Proprio sulla cima del muretto troneggiava, vanitoso come sempre, con la sua ruota dalla piume azzurre sfumate di giallo tesa e in mostra di sé; si sa quanto sia vanitoso un pavone ma lo è ancor di più se gira beatamente tra le mura del Castello di Sao Jorge e ne ha di ragioni!
E’ da lì che si ha forse la più bella vista su Lisbona e sotto il brulicare della città, il porto le grida lontane di venditori di “ pesce fresco “ dall’occhio troppo spento
Lentamente si passa dalla bellezza dell’antico maniero ai vicoli dell’Alfama , piano, per non perdere le sfumature di questa strana città che vive troppo di fretta e si addormenta poi al magico ritmo di una chitarra e di una voce lontana che canta la sua saudagi, una malinconia armoniosa come armoniosi sono i sorrisi di un popolo semplice.
Mi sentivo vanitosa come quel pavone, l’odore di spezie, di pesce e la musicalità della lingua mi portava a canzoni ascoltate tante volte ed amate, vivevo e respiravo la stessa aria e la stessa atmosfera malinconica e dolcissima che entrava dentro l’anima attraverso la voce del suo mito ed orgoglio nazionale, Amalia Rodriguez.
Ogni cantante di fado tenta di imitarla, ma lei è stata inimitabile, ricordo di averla ascoltata nel teatro della mia città poi, la ritrovai la sera stessa dopo lo spettacolo in una di quelle vecchie osterie di una volta dove si mangia qualcosa cucinato in fretta e si beve un bicchiere di vino nemmeno troppo buono, una chitarra…..e la sua voce….per ore, instancabile perché lei in realtà non cantava, viveva con passione la sua musica.
A Lisbona in realtà non sai dove devi guardare, c’è troppo! E spesso quel troppo passa inosservato al turista avido di grandi monumenti; a Lisbona sono le piccole cose che ti fanno assaporare il clima diverso; Gli ascensori a metà di una via che ti portano su, un po’ più su tra strade all’apparenza sempre uguali e così diverse ; azulejos al posto delle squallide targhe ad indicare i nomi delle vie…tutti santi! La Praça do Comercio , grande di fronte al porto da dove parte il cuore commerciale di una città che rifiuta d’essere moderna, e poi i caffè dove immagini di sentir dire da un momento all’altro al tavolo vicino al tuo ” ..sostiene Pereira che..”.
Immagini ! perché Lisbona è in fondo la città delle contraddizioni, un Cristo gigante che si staglia sul Teju all’altro capo della città sembra faccia da spartiacque alle due facce di questa piccola metropoli così “perfetta” nella sua parte più nobile e così piena di passione in quelli che un tempo erano i quartieri più poveri .
Poi, d’improvviso una nebbia leggera, il traffico si spegne lentamente ed in questa atmosfera ovattata, lontano ,una chitarra, la dolcezza di una voce che grida la sua malinconia…..e torna come per magia…Lisboa antigua.
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4 commenti:
Grazie Lella,il tuo articolo-racconto-sensazioni su Lisbona è veramente molto piacevole alla lettura,fai ripercorrere con la tua narrativa semplice,spontanea e ricca,sentieri percorsi e vissuti molti anni fa.
Un bacio e buona serata.
buona notte ormai Rosy :-)
sono contenta di averti fatto rivivere un sentiero percorso, anch'io l'ho percorso un po' di anni fa in largo e in lungo e devo dire che è una terra che mi ha incantato
proprio perchè è ( o era non so ) un mondo molto spesso semplice
Ci sono stata tre volte ed ogni volta è stata una scoperta, chissà forse ci sarà una quarta :-)))
notte bella e serena
Ciao Lella,sei molto brava a raccontare,ci piacerebbe sentirti leggere un testo a viva voce e postarlo sull'isola,che ne dici?
guarda Nicola non sono proprio capace a leggere ad alta voce e poi, vuoi far scappare i visitatori dle blog
ihihihi
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