Il negro che raspa nel contenitore
dell’immondezza,la coperta lercia del barbone
aggrinzito dal morso della notte sul
pavimento sordido davanti alla stazione
raccontano un lager sotto gli occhi di tutti
ma nessuno si commuove alla fame
al dolore così fastidiosi impudichi
e il passante aggiunge altro filo spinato
alla rete già alta che separa i reietti.
lunedì 28 gennaio 2013
LAGER
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5 commenti:
Una realtà molto cruda e vera...
Indifferenza ed egoismo... in un mondo che non sa guardare più nel proprio cuore...
Buona settimana
Ci stiamo imbarbarendo ipnotizzati dai venditori di fumo che questi ultimi due decenni ci hanno bombardato in tutti i modi per convincerci che la globalizzazione è bella, che il mercato è ricchezza, che quando in strada vedi incontri qualcosa non gradevole è meglio se ti giri dall'altra parte. e guardi una scintillante vetrina...
Non dobbiamo guardare al di fuori di noi, ma dentro di noi. Se abbiamo perso di sensibilità, è perché non siamo stati capaci di resistere al luccicare di modelli vacui.
Siamo noi che guardiamo da un'altra parte.
Ma per onestà d'intenti devo dire che il barbone, i reietti, il matto del villaggio esistevano anche quando io ero bambina, secoli fa in un mondo che non esiste più, ma anche allora il "diverso" non era visto di buon occhio.
Sacrosanto richiamo alla coscienza di noi tutti!
Stavo quasi per tralasciare questa profonda riflessione su uno spaccato di vita contemporanea che ci circonda e che spesso non vogliamo vedere pur essendo sotto i nostri occhi tutti i giorni.
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