 22 milioni di famiglie = 44 mln di decoder.
Al prezzo più basso, cioè 30 euro, fa un giro di affari di 1.320 mln di euro una
tantum, senza contare i tassi di sostituzione e l'evoluzioni.
Senza contare la possibilità di fare decoder da esportare in tutte le nazioni,
nel mondo, che utilizzeranno il DVB-T come standard.
L'Italia ha introdotto quasi per prima in Europa il DTT, ma nessuna azione è
stata fatta per spingere qualche produttore/industriale a cimentarsi in questo
business.
Si sono fatte solo le regole per la pay per view, che ha permesso a Mediaset di
portare da tre a circa 70 i canali trasmissibili in Italia.
Non si poteva fare qualcosa in più per rilanciare l'economia italiana ?

D'altronde, in Italia abbiamo il tasso di penetrazione tra i più elevati al
mondo, ma sapete quante aziende italiane producono i cellulari ?
Nessuna.

E per quanto riguarda i computer ?
Quanti di voi hanno un pc made in italy ?

Vabbè però uso Alice per l'adsl e Telecom/TIM per il cellulare...
Peccato che...neanche più la telecom è italiana (c'è un diritto di prelazione
esercitabile dagli spagnoli di telefonica per rilevare la maggioranza).
Vodafone è UK, Wind è egiziana, Tre è cinese, Fastweb è degli svizzeri.

Noi spendiamo quotidianamente per servizi / prodotti non italiani.
Questo è il principale problema della nostra economia, e di qeusto dovrebbero
occuparsi i nostri politici.

P.S. alla fine ho comprato un decoder francese: li il DTT è stato introdotto
qualche anno dopo che in Italia, ma dal punto di vista industriale e politico
si sono mossi più in fretta

lunedì 12 ottobre 2009

MA MI SI E' ROTTA LA TV ? terza parte

Arrivato con fatica al reparto decoder ho capito che la questione non era
risolta...
Anche qui occorre sapere cosa si vuole, o mettersi nelle mani di qualcuno che
può fare di te quello che vuole...
Qualcuno sa cosa è uno zapper ?
E' l'mhp ?
E la CAM ?
E Dhalia TV ?
E la porta usb frontale per caricare i filmati dalla chiavetta ? (ma io voglio
vedere solo la tv...)

Se almeno uno sapesse cosa, come e perchè scegliere un componente piuttosto che
un altro, potrebbe anche valutare bene cosa spendere e cosa acquistare rispetto
le proprie esigenze.
Io voglio vedere solo la tv.
Come prima, nè più nè meno.
Non mi interessa la pay per view, non volio interagire con la TV (già devo
interagire col resto del mondo, io la tv la subisco volontariamente, per poco
tempo, e solo con chi mi aggrada, con chi devo interagire ? Con Emilio Fede ? O
con Minzolini ?)
Boh..

Ho deciso di comprare un decoder made in italy, con il minimo indispensabile per
vedere la tv.
Se proprio devo spendere dei soldi, che servano almeno all'industria italiana.
L'Italia è una delle prime in Europa a switchare, sicuramente ci saranno
produttori italiani che si sono mossi per tempo (d'altronde parliamo di - in
media - 2 decoder a famiglia per tutti gli italiani da qui al 2012, insomma un
bel business !).
E allora, dai compriamo il decoder made in italy.
Però, però...
All'ipercoop non ce ne sono.
All'auchan neanche.
Da Unieuro nemmeno.
Da Carrefour nisba.
Da MediaWord ? Neppure...

Sono stanco, vado a casa.
Saranno andati tutti a ruba, penso, i decoder made in italy.
Oppure no...

Non ci posso credere...ma giusto per curiosità...qualcuno ha comprato un decoder
italiano, fatto in Italia ?

Ditemi di sì, vi prego.....

sabato 10 ottobre 2009

MA MI SI E' ROTTA LA TV ? seconda parte

Entrare in un ipermercato con la consapevolezza che sei costretto a
comprare qualcosa per forza (si lo so, potremmo fare a meno della tv, ma
non mi sento ancora del tutto pronto a mettere monitor e pc in ogni
stanza, ne ho già due....) è per me una sensazione strana, da una parte
quasi elettrizzante (nessun senso di colpa: non sono io che voglio
togliermi un vezzo, devo proprio comprare quel "coso") dall'altra mi fa
incazzare (ma perchè devo proprio comprare qualcosa che non ho
richiesto...boh).
Tant'è...
Prima di arrivare ai tanti sospirati decoder mi imbatto in qualche
migliaio di televisori...
Lcd, al plasma, hd compliant, full hd, hd ready, con cam, senza cam, con
mhp, senza dtt, bollino dgtvi, 16:9, 4:3, interlacciato, 1280 per
768,.....ma come si fa a capirci qualcosa ?
Una volta sceglievi la dimensione e la marca, adesso che cacchio bisogna
sapere per stabilire cosa e come vedere la TV ?
Boh...
Ma poi, perchè diavolo devo comprare la tv, lo schermo è nero ma mica
perchè non mi funzionano più i televisori.
E' semplicemente il DTT.
...
...
...
DTT da non confondere con il DDT (che invece conoscevo e a volte usavo
contro le mosche e le zanzare).
DTT = digital terrestrial television
cioè la televisione digitale...
...
...
e vabbè va, vado ai dedocer e cerchiamo di capirne qualcosa...

giovedì 8 ottobre 2009

MA MI SI E' ROTTA LA TV? prima parte

Come sempre, seguendo il rituale del mezzodì accendo la tv per il tg..oh caspita, lo schermo è nero!!Saranno i giudici della Consulta?
Mi sposto subito su rete4, ma anche lì schermo nero: deve essere successo l'irreparabile se emilio fede non è in tv..saranno tornati i comunisti? Credo di no altrimenti lo schermo anzichè nero sarebbe rosso. Mi sposto in salotto per vedere se l'altra tv funziona, ma niente, è tutto nero!!!!E che si fa ora? Vago stordito tra i piani del condominio, penso " sarà l'antenna centralizzata", ma nessun over 60 sa dirmi cosa succede, decidiamo di indire una riunione straordinaria con effetto immediato e mentre aspettiamo l'amministratore si unisce a noi il nostro ottuagenario Salvatore il saggio che ci chiede: "ohibò che ci fate tutti qui, non siete ancora andati a comprare il decoder per il digitale terrestre per poter vedere la tv?"- Ah...ecco, da oggi in poi a Torino per vedere la tv serve il decoder!!
Usciamo in massa ed andiamo a cercarne uno.

ANIMALE METROPOLITANO

I richiami del gallo e la campana
han ceduto nell'alba
allo sferraglio
nel tritura-rifiuti
(dal campanello conosci
la tua lebbra).
La solerte ganascia ingoia sminuzza
ciascun residuo: quanti (troppi)
ne lascia ogni uomo a scia
dell'esistenza,
mi rompe il sonno impietosa
strappa la coda al sogno
ultima cometa,
mi sollecita
alle inutili corse d'animale
metropolitano,braccato
dalla folla,nel rumore
che ottunde voli (spazi gridi) d'anima.

Oggi è uno di quei giorni in cui non ho voglia di parlare e tra le tante poesie di R.L. ho deciso di riproporre questa. Spero che continuerà a scrivere ancora a lungo su questo blog e La ringrazio con un abbraccio.

lunedì 5 ottobre 2009

frasi ... degli altri ;)

Ciao amici tutti! E' un po' che non passo dall'isola ... e che dire a giustificazione di ciò??? beh...a volte accade che manca l'ispirazione, oppure la vita ti prende e ti fa voltare lo sguardo da un'altra parte ... a tutti i costi.
Oggi però ho letto una frase, molto bellam a mio parere ed è di Paulo Coelho, uno scrittore che amo molto .. e per questo la condivido qui con voi. Perchè? Perchè in questo momento della mia vita è forse quella che meglio mi rappresenta e renderla in comune forse mi aiuterà a prenderla come esempio.

"il ragazzo cominciò ad invidiare la libertà del vento, e avvertì che avrebbe potuto essere come il vento. Niente lo impediva, se non lui stesso".

Vi abbraccio tutti, Flo

UNA PARENTESI DEL MIO DIARIO (forse sarà l'unica)

La mia adolescenza: circa a 13 anni in un paese piemontese (Ceres),mentre facevo l'imbianchino,questo era il mio mestiere allora,ho avuto il primo attimo di smarrimento:il mio sesso incominciava a dettarmi delle leggi che io ancora non conoscevo..pruriti strani.La prima cosa che feci fu quella di nascondermi nel bagno del datore di lavoro,ero meravigliato da quello che provavo,mi guardai e naturalmente mi toccai ed all'improvviso provai un piacere che mi fece quasi paura,era la prima volta che mi succedeva una cosa del genere! Ritornai subito al lavoro e l'imprenditore mi chiese gentilmente se gli comprassi delle sigarette,io ci andai volentieri,almeno non avrei lavorato per un pò,in fondo ero solo un ragazzino,ma giunto dal tabaccaio vidi sul bancone un pacchetto di sigarette lasciato da qualcuno,allora me lo infilai in tasca,pagai l'altro fumo e con i due pacchetti mi avviai verso il cantiere di lavoro.Consegnai il pacchetto e mi avviai di nuovo al mio posto,pensavo sempre alle sigarette che avevo in tasca e provai ad accenderne una,una cosa atroce,stavo quasi per soffocare...I giorni passavano e sempre di più sentivo il desiderio di avere un contatto vero con una ragazzina,allora cominciai a rincorrere quelle che c'erano nel mio quartiere.

Repost

sabato 3 ottobre 2009

LA MACCHINA DEL TEMPO

Non mi serve la macchina del tempo
per tornare al passato, all’uomo nero
in piedi nel suo antro: vendeva
carbonella e la sua pala fin dentro
gli occhi sollevava nugoli
d’oscura polvere a suscitarmi
la tosse in gola e uno stupore attento.
C’erano asini, nel mio lontano
mondo e donne con dita febbrili
a impagliar sedie, e carretti tirati
da cavalli e scie di meta sulla strada.

Il futuro è già qui, presso il nipote,
che manovra computer, cellulari
d’ultima generazione, tutto un mondo
digitale, gli avatar, tra poco il kindle,
che archivierà ahimé le biblioteche.

Sospesa tra due mondi, uno
perduto, noto a me sola, l’altro del tutto
estraneo, ostile, irraggiungibile,
resto tra le mie cose, umili
quotidiane, confortevoli: i quadri
il vecchio divano, Cartesio
col cipiglio e i libri, i libri che gusto
anche al tatto all’odore, mia Città
del Sole, qui mi chiudo a difesa
e qui voglio finire.

giovedì 1 ottobre 2009

VISTA DAL BASSO 8a parte

buttare giù dal ballatoio, invocando ‘a bonanema (l’estinto), e ogni volta vicini volenterosi la tiravano indietro.
Mio padre era molto alto, era stato infatti granatiere durante la prima guerra mondiale e a tavola ci raccontava spesso episodi di quella sanguinosa
avventura che gli aveva procurato una ferita nel braccio e ferite più profonde nell’animo. Ci raccontava gli assalti alla baionetta sul Monte Grappa, la vita in trincea, ma anche i colloqui con gli austriaci negli intervalli delle battaglie.
Era il nostro Remarque quotidiano.
Era un uomo mite, aveva dovuto interrompere presto gli studi, dopo la III Avviamento (corrispondente più o meno alla nostra terza media), per la morte prematura del padre, ma leggeva molto: in biblioteca aveva le opere di Dickens, di Hugo, di Swift. In gioventù aveva scritto sonetti d’amore per mia madre ed era conosciuto infatti nel quartiere come don Gennarino ‘o pueta.
La mattina, quando si radeva, non fischiettava o cantava, ma recitava ottave dell’Ariosto: “Vaghi boschetti di soavi allori…”, che io ascoltavo deliziata dal letto.
La quarta e la quinta elementari le frequentai nella scuola pubblica intitolata a Giacomo Leopardi. I libri che usavamo erano infarciti di storie di martiri fascisti e a ogni piè sospinto glorificavano le opere e le vittorie del Regime Fascista. Partecipai anche ai Ludi Juveniles e vinsi un premio con uno sciagurato tema sul Duce…


Il sabato andavamo all’adunata nella piazza antistante la Casa del Fascio, intitolata a Filippo Corridoni. Si assisteva all’alzabandiera, io con la mia divisa di Piccola Italiana: blusa bianca di piquet con una grande M colorata sul taschino, gonna nera e la mantella pure nera, chiusa al collo da una catenella dorata, che mi piaceva da morire, solo per quella avrei aderito al Fascismo…
Però le marce mi angosciavano: siccome ero piccola di statura capitavo sempre in prima fila e tenevo stretto stretto il pugno della mano destra, per non sbagliare quando scattava il comando: fianco destr!, perché ero una mancina disturbata e per me, ancora adesso, distinguere la destra dalla sinistra richiede uno sforzo di riflessione.
Quando imparai a scrivere o quando disegnavo, tentavo di farlo con la sinistra, ma tutti mi sgridavano, come avessi commesso chissà quale colpa, per cui sono diventata un’ambidestra imbranata: cucio con la sinistra, ma dalle suore ricamavo con la destra, scrivo con la destra, ma so scrivere anche con la sinistra, con una grafia infantile, cosa di cui si avvaleva mia nipote Maria quando si stancava di fare i compiti – Nonna, scrivi tu con la mano di bambina! – mi diceva (l’altra era la mano di professoressa).
Alla fine dell’anno scolastico 1940-41, in cui avevo terminato la quinta elementare, quando avevo cioè dieci anni, scoppiò la II guerra mondiale

martedì 29 settembre 2009

VISTA DAL BASSO 7a parte

amante (e chi fosse un’amante non mi era poi tanto chiaro), che mettendo la mano sull’inginocchiatoio di velluto, lo accusa: - Per te mi trovo nell’inferno! – e sparisce lasciando un’impronta fumante…
Nel parlare, mia madre ricorreva a proverbi e a wellerismi, per dare più forza al discorso, col distillato della saggezza popolare:
L’erba voglio non ha germoglio; l’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re, e se al suo richiamo rispondevo: - un momento! - s’impazientiva:
- Sì, quanno piglio Trieste e Trento !- (quando conquisto Trieste e Trento, modo di dire nato inequivocabilmente durante la I guerra mondiale).
I mobili della casa avevano nomi storpiati dal francese: ‘a lettagerre (l’ètagére), ‘o cummò (la commode), ‘a tuletta (la toilette), che consisteva in una mensola di marmo, sormontata da un grande specchio ovale.
Su quella mensola facevo i compiti di scuola, mentre nello specchio si riflettevano sontuosi tramonti cremisi. Una volta, mentre ero intenta a scrivere, sentii alle mie spalle i fili della luce che sbattevano violentemente contro la finestra e contemporaneamente un urlo collettivo che mi paralizzò: dal quarto piano (noi allora avevamo cambiato casa, ma restando sempre nello stesso rione Duca D’Aosta e abitavamo al primo piano) si era buttata giù una ragazza diciottenne, alla quale i genitori proibivano il fidanzamento col suo innamorato, era rimbalzata sui fili della luce ed era caduta a testa in giù sul sottostante marciapiede di terreno battuto, morendo sul colpo. Per alcuni giorni continuò a formarsi un capannello intorno al buco scavato dalla testa di quell’infelice ragazza: a lungo rimase in me il raccapriccio per quel ferale avvenimento e da allora non posso sopportare che
qualcuno si sporga da una finestra in mia presenza.
Mia madre aveva cinque sorelle, una, sedicenne, era morta con la famosa “febbre spagnola”, un’altra, la madre di Luisa, era morta dopo aver partorito il quinto figlio. Solo l’ultima, Assuntina, che era anche la mia cummara (madrina di battesimo e di cresima), aveva studiato, aveva fatto un buon matrimonio e abitava al Vomero. A casa sua sono andata in qualche occasione, con un tram sferragliante, che si arrampicava a fatica sulla collina (allora poco abitata, con grandi giardini e viali alberati) e ho visto per la prima volta le banane, nel piatto dei cugini ricchi.
Mia zia Puppenella (Giuseppina) abitava invece in un vecchio palazzo, dove al primo piano, sui tre lati del cortile interno, correva un ballatoio con tante porte, che davano ciascuna su un unico grande stanzone, dove si ammucchiava una famiglia, quasi sempre numerosa.
Una volta, in casa della vicina di mia zia, ho visto una specie di rito di purificazione: passavano la fiamma delle candele sotto le reti dei letti, per stanare e bruciare le cimici!
Un’altra volta, entrando nel cortile, assistei ad un funerale: il carro funebre era tirato da due cavalli scalpitanti, e mentre i parenti portavano a spalla ‘o tavuto (la bara) di un capofamiglia, le urla dei figli risuonavano strazianti e una donna, non so se fosse la moglie o la figlia maggiore, faceva ripetutamente mostra di volersi

domenica 27 settembre 2009

VISTA DAL BASSO 6a parte

A settembre si andava tutti in campagna per qualche giorno dal compare di mio padre, dove sull’aia si procedeva al rito della preparazione delle bottiglie e delle conserve di pomodoro per l’inverno: io ero addetta a girare la manovella di una macchinetta, che riduceva la polpa rossa in poltiglia, la conserva, appunto. Quanto mi divertivo! Intorno a me razzolavano galline, starnazzavano oche, cantavano le contadine, si lavorava in allegria.
Dopo i sette anni uscivo anche da sola, sia per andare a scuola (attraversavo un viottolo di campagna, dove a volte mi abbaiavano cani randagi, con mio terrore, perciò ancora adesso non ho simpatia per questi animali), sia per andare dal tabaccaio a comprare il sale grosso, che si vendeva in sacchetti di carta molto spessa, ma io, lungo il viottolo di ritorno, scavavo col dito un buchino di lato, ne cavavo un granello e lo succhiavo con grande voluttà…
Andavo a comprare la carbonella in un antro fuligginoso, dove il carbonaio
con una pala raccoglieva la carbonella da un enorme mucchio e la gettava sulla bilancia, sollevando nugoli di quella polvere nera che già lo ricopriva da capo a piedi e che mi faceva tossire…
Dal contadino donn’Eduardo, che aveva una stalla con le mucche, compravo il latte e ‘a rennetura (l’ultimo latte munto, il più denso), che bevevo golosamente, tiepida com’era, senza che fosse bollita, e così mi ammalai di paratifo e stetti a letto quasi un mese.
A Natale si faceva festa, con grandi tavolate alle quali partecipavano zii e cugini.
Tra questi spiccava Amedeo, figlio di zia Rosina e quindi cucino carnale (cugino che non ha lo stesso cognome) e non frate cucino (avente lo stesso cognome, perché figlio di fratelli), che era alto e grosso e mangiava la sua porzione di vermecielle (spaghetti) direttamente nella zuppiera, essendogli insufficiente la razione di un piatto.
Il rito preliminare era quello dei capitoni (anguille), che mio padre doveva tagliare in grossi pezzi sanguinolenti, impressionanti, che continuavano a contorcersi dopo essere stati separati dalla testa. Spesso le povere bestie gli sgusciavano tra le mani e bisognava rincorrerle fin sotto i letti…Mio padre però non era capace di tirare il collo a una gallina, e per questo si chiamava mio zio Vincenzino…
Mia madre cucinava il capitone in umido, in un ruoto (teglia), ricoperto di foglie di lauro: si diffondeva l’odore per tutta la casa ed è a quell’odore che è legata per me la memoria della festa, ora ridotta ad un fastidioso rito consumistico.
Con il lauro mia madre, che era stata povera, si preparava certe sue cene c’o pane cuotto (pane raffermo, bollito in acqua ed olio e profumato appunto con un rametto di alloro). Non aveva potuto studiare oltre la VI elementare di allora ed era stata mandata come apprendista presso una sarta, però aveva pensieri e sentimenti nobili. Donna religiosissima, non mancava mai alla prima messa del mattino e metteva in pratica i precetti evangelici con autentico spirito di carità: a volte, tornando da scuola, trovavo un mendicante seduto alla nostra tavola.
Ma era anche imbevuta di severo spirito controriformistico e non mi raccontava favole, bensì storie raccapriccianti, come quella del peccatore pentito e fattosi monaco che, mentre prega di notte, sente un rumore di catene e gli appare la sua

venerdì 25 settembre 2009

VISTA DAL BASSO 5a parte

A volte, dopo i giochi, ci faceva recitare il rosario, ma io, mentre sfilavano i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi e rispondevo meccanicamente alle Ave Maria, guardavo affascinata una goccia che le pendeva dal naso appuntito, che lei non asciugava e che oscillava senza mai cadere per tutto il tempo.
Gli altri miei giochi erano solitari, o con la bambola o con la scatola dei bottoni
(mia madre, che cuciva i nostri vestiti, ne aveva molti, di ogni colore e dimensione) o, avvolta in un vecchio scialle colorato, immaginavo d’essere una regina, oppure semplicemente osservavo i giochi degli altri bambini sotto la mia finestra: la campana, lo strummolo (una trottolina che si tirava con una cordicella) le corse sui monopattini di legno…
I grandi facevano discorsi che mi piaceva tanto ascoltare, soprattutto quelli di mia zia Rosina (sorella di mio padre) quando veniva in visita: parlava e gesticolava in modo molto colorito, a volte abbassava la voce e io con disappunto capivo che dovevo uscire dalla stanza, a volte tuttavia riuscivo a cogliere frammenti di frasi:
- chilli dduie accussì se ne so’ fuiute –(quei due alla fine se ne sono fuggiti) Dove erano fuggiti e perché? Continuavano sempre a fuggire? Forse in un bosco, luogo misterioso per eccellenza, come mi insegnavano le fiabe?
Zia Rosina abitava in un palazzo all’ultimo piano e aveva un grande terrazzo la loggia, dove stendeva le lenzuola da lei lavate in una tinozza, sfregandole su una tavoletta di legno scannellata. Mia madre invece le lenzuola le faceva lavare da una contadina, che le portava in una grande cesta in bilico sul capo, appoggiata su un panno attorcigliato e le lavava strofinandole su una pietra scabra. Ho saputo anni dopo, con mio grande rammarico, che era morta investita da un’automobile, lei che era abituata a percorrere kilometri a piedi, ma non a scansare le insidie della velocità sulle strade.
Siccome ero mingherlina, avevo diritto ogni tanto allo zampaglione (zabaione),
quanto mi piaceva, ne leccavo fin le ultime tracce torno torno al bicchiere…Mi piacevano però molto meno l’olio di fegato di merluzzo e l’olio di ricino, alla bisogna, o le iniezioni ricostituenti che mi faceva zio Vincenzino, il marito di zia Rosina, che ogni volta mi diceva sadicamente: “Hai sentito qualcosa? Io non ho sentito niente!” Quanto lo odiavo!
In casa rendevo piccoli servigi: spazzavo,spolveravo,soffiavo per alimentare il fuoco con un ventaglio di paglia davanti alla fornacella (solo più tardi arrivò il fornello a gas!), scacciavo le mosche, prima di socchiudere le imposte, con il sciosciamosche (scacciamosche).
Mi piaceva soprattutto spazzare, ma un giorno che fui troppo zelante, scostando un vecchio cesto di sotto al focolare, mi ritrovai col pavimento invaso dagli scarrafoni (scarafaggi), ne uccisi quanti ne potei con la scopa, furiosa e inorridita, quasi mi fossi scontrata con forze oscure annidate nella casa e pronte a sopraffarmi.
D’estate allargavo la lana sulla loggia di mia zia Rosina: si trattava di estendere i fiocchi di lana dei materassi che, essendo stati lavati, si erano ammassati: un lavoro lungo e faticoso, che però mi piaceva, nonostante alla fine mi dolessero le mani.

mercoledì 23 settembre 2009

VISTA DAL BASSO 4a parte

Non capivo, ma non mi importava, mi piacevano quelle parole per me misteriose, erano la mia cabala, il mio mantra.
Mi scrivevo da sola le preghiere: ero devota di S.Giuseppe, perché mi sembrava un santo un po’ trascurato rispetto agli altri, facevo “i fioretti”, come mi suggerivano le suore, mettendo per es. una caramella in un cassettino che andavo ad aprire ogni tanto, senza abbandonarmi al peccato capitale della gola, che m’avrebbe spinto a scartocciarla e a gustarla…Non so quanto tempo resistessi…
Nella scuola delle suore vidi applicata una pedagogia severa fino alla crudeltà: fioccavano le bacchettate sulle mani degli alunni ad ogni errore o mancanza (a me, così perfettina, mai) e una volta un ragazzo fu portato in tutte le classi con un cappello di carta in testa a forma di cono, dal quale pendevano due orecchie d’asino (pure di carta, ovviamente) e un cartello sul petto dov’era scritto : SONO UN ASINO. Tutti ridevano e lo schernivano, a me fece molta pena.
Gli asini erano animali assai familiari all’epoca, se ne vedevano dappertutto, tiravano ogni specie di carretto, erano detti anche ciucci e ciucci erano chiamati i ragazzi poco studiosi…(facendo torto a quegli amabili animali).
Oggi gli asini sono spariti dalle città e forse anche dalle campagne e per ciuccio
s’intende la tettarella dei lattanti, così come per cellulare ( che una volta significava: furgone per il trasporto dei detenuti) adesso s’intende il telefonino!
Un’altra scena crudele, che mi turbava particolarmente, era questa: una povera vecchia semidemente, che usciva per strada truccata pesantemente, veniva circondata da ragazzi, che la spingevano, le strappavano quasi i vestiti, cantando una canzonaccia:
‘A signora se vò marità /votta ‘o culo accà e allà…
Non ho mai visto nessuno intervenire a difenderla.
E non parliamo della vista raccapricciante delle civette, inchiodate con le ali aperte su alcune porte dei bassi, per buonaugurio, mi spiegarono. Per fortuna era un’usanza che andava scomparendo…
Con le mie sorelle facevo anch’io a volte un gioco crudele: andavamo nei prati, catturavamo le farfalle e le ficcavamo in una buatta (lattina) vuota, che una di noi teneva chiusa con una mano. Quando la buatta era piena si toglieva la mano e quelle volavano via tutte insieme, in un tripudio d’ali colorate, ma naturalmente qualcuna rimaneva asfissiata in fondo alla scatola.
Il nostro gioco preferito era “nel paese dei…”, che consisteva nel metterci in circolo, mia sorella Nina, io e i tre figli di un’amica di mia madre, cantando: “Nel paese dei sarti, i sarti fanno così”, seguiva l’imitazione del sarto che cuce e così via per una serie di lavoratori, ma alla fine – era quello il momento culminante – cantavamo: “Nel paese dei signori, i signori fanno così” e ci cavavamo dalla testa dei vecchi cappelli della signora, che avevamo calzato all’inizio, inchinandoci fino a terra.
L’amica di mia madre era una “vera signora”, benché di modestissima condizione non usciva mai senza cappello e ci teneva a sottolinearlo, e i figli rispettosamente le davano del “voi”, il che ci stupiva, perché noi usavamo il “tu” con i genitori.

lunedì 21 settembre 2009

buon autunno

Cari amici, in particolare Nicola e Rosy, oggi è stato il primo giorno di autunno. Ed è anche la prima volta dopo tanti mesi che riesco trovare l tempo di ricordarvi quanto vi voglio bene! Questo autunno che inizia mi viene da paragonarlo al periodo della nostra vita, un po' triste per certi versi ma pittoresco, ricco di mille sfumature pastello, dolce e amaro al tempo stesso.... cadono le foglie eppure ancora tante rimangono sull'albero ancora solido e bello! Ragazzi cari, buon autunno!!! che sia ricco di serenità, a presto la vostra Pat

domenica 20 settembre 2009

VISTA DAL BASSO 3a parte

La suora a un certo punto fece il dettato e, passando accanto al mio banco, vide con stupore che avevo scritto tutto in bell’ordine, senza fare neppure un errore.
Fui subito promossa al primo banco di un’altra fila e iniziò così la mia brillante carriera scolastica.
Pure un errore lo feci, ma voluto: dopo aver raccontato la strage degli innocenti la maestra ci disse di scrivere dei “pensierini” e quando vide il mio compito, stupita, mi rimproverò: - Come mai avevo scritto il nome di Erode con la lettera minuscola, io, così brava? – Non risposi una parola, non osai dirle che l’avevo fatto per punire quel re così cattivo!
Sulla prima pagina del libro di lettura c’era, in basso, un bambino piccolo piccolo e lungo il bordo un vecchio signore, così alto che la lunghezza della pagina non gli bastava, sicché aveva le spalle e la testa piegati lungo il margine superiore.
La scritta recitava:
Qual è la prima virtù del bambino? L’ubbidienza.
Qual è la seconda virtù del bambino? L’ubbidienza.
La terza ve la lascio indovinare.
L’anno dopo, in terza elementare, ricordo il quadro del re, con la scritta: Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e per volontà della Nazione (un vero ossimoro!) re d’Italia e d’Albania e imperatore d’Etiopia.
Frequentavo il catechismo nella chiesa parrocchiale, lo sapevo tutto a memoria: i sette vizi capitali, le tre virtù teologali le sette opere di misericordia corporale (l’ultima: - seppellire i morti - mi lasciava alquanto perplessa: bisognava scavare? E come?). Molte cose mi rimanevano oscure, come gli atti impuri del sesto comandamento, ma non ero abituata a fare domande ai grandi, mi arrovellavo in silenzio.
Feci la prima comunione quell’anno: Vestita di bianco, con un giglio e una candela in mano e due ali d’angelo appiccicate alle spalle, guidavo la fila delle comunicande, incaricata di leggere una preghiera speciale nel corso della messa, in piedi su una sedia. Dalla commozione, mi tremavano le mani e stavo quasi per cadere, quando una suora se ne accorse e venne ad aiutarmi.
Leggevo tantissimo, dalle favole ai libri Salani a quelli della Scala D’Oro e ai racconti di Anna Vertua Gentile, dove gli operai erano sempre ubriaconi e le mogli scapigliate coi bambini macilenti aggrappati alla veste ad aspettarli fuori dell’osteria, salvati alla fine da ricche dame generosissime.
Lessi e rilessi le fiabe di Andersen, i romanzi di Dickens, i libri della Alcott, ma la pagina che mi segnò più di tutte fu quella dei Miserabili, dove si narra dell’evaso, che, accolto da un prete, lo deruba dei candelieri d’argento: catturato, viene riportato dalle guardie davanti al suo ospite, che afferma d’averglieli regalati e lo fa liberare: fu una grande lezione di bontà e di pietà.
Nella chiesa vicino casa mi attirava in modo particolare una statua di S. Vincenzo, vestito da monaco, con una specie di ricciolo rosso sulla testa, che voleva essere la fiamma della predicazione e in mano un libro aperto, con un’iscrizione in latino: TIMETE DEUM ET DATE ILLI HONOREM.

venerdì 18 settembre 2009

VISTA DAL BASSO 2a parte

quando tornava a casa, raccontava storie favolose, che suscitavano in me invidia e ammirazione: la suora aveva invitato gli alunni a far posto all’angelo custode e allora lei si era seduta in punta al banco, per dare spazio alle ali…
Nina a sua volta era un po’ gelosa nei miei confronti, come spesso accade ai fratelli maggiori, che vedono l’attenzione dei genitori spostarsi sull’ultimo nato, anche se lei restò sempre la preferita di mia madre.
Mi faceva dispetti: una volta mi disse di inginocchiarmi su un’erba speciale ed io come una stupida eseguii e mi ritrovai con le ginocchia e la pelle delle gambe che mi bruciavano: erano ortiche!
Tra lei e me c’era stata un’altra bambina, col mio stesso nome, che era morta ad un anno per un colpo di sole. Disattenzione dei miei genitori? In casa nessuno ne parlava mai, né esistevano sue fotografie, seppi di lei da mia cugina Luisa.
Col tempo capii che ero nata pe’ supponta, per soppiantare la morticina e che mia madre, avendo sperato di avere finalmente il sospirato maschio, era rimasta ancora una volta delusa, io infatti la conobbi già incupita e dolente.
La mia sorella maggiore Giuseppina aveva sette anni più di me, distanza per me abissale: quando io varcavo la soglia dei quattro anni, lei ne aveva già undici, già masticava il latino ( che allora si studiava fin dalla prima media), andava da sola a Montesanto con la ferrovia Cumana per frequentare le medie ( a Fuorigrotta allora c’erano solo le elementari) e favoleggiava di biscotti ripieni di marmellata di amarena, che mi facevano desiderare di diventare grande, per poter assaggiare anch’io tanta leccornia…
Quando finalmente andai anch’io alle medie e potei comprarne, trovai un negozietto polveroso e biscotti ammuffiti, ma intanto era passata la guerra a distruggere miti piccoli e grandi…
Così pure mi deluse la poltrona del Venerabile Nonsochi, collocata nella sacrestia di una vecchia chiesa, dove le ragazze andavano a sedersi prima di affrontare i compiti in classe, per sollecitare aiuto e/o ispirazione: trovai una poltroncina sfondata, ricoperta da un lenzuolo lercio, e non mi sedetti.
A sei anni mia madre si decise a mandarmi a scuola e, siccome sapevo già leggere e scrivere, chiese di iscrivermi direttamente in seconda classe, La direttrice fece qualche obiezione, ma mia madre fu perentoria nella sua richiesta e alla fine fu accontentata senza ulteriori verifiche.
Così mi ritrovai in un’aula enorme, dove c’erano almeno una trentina di bambini e bambine vocianti, distribuiti per file, in quei vecchi banchi formati da una panchetta di legno e da un piano inclinato, col calamaio al centro, riempiti con l’inchiostro in cui intingere la penna col pennino. Nel quaderno avevamo perciò una carta assorbente, con cui asciugare l’inchiostro alla fine di ogni pagina scritta.
La maestra, suor Maria, indispettita dal mio arrivo ad anno scolastico inoltrato, mi mise nella fila degli asini, accanto ad un maschietto, una specie di Franti, che, con mio terrore, faceva grandi macchie d’inchiostro su ogni pagina dei suoi quaderni, senza nemmeno asciugare! Temevo che avrebbe sporcato anche il mio, ma lui , per fortuna, tutto compreso nel suo compito trasgressivo, non mi degnò di uno sguardo

mercoledì 16 settembre 2009

VISTA DAL BASSO 1a parte

Il mio primo ricordo risale ai tre - quattro anni: sono seduta in braccio a mia sorella Nina, una solida ragazzotta di quattro anni più grande di me. Adesso che siamo due rispettabili anziane signore, la distanza tra noi è diventata irrilevante, allora invece era notevole, e tale rimase fino ai miei sedici anni (lei venti), quando uscimmo con i rispettivi fidanzatini (il mio più grande d’età del suo!)
La sediolina è impagliata, di quelle che vendeva ‘a ‘mpagliasegge col suo carrettino, dove aveva ammucchiati fasci di paglia per riparare, con abili mani, le sedie spagliate dei clienti.
Nina (che poi ha ripudiato questo diminutivo del suo nome Anna), come dicevo, era una ragazzetta forte, a differenza di me, sempre esile e gracile, aveva folti e spessi capelli scuri, raccolti in due trecce: ’e corde ‘e viulino, la prendeva in giro mia cugina Luisa, più grande di noi, che, essendo orfana di madre, viveva a casa nostra.
Nina si intruppava in bande di ragazzi che facevano scorribande nella terra (campagna incolta) di fronte a casa nostra e so che andavano perfino a rubare
‘e sciuscelle (le carrube) dal sacco dell’asino…
Io ero una bambina solitaria, non frequentavo la scuola materna e passavo gran parte del mio tempo seduta sul davanzale della finestra (abitavamo allora al pianterreno di un isolato delle Case Popolari del quartiere napoletano di Fuorigrotta), dietro le mezze persiane chiuse, al di sopra delle quali guardavo la strada, i passanti, i carretti tirati da asini o cavalli che si lasciavano dietro scie di meta, ‘e mpagliasegge e il gioco sapiente delle loro mani, che mi incantava, la contadina che si tirava dietro la capra legata a una corda, di cui vendeva il latte,
d’estate il carrettino del gelataio, che rimestava ghiaccio e limone in una specie di pentola di rame, traendone deliziosi - per il nostro palato - sorbetti, d’inverno il carrettino del venditore d’e cuoppe ‘e allesse (involtini di castagne lesse). A volte passava l’esequia (il corteo funebre), con i lugubri uomini incappucciati delle confraternite al seguito e, una volta all’anno, alla fine di aprile, tra lo sventolio delle più belle coperte appese ai balconi, la processione per la festa di S.Vitale, protettore del quartiere: su un camion addobbato per l’occasione avanzavano, traballando, le statue dell’intera famiglia del santo, la moglie Valeria e i due figli Gervasio e Protasio, tutti, lui compreso, con la palma del martirio in mano.
Fuorigrotta, (Forerotta), il quartiere in cui ero nata ed abitavo, era allora un vero e proprio paese agricolo, separato dalla città da tre grotte: l’antica cripta neapolitana, oggi chiusa, e quelle che lo collegavano a Mergellina e che oggi si chiamano Galleria Laziale e Tunnel delle IV Giornate.
La chiesa di S. Vitale, in seguito abbattuta quando Mussolini volle la bonifica del quartiere per la costruzione della Mostra d’Oltremare, aveva nell’atrio la tomba di Giacomo Leopardi, poi trasferita a Mergellina, accanto alla tomba di Virgilio.
Mia sorella Nina frequentava già la scuola elementare, presso le Suore d’Ivrea:

lunedì 14 settembre 2009

L'IRONIA NEL SUO MIGLIOR STILE

A proposito di influenza suina un interessante documento dal Brasile:

L'IRONIA NEL SUO MIGLIOR STILE

2000 persone contraggono l'influenza suina e ci si mette la mascherina...
25 milioni di persone con AIDS e non ci si mette il preservativo...


PANDEMIA DI LUCRO

Che interessi economici si muovono dietro l'influenza suina?
Nel mondo, ogni anno, muoiono milioni di persone, vittime della malaria, i notiziari di questo non parlano...
Nel mondo, ogni anno muoiono due milioni di bambini per diarrea che si potrebbe evitare con un semplice rimedio che costa 25 centesimi..
I notiziari di questo non parlano...
Polmonite e molte altre malattie curabili con vaccini economici, provocano la morte di 10 milioni di persone ogni anno.
I notiziari di questo non parlano...
Ma quando comparve la famosa influenza dei polli... i notiziari mondiali si inondarono di notizie... un'epidemia e più pericolosa di
tutte, una pandemia!

Non si parlava d'altro, ciò nonostante questa influenza causò la morte di 250 persone in 10 anni...
25 morti l'anno!!

L'influenza comune, uccide ogni anno mezzo milione di persone nel mondo.
...Mezzo milione contro 25.

E quindi perché un così grande scandalo con l'influenza dei polli?
Perché dietro questi polli c'era un "grande gallo".
La casa farmaceutica internazionale Roche con il suo famoso Tamiflu,vendette milioni di dosi ai paesi asiatici.
Nonostante il vaccino fosse di dubbia efficacia, il governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo per la sua popolazione.
Con questa influenza, Roche e Relenza, ottennero milioni di dollari di lucro.

Prima con i polli, adesso con i suini: e così adesso è iniziata la psicosi dell'influenza suina. E tutti i notiziari del mondo parlano di questo.

E allora viene da chiedersi: se dietro l'influenza dei polli c'era un grande gallo, non sarà che dietro l'influenza suina ci sia un "grande
porco?".

L'impresa nord americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu.
Il principale azionista di questa impresa è niente meno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di Gorge
Bush, artefice della guerra contro l'Iraq...
Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani... felici per la nuova vendita milionaria.
La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi mercenari della salute...

Se l'influenza suina è così terribile come dicono i mezzi di informazione, se la Organizzazione Mondiale della Salute (diretta dalla
cinese Margaret Chan) è tanto preoccupata, perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e autorizza la produzione farmaci generici per
combatterla?

domenica 13 settembre 2009

TRACCE

Ancora resistono tracce
di quell'amore andato a male
quando la mano del crepuscolo
gronda malinconica e stringe il cuore:
sgomento al vuoto delle ore
che incalzano mute
dalla soglia di polvere
prima di riversarsi in sonno
e smanie, grumi di sogni e presagi
di sudario nel lenzuolo che t'avvolge...

di R.L.

martedì 8 settembre 2009

PIU' LUCE

Sprigiona a volte il dolore
un grido
che mi risuona a lungo
nella testa
(luce più luce vorrei come Goethe
moribondo)
altro dolore mi annega in un silenzio
senza remissione
come questo dove affondo
giorno dopo giorno
nero e cedevole
un silenzio che inghiotte parole
e perfino intenzioni di parole
che rade l'anima d'ogni
spessore
pensiero sogno o chi sa
un silenzio dal quale
non si può risalire
un silenzio non - luce
non - colore: il silenzio
della mia esistenza...

domenica 6 settembre 2009

Di ritorno ....

Ciao Rosy, ciao Nicola .... ciao amici tutti!
Eccomi di ritorno dalle mie vacanze ...
e da qui .... si ricomincia ...

Un abbraccio, Flo

mercoledì 2 settembre 2009

GRIGLIATA CONDOMINIALE :-))





Ci abbiamo messo degli anni per realizzare questo progetto: tutti insieme appassionatamente nel cortile-giardino per una giornata di comunione condominiale:-)
Si sa nei condomini non sempre si è daccordo, soprattutto alle assemblee dove si discute sempre per ore ed a volte si litiga, non ci si saluta per un bel pò di tempo, poi passa per fortuna. L'idea fu lanciata anni fa da M. uno dei nostri amici, ne è passata di acqua sotti i ponti del Po, alcuni hanno cambiato casa, altri sono arrivati un pò più giovani, con più entusiasmo ed allora C. ed R. hanno finalmente iniziato la diffusione di locandine in bacheca, titolo: grigliatona condominiale! Cari compagni di merenda è stato bello, una giornata incantevole in tutti i sensi, si è riso, discusso, mangiato, ma soprattutto è regnata l'armonia di un intero edificio. Devo confessarlo, mi sono scatenata, applaudendo i cuochi, gli addetti ai lavori e perchè no, anche me stessa:-) Inizio ore 10, fine ore 20,30, sempre a scherzare, con qualcuno che ogni tanto spariva per ricomparire con dolcetti torte e varie. Sì, è stato bello:-)

domenica 30 agosto 2009

INFELICITA' ESTIVA

L'infelicità estiva non è
quella di novembre
greve di nebbie, amara
tra fitte cortine di pioggia
e brividi d'umidi venti:
è un'amaca fresca in cui
dondoli nei meriggi
di fuoco
dolce come gli innumerevoli
sapori dei gelati
diafana nella sera
butterata di stelle,
lieve, ma morde
lo stesso il cuore.

lunedì 24 agosto 2009

UN POMERIGGIO IN UN GIARDINO INCANTEVOLE:-)



Ieri siamo stati invitati dall'amica blogger Pierangela che ci ha addolcito la domenica..in tutti i sensi:-) Ci ha accolto con una torta bella ed invitante e con la sua grazia di vera signora piemontese:-) Conoscevo già Pierangela, l'avevo incontrata da sola in centro per un caffè, mi aveva già colpito il suo stile, il suo modo di essere semplice e nel contempo raffinata. Ieri nella sua casetta in collina circondata da fiori, orto ed un bellissimo prato inglese, siamo stati bene. Ha un grande amore per gli animali, (infatti ha un piccolo zoo), per fortuna che il serpente era a spasso:-), ma i cani i gattini, gli uccellini hanno fatto da orchestra e contorno per un pomeriggio davvero delizioso:-)La mamma dalla tenera età di 95 anni oltre a raccontarci la storia della casa, ci ha spiegato minuziosamente l'età degli alberi da frutta e gli ortaggi, tenuti con la massima cura.
Abbiamo scoperta una donna che oltre ad essere una brava fotografa è anche pittrice:-)
tra un pezzo di torta ed un bicchierino di vinello abbiamo scherzato e riso a crepapelle! Sicuramente questa esperienza ci ha arricchito e siamo convinti che si ripeterà.Ora più che mai pensiamo che il mondo del web possa anche diventare una realtà.
Rirì e Nicola

sabato 22 agosto 2009

SULLA SOGLIA

La vita è stare sulla soglia
senza vedere
se non accenni larve allusioni
(illusioni)
o subitanee fuggevoli accensioni.
Come entrare nella nebbia
e trovare altra nebbia
e spettri d'alberi con dita
di ghiaccio.

lunedì 17 agosto 2009

IL MARE IN UNA SCATOLA :-)


Dopo tantissimo tempo la scelta del trasporto è ricaduta sulle rotaie di un treno.
Il nostro arrivo al mare è coinciso con i festeggiamenti dello sbarco dei saraceni accompagnato da fuochi pittoreschi colorati e rumorosi, non graditi dal nostro cagnolino.
Durante il giorno la mia meta preferita era il molo di Alassio, in fondo sembrava di navigare in mezzo al mare, mentre il sole mi bruciava la pelle la brezza marina mi accarezzava dolcemente. Da quel luogo osservavo le onde del mare che si adagiavano sulla riva sempre più stretta, la spiaggia ridotta ad un lembo, sempre più sottile, la fila di persone ferme quasi a proteggere il cemento dall'avanzata del mare..mentre il tramonto inscatolava il vociare dei giovani che si preparavano per la luna io mi avviavo verso l'hotel, dove a cena, allo stesso tavolo, proprio al mio fianco, c'era una bellissima donna russa. Sì, è stata una bella vacanza:-)

mercoledì 12 agosto 2009

VACANZE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!:-))))))

Ciao amici finalmente ho trovato il tempo per abbracciarvi tutti...mamma mia, qui si va di corsa ahahah, cani al quinzaglio, cani sciolti, persone irriverenti, marò e dove sono finita?:-))E' un bellissimo gioco, guardare la gente intorno, sentirli parlare e dentro ed anche fuori..ridere di gusto:-)))Un bacio a tutti, ma proprio a tutti. A presto e mi raccomando, fate i bravi....:-)))

lunedì 10 agosto 2009

10 agosto e la notte di San Lorenzo

Ogni anno la notte del 10 agosto, gli occhi di tutti noi si rivolgono al cielo per cogliere al volo una stella cadente ed esprimere così un desiderio.
Nella tradizione popolare le stelle del 10 agosto sono anche chiamate "fuochi di San Lorenzo" in quanto ricordano le scintille che provenivano dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire Lorenzo, poi volate in cielo. In realtà San Lorenzo dovrebbe essere stato decapitato, ma nell'immaginario popolare l'idea dei lapilli volati in cielo ha sicuramente preso piede.

Buona ricerca a tutti ed esprimete molti desideri.
Vi abbraccio, Flo

domenica 9 agosto 2009

Il mio cane ...


Vi presento Balù ... un cucciolo che arriva da un canile e che ho accolto nella mia casa aprendogli completamente il mio cuore. Grazie a lui ho conosciuto Nicola e Rirì :)

Quando il temporale ti suscita emozioni ...

Si sta preparado il temporale... è una domenica sera, i tuoni risuonano ed i lampi illuminano. Le nuvole si rincorrono scure, ma ogni tanto sembrano lasciare qualche spazio alle stelle. I rami oscillano veloci e nell'aria si sente il profumo della piogga ... che arriverà forse questa notte a destarci dal sonno.

venerdì 7 agosto 2009

oggi .... riflessiva

Cari amici bloggers,
oggi mi sento un po' riflessiva e quando mi capita di avere questo stato d'animo, spesso vado a rileggermi alcuni passi dei miei libri preferiti che puntualmente mi annoto da qualche parte,
Quello che vorrei condividere con voi oggi è il seguente:

"Non c'è niente di nobile nell'essere superiore a qualcun altro.
La vera nobiltà consiste nell'essere superiore al te stesso precedente".
(Il giorno in più, Fabio Volo)

giovedì 6 agosto 2009

Per chi ama il mare

Con lo sguardo puoi percorrere l'orizzonte, dove il cielo si confonde con il mare.
Tutto è calmo, si sente solo la risacca ed il ridere delle onde schiumose.
Grazie Mare che regali i tuoi meravigliosi scenari, la tua salinità e ti lasci ammirare nella tua immensa solitudine.
Io mi siedo davanti a te e ti ascolto parlare, in silenzio. La brezza fra i capelli, respiro il tuo odore, seguo il ritmo delle tue onde come fosse una musica.
E mentre ti guardo così grande, immenso e sconfinato, ecco che qualche conchiglia mi arriva in tuo dono.

Un abbraccio, Flo

lunedì 3 agosto 2009

Buon lunedì

Buongiorno a tutti, vacanzieri .. e non ...
A me spettano ancora ben due lunedì di lavoro (ovvero due settimane) e per "accorciarle" un po' magari mi diletterò sulla nostra isola. Nel frattempo un buon inizio settimana con:

"Dice il Saggio:
la noia è maligna,
l'ozio perfido,
l'invidia sconveniente,
la scontentezza nociva,
attivati e e ammira chi fa e quel che ha.
Fai ... che avrai"
BUONGIORNO!

Bacione, Flo

domenica 2 agosto 2009

Hammamet 2009



Un posto assolutamente da visitare, sì, la figlia del nostro amico C. (campionessa di golf) e non solo:-) ci è stata da poco ed ha voluto regalarmi queste foto..Naturalmente il w.b. ne ha fatto un video, e me lo ha donato:-)) Non sarebbe meglio andarci? Siii, prima o poi io ci andrò!! Allegria, allegria amici!! C'è sempre tempo per piangere e pensare ai molteplici problemi, in questo periodo è meglio tuffarsi..e se non sono questi mari, poco importa, l'importante è mettere la testa a bagno-maria:-))) In mancanza di spiagge come queste mi sono ritagliata un pezzettino nel cortile-giardino, vicino agli zucchini, con una piscina:-)))))
Giuro che è vero e non bevo....:-)))))

giovedì 30 luglio 2009

PARIGI 2009



Cari amici e lettori con questo video vogliamo salutare tutti coloro che ci sono stati vicini, quelli che sono già in vacanza, coloro che non ci andranno e quelli che stanno per andarci.
Le foto ci sono state donate da una dolce fanciulla.....
Noi andremo in vacanza dal 7 al 16 agosto ad Alassio....
lasceremo le chiavi dell'isola a Flo fino a quando sarà a Torino:-)
Un augurio di buona estate ed un abbraccio a voi tutti.
Aggiungo una poesia della mia Amica R.L.

TENEREZZA

Come posso rispondere alla delizia
folle delle tue domande ai tuoi
filtri e trilli d'uccello libero
tra dense foglie e frescura:
sei tu che insegni quando scuoti
i capelli con faville di riso
e accendi il mio vecchio albero
che sfrigola di nuova linfa:
ora chiami il gatto per carezze
e dispetti voci di grazia luci
di tenerezza e mistero...

mercoledì 29 luglio 2009

Cari amici, ieri è stata una giornata importante in quanto segnata da un evento bellissimo, ovvero la nascita di una dolce bimba che per me sarà come una nipotina.
Pertanto mi è venuto il desiderio di riportare sulla nostra isola alcune poche parole di una poesia che ho letto:

"E' nato un germoglio.
Un nuovo alito di vita
che fuga le ombre del niente
Che opprime.
Scaccia il nero cirro
dell'orizzonte netto
dando luce a pennellate
di questo giorno pieno."

Una buona giornata a tutti noi e un benvenuto alla piccola Diana.

Flo

lunedì 27 luglio 2009

Stamane...



...sul selciato

sabato 25 luglio 2009

AD ARQUA' PETRARCA

Ad Arquà, sotto la sferza
d'un impietoso
sole di luglio
(pure un refolo addolcisce
all'ombra massiccia
delle mura)
non c'è traccia di quel tuo
fresco maggio ridente
di sposa:

solo il cuore incauto
trasale
alla scala del Petrarca
dove il desiderio di lui
affrettò la discesa.

giovedì 23 luglio 2009

Una frase per augurare il buongiorno ...

La bellezza di un giorno si misura dal proprio animo e dalla predisposizione a concedere un sorriso al mondo.

Un buongiorno di cuore a tutti :)
Flo

mercoledì 22 luglio 2009

GIORNI DI VACANZA? SAREBBE MEGLIO RIMANERE A TORINO:-)

E' un periodo in cui tutti noi ci affanniamo per cercare di andarcene via..dove? A volte è bello non conoscere la destinazione, spesso il miglior posto,in questo periodo, lontano da autostrade e luoghi affollati,rimane la città. Una città veramente da vivere, da conoscere e "rivedere" in tutta la sua bellezza. Il turista si aggira estasiato tra questi palazzi austeri e storici, trattorie dove si mangia bene senza spendere una fortuna e poi ci sono le meravigliose colline torinesi dove è bello perdersi. Questa è la vacanza alternativa, quella che fa assaporare gusti un pò smarriti, camminare piano tra i parchi e ce ne sono tanti, lasciare libera la mente ed immergersi nella natura amica. Non c'è bisogno di bagaglio, se c'è sete ci sono le fontanelle a getto continuo dove ci si rinfresca con una bella bevuta, poi ci sono i chioschi dove si può mangiare un panino appetitoso ed a pochi passi sulla strada ci sono due ristoranti molto chic con annessi campi da tennis e piscina.

lunedì 20 luglio 2009

eccomi qui...

Ciao Nicola e Rirì!
Registrazione effettuata..ed eccomi nel gruppo :)

Un abbraccio e buon lunedì a tutti...

Flo

domenica 19 luglio 2009

A S. ANGELO DEI LOMBARDI, dopo il terremoto

Non sapevo più della gente, ma certo m'era amico
il paese: dalla strada provinciale, dopo la curva
dove gli amanti trovano prati e oscurità e complici
teneri occhi di stelle nel nitore del cielo, t'abbracciava
la piazza: alberi case le scale del liceo l'arco
dove una sera di pioggia Dante mi chiuse
nell'abbraccio dell'impermeabile e insieme scoprivamo
il corpo l'amore Pavese ogni senso riposto
di noi; t'accoglieva l'antica farmacia nell'ampio decoro
del vano, sapeva di dotti conversari
di segrete sapienze di speziali, tra scaffali quattrocenteschi
e barattoli di vetro: coloquintide polverata
recitavano le etichette in lettere gotiche -
il balcone della serenata, una notte di tanta
luna che lavava il paese d'argento, nelle albe
filettate di tepide nebbie rosate, le stanze troppo
ampie per i sogni e i pensieri notturni, con gli amorini
sorridenti sul soffitto -
i sontuosi tramonti - così struggenti le interminabili serate
allegre di passi di risa di richiami
sui basoli levigati, sui tavolini un pò umidi del bar -

in un solo minuto si sono cancellati i luoghi
della memoria, sprofondati i ricordi, sepolta ogni eco di giovanile
felicità. Non si può scavare le macerie del cuore sono
troppo pesanti.

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