Un'equipe medica dell'Università del Minnesota ha creato il primo cuore 'bioartificiale': ovvero un organo prelevato da un maiale o da un topo, 'rinnovato' in tutte le sue parti non essenziali e fatto tornare a battere in laboratorio grazie all'utilizzo delle cellule staminali.
Si tratta, scrive la rivista Nature Medicine, di una prima assoluta, che potrebbe segnalare una svolta nel mondo dei trapianti, mettendo fine alla cronica mancanza di donatori che mette a rischio milioni di persone che hanno bisogno di un cuore nuovo. Ma anche lasciare prevedere un futuro dove tutti gli organi necessari possano essere creati in laboratorio. Con un pregio enorme: il cuore bioartificiale riduce di molto il rischio di rigetto, secondo i ricercatori statunitensi.
"Quando lo abbiamo visto contrarsi per la prima volta siamo rimasti senza parole", ha scritto Harald Ott, uno dei partecipanti alla ricerca, che ora lavora al General Hospital in Massachusetts. La procedura ha visto il cuore dell'animale spogliato di tutte le cellule non essenziali. Solo la proteina scheletro, che ha generato la forma del cuore, non è stata toccata. Questo scheletro cellulare è stato poi ripopolato con cellule 'progenitrici' staminali prese dall'organo di animali neonati che sono cresciute attorno a quanto era rimasto, creando alla fine un nuovo organo, che ha quindi ripreso a contrarsi. La tecnica è stata testata su maiali e ratti, ed è ancora considerata 'altamente sperimentale'. Test su cuori umani sono lontani ancora molti anni.
Doris Taylor, direttrice del centro per la ricostruzione cardiaca dell'università del Minnesota, dice che questo è un passo essenziale verso la creazione di cuori su misura, ma anche vasi sanguigni ed altri organi per persone in attesa di trapianto. L'idea, dice al Sunday Times, "sarebbe quella di sviluppare vasi sanguigni trapiantabili o interi organi che sono fatti delle tue stesse cellule.
L'idea, guardando avanti, è di costruire un cuore usando le cellule staminali del paziente. Apre la porta alla nozione che puoi generare qualsiasi organo: reni, fegato o pancreas. Dicci quale e noi speriamo di farlo". La procedura usata da Taylor e dai suoi colleghi è chiamata decellularizzazione: con l'uso di composti chimici, si tolgono le cellule dall'organo dell'animale morto. Lo scheletro proteico viene quindi ripopolato con le staminali cardiache. Quattro giorno dopo, le cellule hanno iniziato a contrarsi, e dopo otto, afferma Taylor, i cuori bioartificiali di topi e maiali hanno iniziato a battere.
Una finestra sul Mondo
Arte - L'immagine del giorno
Astronomia - Un'immagine al giorno
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
lunedì 14 gennaio 2008
Il primo cuore bioartificiale
Pubblicato da NUVOLETTA alle 11:47
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Certo che la scienza, non finisce mai, di stupire,
Ciao Raffy.
La nostra speranza è che la ricerca vada sempre avanti e che soprattutto doni a tutti quelli che soffrono un motivo in più per non mollare mai...
Cara Raffina, è importante che la ricerca vada avanti, anch'io sono daccordo con Claudia,ho letto un piccolo articolo di "nature Medicine" che parlava di questo a cui tu hai accennato ampiamente. Il vero problema potrebbe essere etico e morale, ci sarebbe da discutere molto su questo tema, non so se tutti quelli che hanno bisogno di un trapianto siano inclini a farsi "donare" un organo dalle cellule staminali provenienti da animali. Cmq, la medicina è molto molto interessante. Grazie di questo interessante articolo, li leggo molto volentieri. :-)
Posta un commento