Detto fatto, cominciò a prepararsi bene, a guardarsi allo specchio, come non faceva da tempo e si trovò perfino piacevole! Si provò due tre jeans, poi decise per quello di colore grigio, si provò tre o quattro camicie e poi decise di indossarne una rosa, era il suo colore, sua madre gli diceva sempre- Whilly, vestiti di rosa, che sei bellissimo- Andò prima a fare un giro per il paese, comprò delle provviste da portare sulla barca ed un po’ di scatole di carne per Poker. Sistemò tutto nella credenza e nel frigo, poi verso mezzogiorno prese il suo cagnolino al guinzaglio, perché aveva paura che in città si sarebbe spaventato ed avrebbe potuto essere investito da qualche auto. Non avrebbe corso mai questo rischio, lo amava troppo! Finalmente si avviò verso una scuola e cominciò a cercarla. Scoprì subito che non poteva essere lì, perché era una scuola media, dove uscivano in fretta ragazzine di dodici, tredici anni, allora chiese in giro dove fosse un liceo. Gli risposero che ce n’erano due e gli chiesero quale gli interessasse. Lui, senza un perché, pensò al liceo classico, allora lo mandarono al “Cavour “, poco distante dal porto, dove i ragazzi cominciavano ad uscire a gruppetti. Non la vide, il cuore cominciò a battergli forte, forse si era sbagliato, forse non abitava nemmeno a Ventimiglia, aspettò ancora un po’ e vide Fulvia, accerchiata da tre ragazzi che le saltellavano dietro come cerbiatti. Lui la chiamò dolcemente, per non spaventarla, lei lo vide subito, gli corse incontro e inaspettatamente si buttò tra le sue braccia, lo baciò forte e gli disse -Lo so, cerchi Sara, ma oggi non è venuta a scuola perché sta male, se vuoi mandarle un messaggio glielo porto io.
Lui rispose di no, ma le chiese il numero di telefono, lei stranamente non si fece pregare, glielo dette quasi subito, poi lo riabbracciò e come se nulla fosse e ritornò dai suoi amici. Whilly era al settimo cielo, finalmente avrebbe potuto chiamarla, finalmente avrebbe risentito la sua voce! Si appartò in un angolo, un luogo un po’ più isolato, prese il telefonino e compose il numero.
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
mercoledì 4 giugno 2008
IL PRINCIPE COMUNE 10a parte
Pubblicato da riri alle 16:32
Etichette: il principe comune, racconto
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3 commenti:
ciao riri... un abbraccio da angela
davvero carino il post... l'ho letto tutto... ciao ciao
Cara Angela,grazie della visita,trattasi di una favola per adulti.Ti auguro un'ottima giornata con un sorriso :-)
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