Si incontrarono al solito posto, lei salì in macchina e appena lui avviò il motore, gli disse tutto d’un fiato:
Devo parlarti anch’io, anzi comincio io, va bene?
Lo avrebbe spiazzato, voleva rendergli la cosa il più difficile possibile:
Ti ricordi a Capodanno, a mezzanotte, durante il brindisi, mi sussurrasti all’orecchio che era tempo di vivere insieme, di avere un figlio…
Dovevo essere già alticcio, interruppe lui, crudamente. Lei non badò all’interruzione, anche se sentì una punta di ghiaccio sotto il cuore:
Ho cominciato ad attuare la seconda parte del programma, sono incinta.
Lui sussultò ed anche la macchina ebbe uno scarto.
Ma come proprio ora…
Lei zitta, non l’avrebbe aiutato.
Proprio ora, riprese lui faticosamente che, sai, volevo…volevo proporti una pausa di riflessione…
Lei sempre zitta
Ho conosciuto un’altra…: Ecco, l’aveva detto.
Lei se l’aspettava, ma lo stesso le implose dentro, fu dirompente.
Naturalmente non ti lascio sola, aggiunse lui frettolosamente, ti darò tutto il mio aiuto…per liberarti…
Fermati, disse lei dopo un po’, dalla zia non vado, voglio fare una passeggiata, me ne tornerò per conto mio.
Ti riaccompagno a casa…aspetta…parliamo…
No, disse lei scendendo dalla macchina. E’ uno slogan vecchiotto, ma funziona ancora: L’utero è mio e lo gestisco io, e gli chiuse la portiera in faccia.
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
venerdì 9 maggio 2008
RAPIMENTO 3a parte
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1 commento:
ehi! questo è unire l'utero al dilettevole. come diceva martin...
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