Una settimana dopo, passata a rodersi senza rivedere Ida, Alberto stava scendendo le scale per raggiungere gli invitati in giardino.
La zia dava una festa per il suo compleanno.
Sapeva che Adalgisa lo aspettava per ballare e ne era infastidito, chissà cosa si aspettava da lui…
Passando davanti a un bovindo, la vide.
In uno spiazzo dietro la villa si era radunata la servitù, alcuni ballavano al suono dell’orchestra che si sentiva bene anche di lì.
Ida aveva i capelli sciolti, una grande matassa bionda che ondeggiava con lei, un vestito bianco aderente, ballava con Fabrizio.
Lui si fermò a guardarla, incantato, si dimenticò della festa,rimase lì inchiodato per almeno mezz’ora e quando arrivò finalmente in giardino, le coppie si erano già formate, tutti ballavano, la zia ed Adalgisa erano palesemente contrariate, ma lui non se ne curò, non si scusò nemmeno per il ritardo e non invitò mai la sua pretendente, anzi questa definizione che gli era venuta in mente, lo mise quasi di buonumore.
Non c’è crudeltà psicologica maggiore di quella di chi ami un/a altro/a verso chi lo ama inutilmente.
Già, ma lui, allora… amava un’altra?
Un pomeriggio Alberto entrò di furia nella biblioteca, aveva dimenticato un documento che gli occorreva d’urgenza.
Il vasto salone era già in penombra.
Accese le luci e rimase di sasso: su una scala era arrampicata Ida, che aveva preso un volume dallo scaffale più alto.
Contemporaneamente la ragazza vide lui, il volume le sfuggì di mano e cadde a terra con un tonfo, spaginandosi.
Lei diventò color porpora, prese a scendere velocemente, ma a metà scala mise un piede in fallo, lanciò un grido, continuò a scendere, però venne meno per il dolore e sarebbe caduta in malo modo se lui non l’avesse presa a volo e deposta sul divano.
Quando se la trovò tra le braccia, non avvertì alcuna emozione, perché tutto accadde troppo in fretta, ma quando le mise le mani sotto la camicetta per slacciarle il reggiseno, si accorse suo malgrado che gli tremavano. Anche a lui!
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
martedì 4 marzo 2008
COLPO DI FULMINE 3a parte
Pubblicato da R.L. alle 13:09
Etichette: colpo di fulmine, racconto
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