Whilly risalì sulla barca e con un po’ di vernice bianca scrisse il suo nome a caratteri cubitali, sulla fiancata dello yacht, il nome era scritto con lettere enormi, perché la prossima volta che lei fosse salita a bordo l’avrebbe notato subito. Poi, senza perdere altro tempo, avviò i motori e tornò indietro, verso il suo paese, il suo mondo, i suoi affari, ma soprattutto pensò di andare subito dal medico, che lo aspettava quella stessa mattina. Arrivò a Rialto ad ora di pranzo, si vestì bene, poi andò subito dal suo amico dottore, era la prima cosa che aveva deciso di fare, perché lui voleva guarire per Sara, per poterla avere sempre vicino e darle il meglio di sé. Stranamente il suo amico, dopo avergli fatto tutte le analisi, lo trovò molto migliorato, si stupì egli stesso, perché il tumore è un male che non perdona, a meno che non regredisse, ma lui non aveva ancora sentito di casi di guarigione spontanea. Gli disse, molto soddisfatto - Whilly, se vai avanti così, forse non hai più bisogno nemmeno di operarti, perché sembra, dalla prima tac che abbiamo fatto, che le cellule abbiano smesso di moltiplicarsi ed il tumore sembra addirittura più piccolo; spiegami cosa ti è successo, c’è qualcosa che devo sapere?- Lui subito gli parlò di Sara, delle sue attenzioni, del sospetto che aveva la ragazza che lui gli tenesse nascosto qualcosa, del benessere ricavato dalla sua sola vicinanza. Il medico rimase stupito, poi disse -Va bene, forse avevi solo bisogno di un grande amore e lo hai trovato, perciò adesso curati bene, poi valuteremo in seguito cosa è meglio fare. L’amico aveva già parlato con il prof: Veronesi, per un eventuale controllo, quindi gli fissò una visita la settimana successiva e gli disse che ci sarebbe stato anche lui. Whilly uscì dallo studio medico come se volasse, era al settimo cielo e voleva subito dirlo a Sara, ma poi si fermò: avrebbe dovuto rivelarle la verità e per telefono non gli sembrò opportuno. La chiamò ugualmente, al primo squillo lei rispose con una vocina assonnata -Whilly, amore, sei tu? Che ore sono? Mi ero quasi addormentata, no, non mi disturbi affatto, sono felice, ultrafelice di sentire la tua voce; come stai? - Lui rispose- Sto bene, fisicamente, ma sto molto male, perché ho bisogno di te - Non riusciva a dirle altro, era stato preso dall’emozione di sentire la sua bella vocina, così vivace e bella, nonostante il sonno!
Una finestra sul Mondo
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
sabato 12 luglio 2008
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2 commenti:
... e poi??!!!... sto già aspettando la prossima puntata!!! che bella storia d'amore..... un caro saluto all'autrice
... e poi??!!!... sto già aspettando la prossima puntata!!! che bella storia d'amore..... un caro saluto all'autrice
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