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Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


martedì 10 giugno 2008

IL PRINCIPE COMUNE 15a parte

Whilly si fece promettere che in qualsiasi momento, qualunque cosa le fosse venuta in mente, avrebbe dovuto dirglielo; avrebbero dovuto essere sinceri l’uno con l’altra, in modo da scongiurare i momenti di sconforto. Sara gli fece un cenno d’assenso con la testa, era troppo emozionata per poter parlare.Quando salirono sull’imbarcazione era ormai ora di cena, si ammirava il sole al tramonto, uno spettacolo magnifico, visto da una barca. Lei cominciò a disfare le valigie, lui scomparve. Dopo circa mezz’ora la chiamò e lei restò senza fiato, aveva preparato una tavola imbandita con gusto e raffinatezza ed era riuscito a procurarsi anche dei fiori da mettere al centro della tovaglia, il che dava un tocco magico alla scena. Sara aveva fame e poi avrebbe voluto stargli sempre appiccicata, ma c’erano dei momenti in cui Whilly diventava pensieroso e sembrava assente. Lei lo chiamò, piano, con dolcezza e gli disse -Amore cosa c’è, sei già pentito di avermi portata qui?- Lui avrebbe voluto dirle tutto, gli sarebbe piaciuto farsi consolare, coccolare da lei, tra le sue braccia, ma non poteva, quello era un segreto solo suo; no, non le avrebbe detto mai che stava per morire, non avrebbe mai voluto la sua pietà, tutto doveva rimanere semplice e naturale come quando si erano conosciuti; allora finse con se stesso che tutto andava bene e le rispose -Sara, non potrei mai pentirmi finche vivrò di averti rapito, è solo un po’ di stanchezza, perché ieri non ho dormito- Lei sorrise, un sorriso raggiante, traboccante d’amore, gli si avvicinò, lo baciò piano sulla bocca, gli accarezzò i capelli dorati, lo cullò un po’ tra le braccia, allora in lui esplose il desiderio di farla sua, subito, senza indugio, lì in cucina; l’adagiò prima sul pavimento e fece l’amore con violenza, quasi volesse trasmetterle il suo malessere, quasi come se col pieno contatto fisico avesse potuto dirle, anzi le stesse dicendo tutto il suo dolore! La baciò dappertutto, le mordicchiò le labbra, le orecchie i capezzoli e poi candidamente le disse -Sara, ma….usi qualche precauzione?- Lei rispose con naturalezza di non preoccuparsi, che prendeva la pillola. Lui rimase un attimo in silenzio pensando a quale ragazzo l’avesse avuta, stretta, posseduta, prima di lui, ma lei non gliene dette il tempo e cominciò ad abbracciarlo, con forza, a baciarlo, quasi con rabbia, per fargli capire che lei era lì, era sua, era nata in quel preciso momento e non ci dovevano essere ombre. Erano solo loro due, cullati dalle onde del mare. Alla fine, fecero insieme una doccia tiepida, insaponandosi a vicenda; ridevano come due ragazzini, lui voleva ricominciare lì, sotto la doccia, ma Sara gli disse che era insaziabile e che era venuto il momento di mettere qualcosa sotto i denti. Whilly le rispose che anche lui aveva fame, ma di lei. Si misero a tavola felici come due bambini, con addosso solo un paio di slip, lui guardava sempre il suo seno, così bello pieno e sodo come si può avere solo a vent’anni, lei si accorse del suo interessamento, rise e si coprì con un grosso tovagliolo. Finalmente consumarono la loro gustosa cenetta: dei gamberetti in salsa rosa, dell’insalata russa, formaggi, un po’ di frutta, il tutto innaffiato da un buon vinello bianco, fresco e leggero. Era l’unica cosa che il principe non doveva comprare, perché a casa sua ne aveva le cantine piene. Suo padre, grande intenditore di vini, ne aveva decine di qualità, che gli arrivavano da tutto il mondo, ma soprattutto dal Piemonte, dove si producono vini di alta qualità: Barolo, Barbaresco, Dolcetto, Grignolino, Nebbiolo; dal Veneto, gli arrivavano invece i vini bianchi. Whilly era talmente felice da averne paura, pensava di non meritare tanta felicità e che potesse capitargli qualcosa di brutto, un evento che smorza l’allegria; poi gli venne in mente che era malato, cominciò a pensare al suo male e quasi lo benedisse, perché questo significava che non doveva aver paura di niente.

5 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

All'inizio quando ho preso a leggerlo pensavo fosse un racconto. Ma a questo punto forse ho inteso male o sono stato poco attento, ma si tratta di un romanzo.

O sbaglio?

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Ho letto che sarebbe una favola per adulti ma oramai 15 "parti" o capitoli fanno pensare ad un romanzo in piena regola.

Io non commentavo perchè pensando che fosse un racconto di tre quattro parti al massimo volevo attendere poi la sua conclusione, ma arrivati a questo punto era sciocco non commentarti.

Scritto bene, in modo lineare. Si legge con piacere e con interesse. A questo punto aspetto le prossime "parti" :-)))

Ciao Riri!
Daniele

riri ha detto...

Ciao Daniele,grazie di aver letto questo piccolo racconto;sinceramente non so se definirlo romanzo,perchè è breve,continuerò a pubblicare gli altri capitoli.Sono molto contenta che lo trovi carino ed interessante.Queste tue parole mi fanno venir voglia di continuare a scrivere il mio 2°racconto(che ho già iniziato),sempre per hobby ,chiaramente tutto sotto il controllo del Web Master :-)
Quest'ultimo,ultimamente molto infuriato con le sue collaboratrici,vorrebbe chiudere questo blog,ma lo difenderemo con le unghie e con i denti,intanto non ci dà nemmeno il rimborso spese.:-)
Ciao Daniele,buona giornata.

Rosaria ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Rosaria ha detto...

Ah quel vinello fresco con la brezza marina e la fame e con fame del principe...
per un bicchiere in più non mi sarei tirata indietro...

Che dire a questa fanciulla che scrive cosi bene?

Brava