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Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


domenica 15 giugno 2008

IL PRINCIPE COMUNE 17a parte

Lui la tranquillizzò, rispose che era presto ed era ora di ricominciare a studiare, le portò i vestiti, lei infilò subito i jeans e la maglietta e si precipitò fuori a cercare i suoi libri. Si sedettero nel piccolo salotto e cominciarono, lei lo prese un po’ in giro dicendogli -Professore, oggi non sono molto preparata, mi è capitata una cosa stupenda, un’avventura affascinante, mi sono innamorata di un bel principe azzurro con una barca come casa- Lui rise - una barca? Non doveva essere un cavallo bianco?- Whilly, quanti cavalli ha il motore della tua barca? – chiese lei – L’uomo diventò serio e le rispose che non lo sapeva, che sarebbe dovuto andare a leggere sui documenti di bordo, perché veramente non li aveva mai contati! Scoppiarono a ridere insieme poi lui ridivenne serio e con ferma dolcezza cominciò ad interrogarla sul programma del giorno. Sara era molto preparata, tranne che per qualche confusione di date e di luoghi. Conosceva la storia molto bene, lui sottolineò i punti da riguardare, poi la lasciò sola e salì in coperta. Si sdraiò dieci minuti al sole ed attese, dopo un po’ lei arrivò, rossa in viso, gli spruzzò un po’ d’acqua addosso e lo rimproverò aspramente.
–Ehi, che razza di insegnante sei, io sto studiando seriamente e tu vai a metterti al sole! Sei senza pudore- Nel dirgli questo si avvicinò a lui ed all’improvviso gli tirò giù lo slip. Lui restò un attimo senza parole perché alla sua età non era abituato a questi scherzi da fanciullo, si rimise a posto il costume e le corse dietro. Lei correva ad una velocità pazzesca, si infilò nel buco della scala a chiocciola e sparì in un attimo. Lui la rincorse, ma lei si era rifugiata nella stanza da letto e si era messa dietro la porta per non farlo entrare, ma ecco che all’improvviso si sentì afferrare dalle spalle da due braccia robuste, lui era entrato da un oblò rimasto aperto. Sara finse di spaventarsi, lo respinse e gridò -Aiuto, aiuto, mi vuole violentare, qualcuno mi aiuti!- Lui stette al gioco e cominciò a spogliarla con un po’ d’irruenza, le tolse i vestiti che lei aveva appena rimesso. Lei gridò ancora, ma cominciò a dimenarsi, a dargli piccoli calci e pugni. Lui incassò senza reagire, si strappò il costume che indossava e la prese lì, vicino alla porta, sul pavimento di morbida moquette. Lei riprese a gridare – Aiuto, aiuto, mi vuole violentare - Lui la zittì con un bacio, le coprì la bocca con la sua, ma appena smetteva di baciarla lei continuava a gridare ed era un gioco molto eccitante. Con un piccolo salto le fu sopra, la penetrò con una violenza inaspettata, qualcosa che non riusciva a controllare, con una furia di cui lui stesso non avrebbe mai pensato di essere capace. Lei a sua volta partecipò con aggressività, mordendolo, gridando, dimenandosi ed insieme esplosero in un orgasmo folle, smisurato, all’unisono. Finirono esausti sul pavimento, si staccarono un attimo per guardarsi e lei seriamente gli disse -Whilly, sei un essere spregevole, mi hai appena violentato!- Lui rispose –Sara, a te è piaciuto molto ed hai partecipato attivamente alla violenza, per cui ritengo da buon avvocato di doverti chiedere i danni morali e materiali- Risero insieme abbracciati, tenendosi per mano, si avviarono verso le docce, dove lui, insaziabile, avrebbe ricominciato, ma lei non glielo permise. Si asciugò in fretta ed andò a cercare un vestito da mettere. Era giunta la notte, così all’improvviso, come succede verso la fine di settembre; il sole era completamente tramontato, si intravedeva uno spicchio di luna ed il mare era argenteo. Whilly si affacciò al parapetto della barca e cominciò a pensare a dove andare, dove portarla, per farla vivere, divertire, perché lei era tanto giovane e non poteva stare certamente a lungo sola con lui e segregata su una barca. Pensò a Capri, un’isola sempre ricca di turisti, ebbe solo un po’ paura di incontrare qualche conoscente, ma poi scrollò le spalle e decise che la vita era la loro e lui non si sarebbe certamente fermato di fronte a questi inconvenienti. Sara arrivò, lo abbracciò da dietro, lo tenne stretto, guardarono assieme il mare che dall’argenteo a tratti diventava molto scuro, era ormai notte, forse era giunta l’ora di partire.

6 commenti:

Raggio di sole ha detto...

Stupendo racconto Nicola ! Complimenti !
Grazie per il tuo passaggio e per avermi linkato , ti aggiungo anche io tra i miei amici.
Buona serata e a presto , ciao

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Riri complimenti. leggo sempre con attenzione.

riri ha detto...

Ciao Gisella,sono Riri,mi presento,sono una collaboratrice dell'isola,mi fa piacere che c'è stato lo scambio di link e mi auguro di sentirci presto.
Buona serata :-)

riri ha detto...

Ciao Daniele,avere un lettore come te per noi dell'isola è un grande piacere..... :-)
Buona serata ed a presto.

Kniendich ha detto...

Riri cara, sono stato un pò assente per ora... accetta il mio abbraccio sincero... buona giornata..

riri ha detto...

Ciao K.abbraccio ricambiato,ti auguro una giornata come tu la desideri. :-))