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Il gadget che stava qui è sospeso per 24/48/60 ore.
Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.


domenica 4 novembre 2007

DIARIO DI GUERRA 5 puntata

Avevo ascoltato per anni i racconti di guerra di mio padre, che era tra i pochi uomini alti all’epoca, infatti aveva combattuto da granatiere nella Prima guerra Mondiale, a 20 anni, ed era stato anche ferito a un braccio. Descriveva la vita di trincea, gli scontri corpo a corpo con gli Austriaci sul Monte Grappa, quando avanzava con la baionetta inastata, come ubriaco, e una volta ci raccontò la fucilazione di un giovanissimo commilitone napoletano, che aveva cercato di fuggire e, riacciuffato, era stato subito fucilato mentre invocava a gran voce: “Mammà, Maronna mia!”
Erano comunque fatti lontani, mitici, mentre questa guerra era vicina, incombente, ci stava addosso a tutti, grandi e piccini.
Quando i bombardamenti si intensificarono, che tormento svegliarsi di notte al suono della “sirena” che ululava in cima ai tetti, rivestirsi in fretta e correre nel “rifugio”, che poi era lo scantinato del palazzo: le prime volte noi ragazzi giocavamo a nascondino dietro i pilastri, ma poi il rumore delle esplosioni impressionò anche noi…La mattina dopo cercavamo per strada le schegge della contraerea, però corse voce che i bombardieri lanciavano penne, che esplodevano in mano ai bambini e ci fu proibito di raccogliere qualunque cosa per la strada.
Sentivamo di palazzi crollati per i bombardamenti, di gente rimasta senza casa…Ormai dormivamo vestiti, per essere più pronti a scendere nel rifugio quando suonava l’allarme..
La sera una processione di famiglie si recava a passare la notte sotto la grotta che congiungeva Fuorigrotta con Mergellina: i più tempestivi, o più prepotenti, si erano accaparrati i posti al centro, considerati i più sicuri, ma i miei genitori non ci vollero mai mettere piede.
Altri, per paura o perché non avevano più casa, dormivano sui gradini delle scale della metropolitana: la mattina, per andare a scuola, dovevamo scavalcare corpi maleodoranti e misere masserizie…

1 commento:

Tomaso ha detto...

Toccante questa puntata,
io posso testimoniare che la prima guerra mondiale me lo raccontava mio padre nato nel 1892, uno dei fanti che fermarono gli austroungarici sul Piave fiume sacro alla patria i suo racconti raccapriccianti sono tesoro per me quello che hanno fatto i nostri arditi sul Piave sono state le pagine gloriose degli Italiani, veneti e siciliani erano li per unire non solo l'Italia ma unire gli italiani, la tragedia della seconda guerra gli bombardamenti erano quelli che i civili anno dovuto sopportare,