Mentre il giovane parlava, Carlos diventava sempre più nervoso, alla fine prese bruscamente congedo, borbottando una scusa qualunque e si precipitò per le scale.
Leila doveva ancora parlare con la nonna, chiese scusa un momento e lo seguì di corsa.
Quando furono giù, Carlos sbottò, agitatissimo:
Che racconto inverosimile! Il colonnello Duarte, una persona così perbene! E’ tutto un complotto, tutta una enorme bugia, come raccontava un amico tedesco di mio padre, a proposito del così detto Olocausto degli Ebrei!
Leila lo guardava muta:
E così, aveva frequentato i nazisti imboscati nel suo paese!
Ritrovò un filo di voce: E perché lo avrebbero fatto?
Ma che ne so! Per seminare odio, per spezzare le famiglie! Scusa, io me ne vado.
Io torno di sopra, e Leila gli voltò le spalle.
Quando si ritirò, sfinita, lo zio le disse che Carlos era dovuto rientrare in Italia, lo avevano convocato per un concerto…
Fu molto discreto, non fece domande.
Leila continuò le sue interviste per un’altra settimana, poi rientrò anche lei in Italia.
Lei e Carlos non si cercarono.
Una finestra sul Mondo
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
sabato 12 aprile 2008
DESAPARECIDOS 6a parte
Pubblicato da R.L. alle 09:55
Etichette: desaparecidos, racconto
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1 commento:
E'molto interessante ciò che scrivi
e fa riflettere...Ti seguo da un po'.Un caro saluto
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