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Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


martedì 3 giugno 2008

IL PRINCIPE COMUNE 9a parte

No, lui non amava il suo mondo, il suo ambiente vip, come lo chiamava lei, no, lui ne era e se ne sentiva estraneo. Si era escluso, isolato, per sua volontà, anche se spesso lo cercavano, volevano ancora coinvolgerlo in feste ed orge a base di donne e cocaina. No, lui voleva la purezza, voleva lei, voleva un Amore: Sara! Tutto questo glielo disse con gli occhi imploranti, ma lei non volle lasciargli il suo numero di telefono. Arrivò finalmente Fulvia e lui mise in moto la barca e nel giro di venti minuti giunsero a Ventimiglia. Le ragazze salutarono frettolosamente come se volessero scappare, lui chiamò ancora una volta Sara, ma lei non gli rispose. Propose allora una foto ricordo con una polaroid automatica, dopodiché Sara e Fulvia lo salutarono e partirono per le loro abitazioni: quel mondo tanto diverso dal suo, eppure tanto pulito, tanto genuino, lui avrebbe voluto inoltrarcisi, ma ne era definitivamente escluso! Andò a dormire con la sensazione di aver perso qualcosa di veramente grande, prese le sue medicine, preparò qualcosa da mangiare per il cane ed andò a letto, ma il sonno tardava ad arrivare, pensava sempre a lei, a cosa si erano detti, aveva impresse nella mente le sue ultime frasi, il suo mondo così diverso! Due mondi agli antipodi, lui perché ricco e di alta estrazione sociale, lei perché normale, proveniente da una famiglia modesta. Ma che senso aveva tutto questo? Non era riuscito nemmeno a sapere se fosse figlia unica, se avevano problemi economici, perché lui avrebbe potuto aiutarli… ma come? Non sapeva niente di lei, neanche il numero di telefono, né indirizzo, solo il suo nome e quello dell’amica, l’unica informazione certa era che entrambe abitavano a Ventimiglia. Una cosa era certa, nulla l’avrebbe fermato, l’avrebbe cercata disperatamente, fosse stata anche l’ultima cosa della sua vita! Come fare? Un investigatore privato? No, troppa pubblicità per la ragazza, allora decise che l’avrebbe cercata da solo, il paese in fondo era piccolo e non avrebbe dovuto avere molte difficoltà. Forse andava ancora a scuola, l’avrebbe attesa fuori dai licei, dai pub, dai posti che frequentano i giovani, no, non si sarebbe dato per vinto. L’avrebbe cercata e sicuramente trovata! Maturata questa decisione, riuscì ad addormentarsi, ma era quasi l’alba. Ebbe nel sonno la visione di lei, minuta, graziosa, in jeans e maglietta, che usciva dal liceo; non avrebbe usato mezzi vistosi per ritrovarla, sarebbe stato nell’ombra ed appena l’avesse vista, si sarebbe fatto avanti. Ecco, improvvisamente lo colse di nuovo il sospetto, la paura di non saper cosa dire o fare ed allora si svegliò bruscamente. A questo punto si alzò. Si preparò un caffè e cominciò ad elaborare un piano. L’avrebbe incontrata, come per caso, lei certamente avrebbe capito subito che non era una coincidenza, ma non aveva importanza, a lui interessava rivederla e carpire le sue emozioni. E se fosse rimasta indifferente? No, si rifiutava di pensare che non fosse interessata a lui, non lei, Whilly era sicuro di piacerle. Era presto, appena le otto del mattino, si tuffò in piscina e fece un po’ di vasche per liberarsi della tensione che aveva accumulato durante la notte; si asciugò e cominciò a prepararsi una bella colazione. Adesso che aveva le idee chiare era quasi felice, c’era solo un’incognita: e se avesse avuto un altro, magari un ragazzo della sua età, un compagno di scuola col quale divideva tutto: merende e sogni? Fu riavvolto un attimo dalla nebbia, ma la giornata era troppo bella per essere sciupata in queste assurde congetture, allora, si disse, - La conquisterò, sarò sempre ad aspettarla con dei fiori, mi farò amare, no non posso esserle indifferente!

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