Si sente sempre parlare di musica innovativa o musica moderna, ma in realtà si usa solo un termine rindondante per far risuonare e promuovere il brano di chi lo produce.
In realtà i parametri su cui si basa la musica così detta moderna, sono rimasti fermi alla struttura barocca o adirittura del 500.
Basti pensare che si usavano un violone o una viola da gamba per dare il basso ed una tastiera come poteva essere un clavicordo o un cembalo. Era usato anche una tiorba o un liuto che sgranava gli accordi dati dal basso. Questi due tipi di strumenti venivano chiamati “basso continuo” (BC) mentre uno strumento come il violino il flauto o anche la voce davano la melodia che caratterizzavano il brano stesso. Ancora prima in epoca medioevale erano utilizzati anche strumenti a percussione con la medesima modalità strumentistica.
Cosa possiamo ritrovare ora?
Ipotizziamo di sostituire il cembalo o il liuto da una chitarra elettrica, la viola da gamba con il basso continuo, mentre la voce o il violino con appunto il cantante con tanto di microfono.
Direte e la batteria? Semplice le percussioni usate nel medio evo sono tranquillamente sotituite dai nostri cari TTOM charleston e rullante.
Quanti sanno dei Trovatori e Trovieri Mainesanger o i menestrelli? Decantavano le beltà di donne e donzelle accompagnati da liuti o tiorbe.
Il vero cambiamento è stato sul materiale utilizzato per creare gli strumenti, che sono alimentati elettronicamente ed amplificati artificialmente.
Qualche duno potrebbe sostenere che la musica sia cambiata, forse nel modo di farla, ma se analizziamo sulla carta la tecnica del comporre le melodie e l’accordi usati sono sempre i medesimi da cinquecento anni a questa parte.
Molti studiosi sostengono che l’innovazione musicale sia lontana dal comune senso musicale. A conferma di questa tesi si può pensare, senza scomodare la dodecafonia, a Debussy mai “fischiettato” per le vie di una città. Personalmente non ho mai sentito “clair de lune” , “l’arabesque” o “l’apres midi de une faune” fischiettato da qualche signore che rassetta il giardino o impegnato in altre faccende.
Chi non ha mai sentito la marcia dell’aida, o la serenata per archi di Mozart, fischiettata ovunque, adirittura negli stadi di calcio?
Questo dimostra che la teoria dell’allontananza uditiva all’innovazione musicale sia lontana dal comune senso musicale. Le rivoluzioni che implicano la musica in realtà rivoluzionano il modo di pensare o di vestire ma non di certo l’arte musicale.
Un brano di un autore del XX secolo che si può ritrovare spesso cantato è il “Bolero” di Ravel, ma questa è una delle poche eccezzioni divvenute famose per un film atrettanto famoso.
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Stiamo valutando una soluzione alternativa.
Ghe pensi mi, così si espresso il Presidente dell'Isola che ha già riunito un'apposita task force che si concentrerà per trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Nel frattempo nell'Isola c'è agitazione.
Pare esistano forme di vita intelligenti.
Il Presidente è sconvolto dalla raggelante novità.
sabato 22 settembre 2007
è cambiato qualche cosa nella musica?
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1 commento:
Bravo,Luca; articolo interessante e soprattutto farina del tuo sacco.
Al prossimo...
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