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Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


martedì 18 dicembre 2007

Avventura sull'isola che c'è parte 8

L’emmergenza sull’isola era come una spada di Damocle, confermata anche dalla Maga Esmeralda la nuova arrivata. Sei navi si avvicinavano al nostro piccolo paradiso.
Nigel decise con il nostro consenso di spegnere il faro per evitare che i nemici potessero avere un riferimento durante la notte.
Tommaso fece un’ulteriore sopraluogo dall’alto, confermando la flotta in avvicinamento con una piccola e sostanziale differenza dai giorni precedenti. La flotta era sparpagliata, molto probabilmente per cercare meglio la nostra isola.
Passarono ancora due giorni di apprensione dall’ultimo sopraluogo di Tommaso, tra rafforzamenti delle barriere e i molteplici controlli alle armi in possesso dell’isolani.
Il sole era già alto da tempo quella mattina, quando in lontananza vidi chiaramente la vela nera che inesorabilmente si avvicinava. Diedi subito l’allarme, e preparammo le armi di difesa. Decidemmo di nasconderci e attendere l’avvicinamento della nave nemica. Furono ore di ansia dove la nostra mente vagò tra piccole strategie e grandi tensioni.
Io e Nigel eravamo sulle due sponde estreme della baia, dove avevamo ben in vista sia l’isola che il mare aperto, Nicola era sulla collina pronto per sparare le sfere fiammeggianti per cercare di bruciare gli avversari, e Tommaso sul faro che dava i comandi dell’operazione. Raffi e Angela erano sulle coste alte prive di spiagge per controllare se l’attacco avveniva anche da quella parte.
Esmeralda e Riri difendevano armate sino ai denti il magazzino dove Nigel o io ci strafogavamo ogni tanto di nascosto da tutti.
La nave era sempre più prossima, e appena fecero scendere le scialuppe Tommaso diede l’ordine di colpire con i cannoni laterali. Io e Nigel sparammo verso le scialuppe, e gli occupanti caddero in mare senza però soccombere. Si, gli ordini perentori di Tommaso erano va bene sparare ma senza danneggiare la vita di nessuno. Su questo non vi era stata nessuna defezione. Visti in mare noi non abbiamo infierito, tuttavia la nave ostinatamente si avvicinava. La nave si avvicinava inesorabilmente con il chiaro intento di distruggere le nostre barriere. Tommaso diede un ulteriore comando di far fuoco sia a me che a Nigel, e scese appena dato l’ordine per andare sulla goletta con l’intenzione di recuperare qualche cosa della nave qual’ora fosse stata distrutta dalle nostre bordate.
La nave si avvicinava sempre di più, ma da un cenno di Nigel dall’altra parte del golfo mi fece notare che dietro v’era un’altra nave in avvicinamento. Appena vicina alle barriere sparai alla prima nave colpendola in pieno, Nigel fece fuoco un secondo dopo di me e colpì la poppa e l’imbarcazione con la vela nera iniziò a sprofondare nel mare. Uscirono alcuni uomini dalla nave e dopo un’altra mia bordata la nave si spezzò in due.
Gli marinai della nave iniziarono a provare di scavalcare le barriere ma dopo le due fucilate di Tommaso si rituffarono in acqua e cercarono di nuotare verso la compagna nave che notarono quasi subito per la cannonata andata a vuoto fatta dai loro compagni sull’altra imbarcazione.
Tommaso vide una figura gentile tra quei energumeni che cercava di sfuggire alla presa di uno di loro.
Vide chiaramente che era una ragazza che iniziò ad urlare per liberarsi dalla morsa dell’omaccio.
Tommaso si avvicinò alle barriere e prese la mira sparando per non ferire nessuno verso la ragazza ed l’energumeno. L’uomo con una mano teneva la fanciulla e l’altra riuscì a sparare un colpo sfiorando Tommaso alla spalla. Tommaso rifece fuoco e l’uomo intimorito lasciò la ragazza e a tutta velocità nuotò verso i suoi compagni e la nave che si stava avvicinando.
Tommaso incurante del dolore alla spalla riuscì a superare le barriere e prendere quella ragazza portandola in salvo.
Vidimo la nave che era dietro quellla distrutta virare e tornare indietro appena salvati i compagni.
Per ora sembrava scampato pericolo, e immediatamente Nigel medicò Tommaso che fù sfiorato dal proiettile dell’energumeno. Ci ritrovammo davanti questa figura angelica senza comprendere chi fosse, poi alla mia domanda :”tu chi sei di grazia?” Lei con un sorriso smagliante rispose:”io sono Cinzia.” Sgomenti ci guardammo tutti accogliendo la prigioniera dei briganti come se fosse una di noi.quante domande che doveva elargire la nuova venuta. Intanto sull’isola che c’è era tornata la tranquillità, ma per quanto ancora?

7 commenti:

Angela ha detto...

oh che eroismo questi nostri vegliardi...ma più eroico di tutti tomaso! :)))

Tomaso ha detto...

Grazie mia adorata Angela, il merito è tutto del nostro caro scrittore,

Luca sei grande

riri ha detto...

Lucaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, hai un futuro assicurato. Grande fantasia e simpatia.
Un abbraccio :-)

Nicolanondoc ha detto...

Caro Luca la Tua avventura sull'isola te l'ho raccolta tutta ,sulla rubrica "Racconto" che troverai a destra della pagina del blog.
Sperando che continui ad entusiasmarci con le avventure che parlano della vita sull'isola,
Ti saluto caramente. :-)

cinzia ha detto...

Grazie per avermi salvato! lol

Anonimo ha detto...

E' sempre un piacere leggere le tue avvincenti e fantasiose storie.
Sai, amico, non sapevo fossi un affabulatore!

Anonimo ha detto...

W fantastiche le storie di Luca!
Mi raccomando: descrivimi sempre come la più bella. Lol Lol Lol
:-))