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Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


domenica 8 giugno 2008

IL PRINCIPE COMUNE 13a parte

- Whilly, mia madre mi ha detto di seguire il mio cuore ed il mio destino; spera solo che io non soffra troppo e che per te io non sia solo un’avventura. - Lui non l’ascoltò neppure, la prese per mano e correndo la portò sulla barca. Poker che era stato in rispettoso silenzio, cominciò a farle le festa, forse memore del panino che lei gli aveva elargito il giorno prima. Whilly preparò due succhi di pompelmo e brindò con lei, non aveva più fretta di andarsene, sarebbe rimasto lì con lei in eterno, fino alla fine a guardarla, così giovane, fresca, innocente: non avrebbe mai potuto farle del male. Tra loro scese uno strano silenzio, ma era come se si parlassero. Sara lo ruppe per prima e disse – E’ ora di pranzo, che ne diresti se cucinassi qualcosa? - Lui rispose distrattamente - Fa tutto quello che vuoi!- Sarà andò in cucina e preparò un po’ di spaghetti alla carbonara, ricordandosi di metterne un po’ in più per il cagnolino. Poi gridò - Padrone, è tutto pronto! - Lui corse in cucina e la prese tra le braccia: - Sara… Sara… Sara, dimmi che non sei un sogno, dimmi che rimarrai con me per sempre, dimmi che mi vuoi così anche tu! - Lei si divincolò ridendo dalle sue braccia e cominciò a mangiare, lui non ci riusciva, gli era passata la fame. Poker invece si rimpinzò come un porcellino, allora Whilly tirò fuori una bottiglia di champagne d’annata, ne versò in due flüte e brindò a lei ed al loro amore. Sara finalmente si rasserenò, prese la coppa e andò a sedersi sulle sue gambe, lui le circondò le spalle con un braccio, posò il bicchiere, le tolse il suo di mano e cominciò a baciarla lentamente. Prima i capelli, poi il viso, gli occhi, il naso, le guance, le orecchie, il collo e poi con infinita dolcezza le cercò la bocca. Lei era lì, pronta, aveva aspettato questo momento tutta la vita; doveva essere così quando si amava davvero, si provavano delle forti emozioni, come quando andava con i suoi amici sulle montagne russe e le mancava il fiato; sì, adesso le mancava il respiro, perché lui la baciava appassionatamente, freneticamente, forsennatamente, come se lei stesse partendo per un lungo viaggio, come per un addio! Invece era solo un incontro, un ritrovarsi di due anime che cantavano all’unisono la stessa canzone. Lei lo allontanò un po’ e gli disse -Whilly, non respiro più, aspetta un attimo, io non sono abituata, nessuno mi ha mai baciato così, aspetta!- Lui non volle attendere, la prese tra le braccia e la portò nella propria stanza, l’adagiò con dolcezza sul letto, le tenne una mano e le disse -Sara, amore mio, sei pronta? Io ti desidero da impazzire, ma voglio che sia tu a dirmi se posso; io…- Lei lo zittì baciandolo sulla bocca, poi cominciò a spogliarlo; lui le tolse la maglietta, poi le sfilò i jeans; lei aveva solo uno slip ridottissimo, lui glielo tolse piano, ma avrebbe voluto strapparglielo, la vide nuda, col suo esile corpo di fanciulla, si tolse i pantaloncini, aveva solo quelli, e venne fuori il suo sesso, lei soffocò un grido e si allontanò un po’ turbata. Lui si coprì con un lenzuolo, poi la cercò piano, prima l’accarezzò dolcemente e quando si fu calmata cominciò a baciarla in modo profondo. Si rese conto di essere troppo irruente, cercò di controllarsi, ma vi riuscì per poco, lei era pronta, lì, inerme, aspettando solo e soltanto lui; le si avvicinò ancora un po’, l’avvinse tutta tra le sue braccia, poi cominciò a toccarla fra le gambe, la sentì bagnata, eccitata come lui, allora, cercando di non farle male la penetrò, entrò in lei con tutta la dolcezza di cui era capace. Cominciò a muoversi piano dentro di lei, Sara restava quasi immobile, allora lui continuò a baciarla, lei, come se si svegliasse da un sogno, si aggrappò a lui con tutte le sue forze e cominciò a muoversi piano ed a emettere dei gemiti, dei suoni gutturali, nel momento culminante gridò, urlò il suo nome,” Whilly, Whilly, amore mio!- Allora, lui spinse con forza fino a provare un orgasmo profondo, un’emozione forte che gli entrava nel profondo, qualcosa che non aveva mai provato con nessun’altra donna, e glielo disse, mentre, esausti ansimanti giacevano sul letto sfatto, pieno di vestiti, di lenzuola attorcigliate, di nastri per capelli. Lui si alzò ed andò a prendere due coppe di champagne che aveva tenuto in fresco, si bagnarono le labbra e ricominciarono a baciarsi. Sara gli chiese una sigaretta, lui le tirò fuori dal comodino e si mise a fumare anche lui, cosa che non faceva da mesi. Era felice, si sentiva esausto e felice, come non si era mai sentito prima e volle sentire dalle sue labbra le stesse sensazioni forti che provava lui in quel momento!

5 commenti:

Nicolanondoc ha detto...

senza paura

Per te.

Nicolanondoc ha detto...

Scusa riri,il titolo della canzone che ti ho dedicata é NIENTE PAURA,scusami ma stamane sono un tantino distratto
ciao

Fernando pannone Pessoa ha detto...

Ho paura di aver persoa una amica..........

riri ha detto...

Caro Nicola,non preoccuparti,senza paura o niente paura,non fa nessuna differenza,grazie del bellissimo pensiero.Amo Ligabue.:-)))


Caro Tony,se hai perso un'amica hai perso un tesoro...mi dispiace ma la favola è per adulti ;-)

Rosaria ha detto...

Belle le due coppe di champagne al finale del....
tutto la scena mi Sembra di averla vissuta ma le coppe queste mannaggia
mi mancano nel rito
E che il mio si chiama Angelo e no Whilly.
Scusa la battuta

Bello questo tuo racconto si legge piacevolmente e da un senso di pace e di bellezza pura


Un bacione continuerò e mo lo devo finire.